2024-08-19
        Caro Tedros, il vero virus è lei: comunista e prono a Big Pharma
    
 Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Caro Tedros Ghebreyesus, caro direttore generale Oms, per fortuna ogni tanto arriva un nuovo allarme per ricordarci che lei è sempre lì, avvinghiato alla sua poltrona, a presiedere quell’inutile carrozzone sanitario delle Nazioni Unite, seguendo gli unici due criteri che da sempre la ispirano: Cina&vaccina e proclama un’emergenza.Questa volta, l’emergenza è sul vaiolo delle scimmie. Per la verità il morbo fuori dall’Africa ha fatto meno danni dell’epidemia di unghie incarnite, ma tant’è, lo sappiamo che dalle sue parti un allarme non si nega a nessuno. Solo per rimanere al 2024, l’Oms ha lanciato l’allarme dengue (maggio), l’allarme morbillo (gennaio), l’allarme malattia X (febbraio), l’allarme aviaria (maggio), l’allarme sifilide e supergonorrea (maggio), oltre naturalmente al sempre vivo allarme per il ritorno del Covid (sempre). Al confronto Cassandra era un’ottimista. «Una nuova pandemia ci sarà sicuramente: è in discussione solo il quando», ha fatto sapere lei, quasi compiaciuto, come ogni volta che può annunciare l’arrivo di una disgrazia. Il motivo di questa soddisfazione, per altro, lo sospettiamo da un pezzo. Temiamo che lei sia lì per difendere, più che la salute dei cittadini, quella dei bilanci di Big Pharma, le cui aziende non a caso sono tra i principali finanziatori dell’Organizzazione, Bill Gates in testa. Del resto che lei sia abituato a tutelare più i potenti che il popolo, è noto da tempo. Da quando, quarantenne, nella sua Etiopia, divenne ministro del violento e illiberale governo di Meles Zenawi, senza batter ciglio di fronte alle violazioni dei diritti umani di cui il suo leader si macchiava. Nel 2017, poi, appena nominato direttore generale dell’Oms, come primo atto della sua gestione, nominò il feroce dittatore Robert Mugabe «ambasciatore di buona volontà» dell’Organizzazione. Mugabe, allora molto potente, le aveva garantito i voti necessari per farla eleggere. Fin dai primi passi della sua carriera, insomma, dimostrò di tenere più alla sua cadrega che a tutto il resto. E in seguito non ha fatto che confermare questa sua qualità. Per 40 anni militante del Fronte di Liberazione del Popolo del Tigri, formazione marxista leninista legata alla Cina, lei ha poi studiato ad Harvard ed è entrato nell’Aspen Institute. L’appoggio di Pechino ce l’ha sempre avuto, quello di Big Pharma se l’è conquistato sul campo sostenendo vaccinazioni a tutto spiano, obblighi di punturine nonché piani pandemici sovranazionali. In questo modo è diventato mister Cina&Vaccina: facendosi appoggiare dal peggio del pianeta è riuscito non solo a ottenere nel 2017 l’ambita poltrona all’Oms, ma pure a farsela confermare nel 2022 per altri cinque anni. Tutto ciò nonostante i suoi clamorosi errori: le tre epidemie di colera in Etiopia scambiate per «diarrea acuta» e la pessima gestione del periodo Covid, quando assicurava «non c’è diffusione del virus tra gli umani» (14 gennaio 2020) ed elogiava la Cina per «efficacia e trasparenza» nella gestione dell’emergenza (30 gennaio 2020). Temo a questo punto che saremo costretti a sopportarla ancora, almeno fino al 2027. E perciò mi permetto di scriverle questa cartolina, invitandola a lanciare un allarme sanitario, questa volta sì giustificato: attenti al virus Tedros. Non c’è vaccino che ci salvi.
        Beatrice Venezi (Imagoeconomica)