2025-08-17
La carta della disperazione: «Raspail razzista»
Jean Raspail (Getty Images). Nel riquadro la copertina del libro «Il Campo dei Santi», in edicola con La Verità e Panorama
«La Verità» e «Panorama» portano in edicola «Il Campo dei Santi», opera dello scrittore francese che inquadrò l’invasione dell’Europa da parte degli immigrati con decenni d’anticipo. La stampa rossa si arrampica sui vetri: «Propaganda neofascista».Raccontando la storia editoriale del Campo dei santi, il capolavoro di Jean Raspail acquistabile in questi giorni in edicola con La Verità e Panorama, abbiamo ampiamente raccontato dei feroci attacchi che ha subito dal 1973 (anno dell’uscita) in avanti, e dei dolorosi pregiudizi che hanno contribuito, dalle nostre parti, all’oscuramento del grande autore francese. A quanto pare, l’astio nei confronti di Raspail non è ancora esaurito, anzi. L’uscita del libro con il nostro giornale ha provocato reazioni scomposte, caricaturali e in fondo attese, che però risultano decisamente emblematiche dell’atteggiamento che la cultura progressista continua a mantenere nei riguardi dell’immigrazione di massa e di chiunque provi a smontarne il meccanismo. Il manifesto ha dedicato al Campo dei santi un articolo furente. «Per l’estate 2025 il gruppo editoriale di Maurizio Belpietro ha deciso di portare sotto gli ombrelloni degli italiani non la ristampa di una grande serie di romanzi gialli, tantomeno un instant book sui temi del momento, ma di lanciare in edicola un misconosciuto romanzo degli anni Settanta che è un cult per l’estrema destra razzista di tutto il mondo», ha scritto Valerio Renzi. «Allegato alla Verità e Panorama, sarà possibile acquistare Il campo dei santi, romanzo del 1973 dello scrittore conservatore e tradizionalista Jean Raspail. Si tratta di un romanzo che racconta l’esodo dall’Asia all’Occidente di grandi masse di diseredati che conquistano l’Europa. Letteralmente è il racconto della “grande invasione”, così come viene propagandata con i toni apocalittici dalla destra globale. Il romanzo, un long seller circolato per decenni solo all’interno dei cenacoli neofascisti e del suprematismo bianco, ha conosciuto una certa notorietà all’inizio della prima amministrazione di Donald Trump, quando a citarlo a più riprese era stato Steve Bannon. Il fondatore di Breitbart News, all’epoca considerato il deus ex machina della bestia trumpiana, sarebbe stato “ossessionato” dal romanzo di Raspail. In Italia fino a ieri chi voleva leggerlo poteva acquistarlo presso le Edizioni di Ar di Franco Freda, in buona compagnia con i grandi classici del nazismo e la più varia pubblicistica neofascista (gli intenditori possono pescare anche una raccolta di articoli dell’attuale direttore della Biennale di Venezia, Pietrangelo Buttafuoco). Oggi può comprarlo dal giornalaio, pubblicizzato con il grido “un capolavoro politicamente scorretto che ha previsto il fenomeno dell’immigrazione di massa”». I toni sono quelli consueti. Si tira in ballo il nazismo, si liquida tutto come pubblicistica razzista e suprematista, l’opera di Raspail è presentata alla stregua di un volantino di propaganda. Viene evocato il demonio nero Steve Bannon, appassionato lettore del libro, dimenticando tuttavia che Il campo dei santi fu elogiato anche da parecchi intellettuali francesi non certo nazisti. Ma ai critici gonfi di preconcetti poco importa, quel che conta è demolire l’opera senza nemmeno averla letta. «Il voluminoso romanzo», insiste Il manifesto, «ha resistito all’oblio non tanto per le sue qualità letterarie, quanto per il suo argomento e chiarezza didattica con cui è trattato. Le masse di invasori non hanno volto né nome, sono rappresentate in modo tetro e animalesco, mosse da una necessità biologica e ineluttabile, non hanno rappresentanti né società: la deumanizzazione è la cifra della descrizione. Il campo dei santi però non è solo un campionario di razzismo, ma è soprattutto la denuncia delle illusioni dell’Occidente. [...] Confinato nei circuiti suprematisti e neonazisti, oggi Il campo dei santi è pronto a radicalizzare un elettorato bisognoso di essere rassicurato: se la destra al potere non ci farà vivere meglio, almeno ci assicurerà di essere padroni a casa nostra. A ogni costo». Ecco il punto: l’opera di Raspail servirebbe a «radicalizzare» l’elettorato, come se i cittadini italiani non fossero in grado da soli di vedere (e purtroppo sperimentare) le storture dell’immigrazione di massa e le sue nefaste conseguenze. Peggio del Manifesto riesce a fare la rivista online Valigiablu, che titola: «Diffondere e fomentare intolleranza e odio: La Verità e Panorama distribuiscono uno dei peggiori romanzi razzisti mai pubblicati». Scrive Leonardo Bianchi che «lo scrittore francese, deceduto nel 2020 a 94 anni, non ha previsto assolutamente nulla. E come dimostrano inequivocabilmente tutte le statistiche, in Europa non c’è nessuna invasione migratoria in corso, né c’è stata nel recente passato». Il libro di Raspail sarebbe dunque «insidioso e deleterio: ha infatti anticipato la propaganda xenofoba dell’estrema destra contemporanea, alimentando la leggenda di un’invasione incontrollabile che porterà al crollo della civiltà europea, unicamente intesa come bianca e cristiana». La verità è che Raspail non voleva indottrinare né fomentare nessuno: ha semplicemente previsto con decenni di anticipo ciò che si è verificato in questi anni, piaccia o meno a coloro che sostengono che l’invasione non sia mai avvenuta. Ideologia e propaganda sono piuttosto contenute negli articoli rabbiosi dei vari detrattori del Campo dei santi, i quali debbono demonizzare e denigrare perché non riescono più a negare la realtà. I loro attacchi claudicanti e la loro difesa d’ufficio del mortifero meccanismo migratorio di fatto confermano quanto Raspail avesse ragione.
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