2024-12-13
Cardinale tratta un fido con Carlyle per mollare Elliott e tenersi il Milan
Gerry Cardinale (Getty Images)
Nel 2025 scade il prestito (700 milioni con gli interessi) concesso dal fondo Usa dei Singer. RedBird prova a rifinanziare con un altro gruppo per non perdere il club. Avviati i cacciatori di teste per sostituire i managerAlla fine, come succede per ogni prestito che si rispetti, anche il vendor loan (fido del venditore) concesso a metà 2022 dal fondo Elliott a RedBird di Gerry Cardinale per acquistare il Milan, sta venendo al pettine. I circa 550 milioni, scontando un tasso di interesse intorno all’8%, sono diventati quasi 700 e se entro il 31 agosto dell’anno che sta per arrivare non saranno ripagati il club meneghino tornerà nelle mani di Paul e Gordon Singer. Un altro giro di giostra, insomma. In questi giorni sono circolate le voci più disparate. Si è parlato di un riscadenzamento del fido che potrebbe essere allungato di altri tre anni e arrivare fino al 2028 (sì ma a quali tassi) e si è ventilata la possibilità che Cardinale resti nel Milan con una quota di minoranza, ipotesi in realtà non molto credibile. E qui bisogna aprire una parentesi. In caso di mancato pagamento del vendor loan, infatti, non ci troveremmo di fronte a una escussione (espropriazione forzata di un bene del debitore) come quella che ha portato nel 2018 il Milan dalle mani del misterioso cinese Yonghong Li a Elliott, ma alla conversione del prestito in equity. Vuol dire che i Singer si riprenderebbero la maggioranza della società rossonera e Cardinale resterebbe in minoranza. Secondo quanto risulta alla Verità invece la strada che vorrebbe seguire il fondatore di RedBird è tutt’altra. L’uomo d’affari con origini italiane starebbe provando a rifinanziare il prestito con il fondo Carlyle. In Europa e in Italia un uomo di spicco di Carlyle è Marco De Benedetti, secondo figlio dell'Ingegnere, ma l’operazione Milan sarebbe sul tavolo di Nicola Falcinelli, vice responsabile dei finanziamenti ai privati in Europa di Carlyle.Falcinelli ha sede a Londra, ma Carlyle e il suo manager non sono nuovi a puntate nel calcio italiano. «Noi abbiamo investito in un club italiano», evidenziava il managing director del fondo circa un anno fa, «supportando l’acquisizione di una società importante. Eravamo interessati alla Lega ma anche ad altri campionati nazionali: il motivo è molto semplice, noi siamo specializzati e non siamo obbligati a investire nel calcio e nello sport. Noi andiamo a fare le nostre scelte in base a dove vediamo l’opportunità di investimento. Il calcio è un contenuto di alto qualità ed è raro trovarlo». Il club in questione era l’Atalanta e Falcinelli faceva riferimento all’operazione con la quale Carlyle aveva guidato un pool di finanziatori a supporto dell’acquisizione dei bergamaschi da parte di una serie di investitori capitanati da Stephen Pagliuca. «Noi guardiamo», continuava, «a società che hanno asset di qualità che possono essere garanzia del nostro investimento, dai brand per arrivare fino a calciatori, stadi, academy o diritti tv. Se identifichiamo questi asset di qualità che possono renderci comfort nell’investimento, allora lo facciamo». L’Atalanta ha questi requisiti, ma l’identikit corrisponde non poco anche all’attuale situazione del Milan. Sarebbe interessante sapere su quali cifre a a quali tassi di interesse stanno ragionando le parti, e se la somma di rifinanziare faccia riferimento solo ai 700 milioni di cui sopra o anche ad eventuali altri accordi tra Elliott e RedBird. Intanto, non si può non notare, come rivelato da Bloomberg, che Carlyle Group ha raccolto 5,7 miliardi di dollari per il suo ultimo fondo chiuso che ha l’obiettivo di cogliere occasioni di finanziamento. Se si considera anche la leva finanziaria, il fondo disporrà di una potenza di fuoco da 7,1 miliardi di dollari da investire sul mercato. Secondo Alex Popov, responsabile del credito privato di Carlyle, il fondo è tra i più grandi nella sua tipologia.Così come è curiosa un’altra coincidenza. Zlatan Ibrahimovic, senior advisor del Milan per i settori amministrativo, sportivo e commerciale e vero uomo forte di RedBird nel club rossonero, presiede il veicolo d’investimento Cirooo (nell’avventura ha portato con sé anche alcuni calciatori come Marco Verratti e Salvatore Sirigu) e ha investito circa 6,2 milioni di euro nel fondo Carlyle Strategic Partners IV. Senza però portare a casa grandi risultati. Non solo. Perché alla Verità risulta anche che una tra le più note società di cacciatori di teste sia stata attivata per sondare manager che dovrebbero trovare spazio nel nuovo team di management dell’Ac Milan se l’operazione con il fondo Carlyle dovesse andare in porto. Tanti puntini che si uniscono, ma non è detto che alla fine della fiera possano portare a dama. Perché in questi ultimi sette-otto anni di storia del Milan, da quando Silvio Berlusconi ha deciso di lasciare, le vicende societarie del club rossonero si sono contraddistinte per una serie infinita di colpi di scena e di operazioni ai più incomprensibili. Da qua a fine agosto mancano poco meno di nove mesi e sarebbe azzardato pensare che questa strada possa andare in porto senza che ci siano altri intoppi o sorprese.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)