2022-01-17
Caro Speranza, che cosa aspetta a dimettersi?
Spero che non le sfugga la gravità di queste parole. Lei ha giurato sulla Costituzione. Ma a giudicare dalle parole uscite dal tribunale del Lazio sembra che la Costituzione lei l’abbia tradita. Palesemente. Pesantemente. Caro ministro Speranza, che cosa aspetta a dimettersi? Non possiamo permetterci un ministro della Salute che impedisce ai medici di fare i medici. Cioè di curare le persone nel migliore dei modi. Questo lei ha fatto. Non lo dice Mario Giordano, non lo dice la Verità, non lo dicono i suoi avversari politici e chi la disistima (che pure sono tantissimi): stavolta lo dice un giudice. Nero su bianco. Sentenza del Tar. La circolare ministeriale del 26 aprile 2021 sulle cure domiciliari, quella che anziché suggerire le terapie da adottare, prevedeva un lungo elenco di quelle da evitare, «contrasta con la professionalità del medico e con la sua deontologia professionale impedendo l’utilizzo di terapie ritenute da questi idonee e efficaci». In pratica, caro ministro, lei ha impedito di curare il Covid come si curano le altre malattie. Lo ribadisce il giudice nella conclusione: «Il contenuto della nota ministeriale, imponendo ai medici puntuali e vincolanti scelte terapeutiche, si pone in contrasto con l’attività professionale così come demandata al medico nel termini della scienza e della deontologia professionale».Spero che non le sfugga la gravità di queste parole. Lei ha giurato sulla Costituzione. Ma a giudicare dalle parole uscite dal tribunale del Lazio sembra che la Costituzione lei l’abbia tradita. Palesemente. Pesantemente. Era diventato ministro della Repubblica per garantire agli italiani di essere curati. E invece c’è un tribunale della Repubblica che dice che lei ha usato quella carica per impedire agli italiani di essere curati. Cioè ha fatto l’opposto di quello per cui ha ottenuto la cadrega. L’esatto opposto. Quante volte in questi due anni è comparso in Tv con il tono compunto per farci la predica sulla scienza e sulle regole della medicina? Ebbene: dice il giudice che lei ha obbligato i medici di base a comportamenti «in contrasto» con la scienza e con le regole della medicina. L’esatto opposto, per l’appunto. E noi non possiamo fare a meno di chiederci quante vite si sarebbero potute salvare se ci fosse stato un altro ministro al posto suo.Alle sua balle, purtroppo, ci siamo abituati. Abbiamo avuto persino la fortuna di leggere il suo libro (deteniamo con orgoglio una delle poche copie scampate al frettoloso ritiro dal mercato) che annunciava la vittoria sul Covid nell’ottobre 2020. L’abbiamo sentita mentire in Parlamento quando diceva di non essere intervenuto presso l’Oms per ritirare il report sulla mancanza del piano pandemico mentre gli sms la sbugiardavano. L’abbiamo sentita garantire che l’Italia era preparata alla pandemia, che era la migliore, che era il modello per il mondo, mentre le inchieste hanno dimostrato che avete combinato una serie di pasticci infiniti di cui lei (nella migliore delle ipotesi) non si è accorto. Perciò da tempo pensiamo che sia impossibile fidarsi di uno come lei. Eppure ha sempre resistito al suo posto. Bersani l’ha sempre difesa. Draghi, di conseguenza, pure. Ma adesso, dopo questa sentenza, come sarà possibile far finta di nulla? Un ministro della Salute che impedisce ai medici di curare i malati è evidentemente un pericolo per tutti noi. Dunque se ne deve andare. Oggi stesso. Domani è già tardi.