2020-08-03
Caro Renzi, con i suoi giochetti finirà nel baratro
Caro Matteo Renzi, la prima volta che la incontrai, a una cena in Toscana, lei era presidente della Provincia di Firenze. Ricordo che si discuteva della sua possibile corsa a sindaco della città. Il Pd non la voleva candidare. Qualcuno, allora molto influente, a quel tavolo buttò lì la possibilità di puntare alla medesima carica per conto del centrodestra. Lei non lo escluse. Anzi, per quello che potei intendere, fu anche piuttosto lusingato dalla proposta.Si parlò anche della possibilità di un incontro, già allora, fra lei e Silvio Berlusconi. Non so si tenne realmente, ma quello che è certo è che dopo qualche tempo lei sciolse la riserva: si presentò alle primarie del Pd e sconfisse il candidato ufficiale del partito, Lapo Pistelli, che era stato pure il suo maestro, ottenendo così la candidatura a sindaco di Firenze per conto della sinistra. Fu il primo mal di pancia che diede ai suoi compagni. Di lì cominciò infatti la sua scalata al partito e al potere.Mi è tornato in mente questo episodio, caro Renzi, l'altro giorno al Senato quando l'ho vista tergiversare fino all'ultimo sul voto per mandare a processo Salvini, con un discorso per altro molto ambiguo. Molti domandano quali siano i suoi reali fini di questo strano comportamento, qualcuno ha ipotizzato che dopo Salvini lei voglia mandare a processo anche il premier Conte, con una delle sue manovre ardite. Altri più semplicemente pensano che sia tutta una partita di scambio che l'ha portata, con un partitino del 2 per cento ad occupare con i suoi uomini alcune delle poltrone più importanti nelle commissioni parlamentari, sottraendole con astuzia ai suoi alleati/nemici grillini.Non so dove sia la verità e se devo essere sincero tutto questo mi annoia assai. So da quel nostro primo incontro che lei è da sempre stato abilissimo a tenersi tutte le porte aperte e scegliere in extremis quella che lei giudica conveniente per sé. Però mi chiedo, sinceramente, che senso abbia oggi tutto questo per lei. Forse ce l'aveva allora, quando doveva farsi strada da giovane rampante qual era. Ma adesso, fa ex premier, ex leader, ex uomo più potente d'Italia, che senso ha perdersi continuamente in questi tatticismi per una poltrona in più? O in un giochetto di potere? Nel suo ultimo libro (che mi sono condannato a leggere) lei usa parole alte, la missione della politica, il messaggio ai giovani, l'etica dell'impegno. Poi però, nella realtà, svilisce tutto a misero giochetto, tattica meschina, piccoli opportunismi di corridoio che di sicuro non giovano all'immagine delle nostre istituzioni. E credo che alla fine non gioveranno neppure a lei, caro Renzi: poteva dimostrare di avere qualche colpo d'ala, e invece al massimo riesce ad avere qualche colpo d'aula che non porta da nessuna parte, se non a soddisfare il proprio ego immediato e qualche portaborse. E così ho ripensato a quel nostro antico incontro per dirle: attento, le porte aperte possono essere un'opportunità, si capisce, ma anche un rischio. A volte non portano a nulla. A volte, invece, portano direttamente al baratro.
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