2024-12-13
Cancellare le multe è sacrosanto: ora si rimborsi chi perse lo stipendio
Lo stop alle sanzioni ai non vaccinati è un atto di giustizia dovuto ai cittadini, come mostrano studi e inchieste. Adesso però, oltre a ridare i soldi a chi ha già pagato, il governo dovrebbe risarcire anche i lavoratori sospesi.«Scelta contro la scienza». «Offese le vittime del virus». «Tradito lo Stato». Da Speranza a Burioni, da Pregliasco a Bassetti, dalla Boschi alla Ronzulli, questo il livello delle reazioni alla decisione del governo di cancellare le multe a chi non aveva ottemperato all’obbligo vaccinale. Reazioni alle quali, da parte di alcuni esponenti della maggioranza (Fdi e Lega, perché Forza Italia anche qui gioca con la sinistra), si stanno opponendo tremebonde giustificazioni sulla difficoltà e i costi nel procedere alla riscossione. Invece bisognerebbe dire forte e chiaro che, per una volta, lo Stato ha riconosciuto di aver sbagliato ed è giustamente corso ai ripari, anche se purtroppo solo parzialmente: non si è infatti proceduto, come sembrava in un primo momento, al rimborso per chi le inique sanzioni a suo tempo le aveva pagate. Perché di questo si tratta: aver imposto un obbligo vaccinale sulla base di presupposti falsi. Il tanto richiamato articolo 32 della Costituzione non dice solo che «nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge». Ma aggiunge, cosa della quale spesso tendono a dimenticarsi, che «la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana». Ecco, in questo caso i limiti sono stati violati. Il cosiddetto vaccino non vaccinava, nel senso che non impediva il contagio né la trasmissione della malattia. Quindi imporlo per conseguire quegli scopi (ricordate la balla di Draghi? «Vaccinandosi si ha la certezza di stare tra gente che non si ammala e non fa ammalare») era una truffa. Questo Speranza e compari lo sapevano perfettamente sin dai primi mesi del 2021, come dimostrano le mail dell’Aifa rivelate da Fuori dal coro e dalla Verità. «Ma non diciamolo, altrimenti si uccide il vaccino», si raccomandava il direttore dell’ente preposto a tutelare la salute degli italiani e invece preoccupato della salute del farmaco e delle case che lo producono. La verità è che la stessa Pfizer non aveva neppure testato il suo prodotto per quanto riguarda il blocco dei contagi, come ammise in seguito e come si evinceva chiaramente dal bugiardino. Ma il nostro governo e i nostri scienziati governativi fecero finta di non saperlo. E il dramma è che continuano la finzione anche ora, quando ormai ai veri scienziati di tutto il mondo è chiarissimo che cosa è successo in realtà: tra fine 2021 e inizio 2022 arrivò Omicron, la variante più infettiva ma meno letale del Covid, e immunizzò il mondo. Proprio mentre in Italia ci si incarogniva invece con green pass rafforzati e obblighi per gli ultracinquantenni. Queste sì erano scelte contro la scienza. Ma Burioni era troppo impegnato a farsi perdonare le prime profezie («È più facile essere colpiti da un fulmine o da un meteorite che dal Covid») e aveva indossato quell’uniforme da talebano che ancora oggi ha paura di levarsi persino quando dorme: non sia mai che in sogno gli scappi di dire la verità. Magari anche sugli effetti collaterali, che lui, Speranza e tanti altri si ostinano a negare, ma che purtroppo hanno colpito migliaia e migliaia di persone, rendendo la loro vita un inferno. Quante ne abbiano uccise, peraltro, non si riesce neppure a sapere, se non in rarissimi casi, perché le autopsie non si fanno e in generale i medici, adeguatamente terrorizzati o «conformati» al potere, non hanno tanta voglia di stabilire collegamenti scomodi tra cause ed effetti. Però la cosa veramente incredibile è che nel mondo nel frattempo, come ha scritto ieri Alessandro Rico, sono stati fatti centinaia di studi serissimi e certificati sull’inefficacia e sull’insicurezza dei vaccini anti Covid. E qualche giorno fa 2.000 scienziati hanno rivolto un appello urgente al governo britannico perché sospenda immediatamente le somministrazioni. Hanno accertato, e non per la prima volta, che in molti casi i danni fatti da questi farmaci sono di gran lunga superiori a quelli provocati dal virus. Forse i nostri ex ministri sono troppo occupati a presentare i propri libri autocelebrativi per accorgersene. Forse le nostre virostar sono troppo occupate ad accapigliarsi sui social o a lanciare allarmi per qualche malattia «misteriosa» in Congo per studiarle. E forse molti politici e commentatori non sanno neppure che siano state prodotte. Ma queste indagini esistono e smentiscono tutta la narrazione che ci viene propinata da anni.Quella della pandemia è la storia di una gigantesca menzogna. Dati manipolati in nome della presunta scienza, informazioni nascoste, libertà violate, Costituzione calpestata, scienziati e medici coscienziosi diffamati: tutto per imporre scelte politiche. E sbagliate. Sacrosanto, dunque, voltare pagina. Doveroso cancellare le multe. Altrettanto giusto sarebbe rimborsare chi le ha pagate. E anzi, sarebbe ora di risarcire anche chi (medici, infermieri, poliziotti, insegnanti) ha perso per mesi lo stipendio perché non voleva sottostare a un diktat assurdo. Cara Meloni, restituisca loro il maltolto e se ne freghi delle scontate invettive dei borioni e dei boriosi: tanto ci saranno qualunque cosa lei faccia. Vale la pena di sopportarle per un atto di giustizia.
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