2023-12-11
Caro Valditara, che ne pensa ogni tanto di puntare sul merito?
Giuseppe Valditara (Ansa)
Caro ministro, le scrivo questa cartolina perché siamo un po’ disorientati: già ci sembra strano che tutto il gran parlare che si è fatto attorno al corpo di Giulia sfoci nell’istituzione di corsi di affettività nelle scuole, come se le scuole avessero il compito di insegnare affettività e come se tutto questo potesse davvero evitare le tragedie. Si figuri poi se a presiedere questi corsi si chiama una leader Lgbt come Paola Concia, sposata da 17 anni con una donna, e da sempre impegnata a piazzare asterischi e bandiere arcobaleno dappertutto. Ciò che sembra impossibile è che a ideare questa geniale soluzione sia stato proprio lei: pensavamo infatti fosse stato nominato per applicare il programma del centrodestra. Invece era quello di Luxuria.Travolto dalle polemiche, fortunatamente lei ha fatto retromarcia. Ma non mi tranquillizza affatto. Intanto perché i corsi di affettività restano, seppur «senza alcun garante». E poi perché, dopo questo episodio, non riesco a togliermi dalla testa il dubbio che i nostri ragazzi siano affidati a un ministro che non sa scegliere le persone. Mi sono ricordato infatti di lei l’11 febbraio 2011, al congresso fondativo di Futuro e libertà: prima di Paola Concia aveva scelto Gianfranco Fini. E sotto gli occhi ammirati dell’allora cocco di Napolitano lei attaccava la Lega, accusando addirittura la sanità lombarda di collusioni con la ‘ndrangheta, e puntando tutto sulla nuova era finiana che, assicurava, sarebbe stata capace di portarci nell’età dell’oro. Non è stato così, come è noto: Futuro e libertà è fallita miseramente e lei ha chiesto asilo politico proprio a quella Lega che dal palco attaccava a testa bassa.Il tarlo mi rode: si può fare il ministro senza saper scegliere le persone? Nel 2013, per dire, lei scelse Gabriele Albertini contro Roberto Maroni. Dopo Fini, stava con Monti. Un altro errore. Come quando, da ministro, ha detto che «l’umiliazione dei ragazzi è fondamentale nella costruzione della personalità». «Volevo dire umiltà», ha spiegato dimostrando così di saper sbagliare anche le parole, oltre che le persone. Sbagliò pure quando le contestarono il titolo del suo libro (L’impero romano distrutto dagli immigrati): «È l’editore che sceglie il titolo», si giustificò tremando come una foglia. Evidentemente per diventare ministri dell’Istruzione non basta scegliere persone sbagliate e usare il vocabolario ad minchiam. Bisogna pure ignorare ciò che si scrive.Laureato in diritto romano, già senatore An, poi Pdl, ora in quota Lega, lei ha collaborato con i ministri dell’Istruzione Gelmini e Bussetti (non proprio due predecessori memorabili). Nel settembre 2022, nonostante l’ondata di voti per il centrodestra, non riuscì a farsi eleggere, e quindi è stato nominato ministro, e lei ci ha tenuto ad aggiungere al dicastero la parola «Merito». Ovvio, no? Chi c’è di più meritevole di chi diventa ministro essendo trombato alle elezioni? Rimanemmo un po’ stupiti quando avvallò la scelta del Provveditore di punire con venti giorni di sospensione la maestra sarda che aveva fatto recitare un’Ave Maria in classe. Adesso, finalmente, abbiamo capito perché: stava sperando che in classe si recitasse il vangelo Lgbt.