2023-01-18
Cartabia silurata ma la sinistra rischia di aggiudicarsi il vicepresidente Csm
Marta Cartabia (Imagoeconomica)
Difficilmente il candidato di bandiera del centrodestra, dopo il cambio in corsa su Giuseppe Valentino, riuscirà ad avere i voti necessari. Il voto per i consiglieri laici del Csm è stato complicatissimo. La prima chiama è andata a vuoto dopo che, con un colpo di scena clamoroso, era caduta la testa del candidato vicepresidente della maggioranza, l’avvocato Giuseppe Valentino, già parlamentare di Alleanza nazionale dal 1996 al 2013 e attuale presidente della Fondazione An, uno degli aspiranti consiglieri la cui presentazione non era arrivata «direttamente dall’interessato», ma «tramite parlamentari». Già in mattinata era parso chiaro che la sua corsa stesse finendo prima di iniziare. «Ma Valentino non si è avvalso della facoltà di non rispondere come 210 (persona indagata o imputata in un procedimento connesso, ndr) in un processo di criminalità organizzata?», ci aveva chiesto una personalità vicina alla maggioranza. In effetti nel pomeriggio la notizia, presente su Google e facilmente verificabile, è diventata ufficiale su tutti i siti. Le opposizioni hanno chiesto a Fdi di ritirare il suo nome dal pacchetto su cui gli schieramenti erano riusciti a raggiungere un faticoso accordo (per eleggere i 10 laici occorre una maggioranza qualificata). E il partito di Giorgia Meloni ha accettato. Il docente era stato intercettato mentre parlava con l’avvocato Giorgio De Stefano, appartenente all’omonima storica famiglia di ’ndrangheta reggina, e all’ex deputato Psdi, Paolo Romeo, condannato a 25 anni per associazione mafiosa nel processo Gotha. Non sappiamo se i parlamentari che lo avevano proposto lo sapessero, fatto sta che l’avvocato, entrato in lizza il 12 gennaio, è saltato. Lui ai parlamentari di Fdi avrebbe assicurato di non essere indagato, ma nel dubbio è stato sostituito con un professore d’area che si era autocandidato il 5 dicembre, Felice Giuffrè.A quel punto, verso le 20.30, i parlamentari hanno iniziato a rispondere alla seconda chiama. Quando abbiamo chiuso questo pezzo non erano ancora stati proclamati gli eletti e non era chiaro se il sostituto dell’ultima ora avrebbe trovato i numeri.Perso Valentino, la maggioranza potrebbe virare sull’altro candidato forte del centrodestra, quel Fabio Pinelli, già avvocato dell’ex sottosegretario leghista Armando Siri, inserito il 12 gennaio nella lista dei papabili «tramite parlamentari» soprattutto leghisti. Ma sul nome del legale potrebbero convergere anche consiglieri d’altro orientamento. Per esempio, sembra che l’ex presidente diessino della Camera Luciano Violante, nonché ex magistrato, sia tra i suoi estimatori (insieme hanno fondato l’associazione Padovalegge). Ma la partita sarà molto difficile visto che il centrodestra, che può contare su sette consiglieri laici e, forse, sul membro eletto in quota Terzo polo, dovrebbe portare dalla propria parte tutti i togati di Magistratura indipendente, il consigliere fuori dalle correnti Andrea Mirenda e almeno un altro paio di membri del Csm. Anche perché non tutti i magistrati moderati potrebbero essere felici di sedere nella stessa maggioranza di un nome divisivo come il consigliere renziano Ernesto Carbone, l’avvocato calabrese amante del gel celebre per il suo «ciaone» e per le battaglie antimagistrati, soprattutto ai tempi dell’inchiesta Consip. E così anche questa volta rischia di essere scelto dalle componenti vicine al centrosinistra il vicepresidente del parlamentino dei giudici. Sino a ieri nei corridoi dei palazzi che contano il nome più gettonato era quello dell’ex Guardasigilli Marta Cartabia, ma alla fine, come succede spesso, la costituzionalista amata dal Quirinale, dopo essere entrata papessa, è uscita dalle consultazioni cardinale.E così il Pd ha estratto dal cilindro un po’ a sorpresa il settantaduenne Roberto Romboli, professore emerito di diritto costituzionale e di diritto pubblico a Pisa, la città di Enrico Letta. Una personalità lontana dai partiti, ma molto vicina all’Associazione nazionale dei magistrati, ai cui convegni è stato spesso applaudito relatore. Il professore è stato anche componente del Consiglio giudiziario di Firenze, dove la sua moderazione e preparazione sarebbero state apprezzate da tutte le correnti. Uomo certamente di sinistra, allievo di Alessandro Pizzorusso (giurista, ex magistrato e consigliere del Csm), è stato attaccato da Renzi perché si era schierato contro la riforma costituzionale proposta dall’ex premier e bocciata nel referendum del dicembre 2016. Ma l’ostilità del fu Rottamatore potrebbe essere un ulteriore punto a favore di Romboli. I progressisti potranno contare quasi certamente sui dodici voti delle correnti di sinistra e di centro (Area, Unicost e Md) a cui potrebbero unirsi i membri di diritto Pietro Curzio (Area), primo presidente della Cassazione che andrà in pensione il 5 marzo, e Luigi Salvato (Unicost), procuratore generale della Cassazione, e il laico dei 5 stelle, il professor Michele Papa. Sedici voti in tutto, se si considera anche quello del vicepresidente in pectore. Per raggiungere la maggioranza assoluta (17 preferenze) alla sinistra potrebbe bastere il sostegno di Mirenda o di uno dei togati di Mi.Forza Italia ha scelto l’ex parlamentare Enrico Aimi, professore candidato «tramite parlamentari» che sogna ovviamente di strappare a Pinelli la palma di front runner moderato.Ma la partita resta complicatissima. A parziale consolazione, la Meloni è riuscita comunque a proporre più donne di tutti: Rosanna Natoli, avvocato siciliano di Paternò, già candidata alle elezioni, Isabella Bertolini, penalista modenese, ex parlamentare di Forza Italia successivamente transitata nella Lega, e Daniela Bianchini, civilista di Roma, docente universitaria e membro del centro studi Livatino come il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.La Lega ha schierato Claudia Eccher, avvocato di Bolzano, che in carriera ha difeso sia Matteo Salvini che la Lega. Chissà che il centrodestra alla fine non punti proprio su una donna.
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