
Dai più rinomati Venezia e Viareggio, a Cento, dove è immancabile l'appuntamento con il caratteristico lancio di peluches e gonfiabili agli spettatori, e Sciacca, dove dal 1616, ogni anno, sfilano per le strade maschere e carri di tutti i tipi.Il Carnevale sembra ormai una festa desueta o confinata esclusivamente al mondo infantile. Peccato, perché le sue origini sono antichissime e narrano la storia di un’Italia che, da sempre, assomiglia più a un mosaico che a un Paese compatto.Se le maschere possono ormai essere considerate trasversali, per quanto radicate in un luogo specifico del nostro territorio, lo stesso non può dirsi delle storie, capaci di mettere in luce peculiarità culturali e geografiche.Allora facciamo un giro tra i Carnevali d’Italia, consapevoli della mancanza di spazio e tempo per poterli raccontare tutti. A proposito di tempo: il Carnevale, quest’anno, inizia sabato 4 febbraio e termina martedì 21.Venezia Non potevamo che iniziare dalla regina dei Carnevali, non solo d’Italia ma del mondo intero: la Serenissima. Del resto, la prima volta che compare la parola Carnevale è il 1094, precisamente in un documento del Doge Vitale Falier.È ciò che si cela dietro a questa festività a essere ammantato da un grande fascino: il Carnevale funge da livella delle differenze sociali. Nessun pericolo per il potere: accettare un periodo di comportamenti fuori dalla norma garantiva una maggiore soddisfazione tra i cittadini e, di conseguenza, una rassicurante tranquillità.A proposito dell’anonimato garantito dal travestimento: nulla di meglio della bàuta, composta da una maschera chiamata larva, da un cappello detto tricorno e dal tabarro, lungo mantello nero. Tuttora, camminando per Venezia in questo periodo, è possibile vedere uomini e donne che adottano questo stratagemma elegante, misterioso e antico che è la bàuta.Il Carnevale di Venezia è anche i suoi eventi, tra cui segnaliamo l’Official Dinner Show dell’11 febbraio e la presentazione della Maria vincitrice in Piazza San Marco. Per tutte le informazioni, basta consultare il sito.DormireHotel Dei Dragomanni, Calle Dose da Ponte, 2711: a pochi minuti da San Marco, ha camere che danno sul Canal Grande;San Lio Tourist House, Campo San Lio, Calle Seconda de la Fava: posizionato tra il Ponte di Rialto e Piazza San Marco, vi si respira un’atmosfera di charme.MangiareTrattoria da’a Marisa, Fondamenta S. Giobbe 652: tipica trattoria veneziana che offre menù fissi;Osteria Al Portego, Calle de la Malvasia, 6014: in questo bacaro vanno provati polenta e schie (gamberetti).ViareggioAltro pilastro della cultura italiana è il Carnevale di Viareggio, che vanta i carri allegorici più grandi del mondo. Una tradizione che risale a fine ‘800 e si rifà alla bravura dei costruttori di imbarcazioni, oltre che di scultori e artisti.Il materiale principe è la cartapesta, che grazie alla sua leggerezza e duttilità consente figure enormi e in movimento. Inoltre i pittori possono sbizzarrirsi su queste forme, tanto che sono tanti gli artisti famosi che, nel tempo, vi hanno apposto le loro firme.Simbolo del Carnevale viareggino è il Burlamacco, clown-mascotte della città. Ma si tratta solo di uno degli elementi che compongono questo variegato mondo.Quest’anno, in particolare, il Carnevale toscano è imperdibile: festeggia infatti i suoi primi 150 anni!I biglietti possono essere acquistati online.DormirePalace Hotel, Via Flavio Gioia 2: sul lungomare di Viareggio, spicca per il suo design;Villa Dofoûr, Via XX Settembre 56: appartamenti confortevoli in villa d’epoca.MangiareRistorante Trinchetto, via Antonio Fratti 86, Viareggio: vista l’ottima cucina di pesce, un must sono gli spaghetti allo scoglio;Osteria Pazza Idea, Piazza Massimo D’Azeglio 41, Viareggio: ristorante raffinato, che propone piatti belli e buoni come gli spaghetti con crudités di gambero rosso.Cento (FE)Pare che il Carnevale, da queste parti, risalga al ‘600. Lo sappiamo grazie ad alcuni affreschi del Guercino, che rappresentano proprio scene di vita carnevalesca.Gemellato con il Carnevale di Rio de Janeiro, è caratterizzato dalle sfilate dei carri, dal lancio di gonfiabili e peluches e dal Patron del Carnevale, che presenta la manifestazione su un palco allestito in Piazza Guercino.La maschera tipica è Tasi, signore rubicondo che tiene al guinzaglio una volpe. La sua rappresentazione in cartapesta viene data alle fiamme durante l’ultima giornata di festeggiamenti.DormireLa Lepre Bianca, Via Di Renazzo 88: vista sulle campagne emiliane. Perfetto per staccare dalla quotidianità;Agriturismo il Bio Nonno, Via Sette Famiglie 5: b&b confortevole e immerso nel verde.MangiareSignora Emilia Cucinoteca, Corso del Guercino 45: situato nel centro cittadino, propone piatti tipici come la cotoletta alla Petroniana;La Rimessa del Golf, Via dei Tigli 4/A: ottimo sia per l’aperitivo che per una cena a base di carne o pesce.Sciacca (AG)Se ne parla a partire da fine Ottocento, ma con ogni probabilità è molto più antico. Sta di fatto che oggi il Carnevale di Sciacca è uno dei Carnevali più popolari d’Italia e di Sicilia (non ha nulla da invidiare a quello di Acireale).Questa festa si distingue per la bellezza dei carri allegorici che sfilano lungo il paese. Si inizia il giovedì grasso, quando le chiavi della città vengono consegnate a Peppe Nappa, maschera siciliana della Commedia dell’Arte, il cui carro guida il corteo fino a martedì grasso.Durante il tragitto, il carro di Peppe Nappa distribuisce salsicce e aranciata, per il giubilo dei presenti. Sempre di martedì grasso, alla fine della sfilata, vengono decretati pubblicamente i carri vincitori in base alle categorie.DormireLa Bifora, Vicolo San Lorenzo: appartamento molto curato vicino al centro di Sciacca;Casale La Zagara, Via Tacito 1/3: residence equidistante dal centro e dalla spiaggia.MangiareOsteria Il Grappolo, Via Conzo 9A: da provare gli spaghetti con vongole e fasolari;Ristorante Le Stranizze, Via Giuseppe Garibaldi: ristorante gourmet dove non farsi mancare le crudités di pesce.
Robert Redford (Getty Images)
Incastrato nel ruolo del «bellone», Robert Redford si è progressivamente distaccato da Hollywood e dai suoi conformismi. Grazie al suo festival indipendente abbiamo Tarantino.
Leone XIV (Ansa)
Nella sua prima intervista, il Papa si conferma non etichettabile: parla di disuguaglianze e cita l’esempio di Musk, ma per rimarcare come la perdita del senso della vita porti all’idolatria del denaro. E chiarisce: il sinodo non deve diventare il parlamento del clero.