2021-02-27
Cartellino arancione per tre Regioni. Istruzione a rischio e Pasqua blindata
Declassate Lombardia, Piemonte e Marche. La bozza del dpcm ricorda quelle di Giuseppe Conte: niente barbieri nei territori a rischio.Lombardia, Piemonte e Marche ritornano arancioni, Basilicata e Molise (che lo ha chiesto espressamente) sprofondano in rosso. È questa la nuova colorazione pensata dal Cts dopo aver valutato i dati monitorati dalla Cabina di regia. Entrerà in vigore da lunedì. Le fasce di colore rimarranno, con l'aggiunta del bianco, anche nel dpcm che dovrà sostituire quello in scadenza il prossimo 5 marzo e la cui bozza è stata consegnata ieri sera ai governatori. Tra le nuove restrizioni previste nella bozza, barbieri e parrucchieri chiusi in zona rossa. Rimarrà il coprifuoco dalle 22 alle 5 e l'obbligo delle mascherine, la Pasqua sarà senza riaperture. «Prendiamo atto della decisione» di passare in arancione, è stato il commento del presidente della Lombardia, Attilio Fontana, «ma è arrivato il momento che i tecnici e gli scienziati studino, e poi ci dicano in modo chiaro e definito come superare questo stillicidio settimanale attraverso regole stabili e sicure», così da garantire «da un lato la sicurezza sanitaria e, dall'altro, la tenuta del sistema economico», ha tenuto a precisare il governatore. Senza soffermarsi sugli algoritmi che ormai fanno uscire di testa, le ultime conclusioni del Cts arrivano dopo aver valutato un «rischio alto» nelle cinque Regioni sopra ricordate. In generale «si conferma per la quarta settimana consecutiva un peggioramento nel livello generale», anche se l'Rt nazionale, uno dei parametri in base al quale viene calcolata la capacità dell'epidemia di espandersi, è a 0,99. C'è «una chiara accelerazione nell'aumento dell'incidenza nazionale» dovuta all'ampia circolazione di varianti virali «a maggior trasmissibilità», si legge nel report, infatti ben dieci Regioni hanno l'indice superiore a quota 1. L'età media dei casi di Covid diagnosticati è scesa a 44 anni. Nei territori che diventeranno rossi o arancioni, secondo le valutazioni del Cts le probabilità di superare nei prossimi 30 giorni le soglie di occupazione dei posti letto sono superiori al 50%. «È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo, che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile», esorta il documento elaborato assieme al ministero della Salute. «La situazione è seria», a Roberto Speranza non è parso vero poter ripetere, «è perciò necessario non allentare le misure». Quindi altro pesante ritocco alla libera circolazione, alle aperture per gli esercizi commerciali, alla ristorazione per «evitare un rapido sovraccarico dei servizi sanitari». Come se non bastasse, si torna a invocare un'altra chiusura delle scuole. A pronunciare la frase che sta mandando fuori di testa milioni di genitori è stato il direttore generale della prevenzione del ministero della Salute, Giovanni Rezza. «Quando si parla di chiusure scolastiche è sempre doloroso. Ma laddove ci sono dei focolai o presenza di varianti è chiaro che tale decisione dolorosa è assolutamente da considerare», ha purtroppo dichiarato il dg mentre illustrava il report settimanale. «Cominciamo a vedere anche focolai nelle scuole e ciò potrebbe essere conseguenza delle varianti che infettano di più i bambini, ma senza forme gravi», ha aggiunto Rezza. Sollecitato dai governatori e dietro insistenza dei ministri delle Autonomie, Mariastella Gelmini, e dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, nei prossimi giorni il Cts fornirà un parere sulla diffusione del Covid negli istituti. Nel frattempo, mentre già il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ha annunciato la chiusura di tutte le scuole da lunedì, mamme e papà si staranno preparando per la controffensiva, ipotizzando barricate contro decisioni che calpestano i diritti dei bambini e dei genitori, costretti a non lavorare per poterli accudire. Certo, fintanto che si plaude alle decisioni del Comitato solo per accontentare gli intellettuali, come fa il ministro della Cultura, Dario Franceschini che ieri twittava: «Il confronto con il Cts e le integrazioni ai protocolli di sicurezza potranno consentire, in zona gialla, la riapertura di teatri e cinema dal 27 marzo, giornata mondiale del teatro, e l'accesso ai musei su prenotazione anche nei weekend», le esigenze di gran parte della società continueranno a essere ignorate. Il ministro del Partito democratico è soddisfatto, nemmeno lo sfiora il dramma che stanno vivendo gli imprenditori che invece devono tenere chiuse palestre e piscine. Lo sport è il settore più penalizzato e il 60% delle associazioni sportive italiane non riaprirà? Ma che volete che sia, rispetto a un teatro che torna a risplendere di mille luci. Ieri, intanto, il numero dei contagi ha superato i 20.000 casi (20.499), come non accadeva dall'inizio del gennaio scorso. I nuovi positivi sono 8.521, le vittime delle 24 ore sono state 253, ovvero 55 in meno rispetto al giorno precedente, i dimessi 11.714 (+0,49%). Il tasso di positività è cresciuto, passando dal 5,6% al 6,3%, i tamponi effettuati sono stati 325.404. Il maggior incremento di casi si è registrato di nuovo in Lombardia (+4.557), che ha 416 pazienti in terapia intensiva; a seguire Emilia Romagna (+2.575) e Campania (+2.519).
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
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