2019-12-16
Claudio Borghi: «Camera furiosa: sul bilancio il governo la sta esautorando»
Il deputato leghista: «L'unico risultato di Giuseppe Conte sul salva Stati è stato far cambiare i comunicati stampa. Perché la Lega si era fidata di lui? È bravo a dissimulare...».Claudio Borghi, deputato leghista, è stato uno dei protagonisti della discussione in Aula intorno alla risoluzione sul Mes. Durissimi i suoi affondi contro Giuseppe Conte, che l'economista del Carroccio considera un traditore.Sul Mes è passata la cosiddetta «logica di pacchetto». Perché non basta a disinnescare le insidie del salva Stati?«La logica di pacchetto è il trucco usato già a giugno».Ovvero?«C'era un risoluzione parlamentare chiara. Il governo ha fatto inserire anche la logica di pacchetto e ha fatto finta di guardare solo quello».E questo cosa ha comportato?«Che il testo della riforma del Mes non era cambiato di una virgola, ma è cambiato il comunicato stampa».Illusionismo?«Un escamotage per dire che lui aveva fatto quello che il Parlamento gli aveva detto di fare».Al momento, comunque, il «pacchetto» non esiste.«Appunto. Lui è doppiamente falso. E adesso sta facendo il bis».Il bis?«È riuscito solo a prendere tempo. Anche se stavolta non posso dirgli che è un traditore».No? «Ha fatto esattamente quello che gli ha imposto la risoluzione parlamentare».Cioè?«Nulla».Un disastro...«Tant'è che ai no Mes del 5 stelle ho chiesto: scusate, ma che ci voleva a fargli dire esplicitamente che il testo della riforma del salva Stati non va bene?».E invece com'è andata?«Lui fatto due cose di cui si sta vantando».Quali?«Ha fatto cambiare anche stavolta il comunicato stampa».In che modo?«Anziché “finalizzare le discussioni", ha fatto scrivere “continuare a lavorare"».E infatti a Bruxelles ha detto: «Qui non si firma nulla».«Esatto. Ma un comunicato stampa non vuol dire nulla».E poi?«Vista la mala parata, sta cominciando a dire che bisogna lavorare sulla subaggregazione dei titoli. Solo che questa era già prevista: lo dice il sito del Mes».Cosa che lei ha denunciato qualche giorno fa su Twitter.«È come dire: sono andato a Torino e dopo aver menato a tutta la squadra dellla Juventus, l'ho costretta a indossare una maglia bianconera...» (risata).Finora non l'ha menzionato e io non gliel'ho chiesto, ma «lui» sarebbe Conte?«E chi se no?».Per lei è un Innominato?«Diciamo che non lo stimo».A soccorrerlo è arrivato il commissario Ue all'Economia, Paolo Gentiloni, aprendo alla revisione del Patto di stabilità. È la volta buona o è l'ennesima dichiarazione d'intenti?«Se i personaggi alla Gentiloni si ribellassero alle regole europee, sarei sorpreso come se il tappetino del mio bagno mi aggredisse...».Un'immagine un po' forte.«D'altronde Gentiloni e Roberto Gualtieri si sono distinti per una lunga tradizione di subalternità acritica all'Ue».Luigi Di Maio, in Aula, non s'è visto. Non tollera di essere stato costretto a rimangiarsi, dopo il «mai con il Pd», pure la battaglia sul Mes?«Anche quell'uomo lì...» (sospira).Parli, parli.«È che umanamente mi dispiace. Mi rendo conto che è in una situazione difficile».A che allude?«Aveva il primo partito d'Italia, ora se lo ritrova in rotta. E non è del tutto colpa sua. Ma gli è mancata la spina dorsale».Su cosa?«Puoi anche rimangiarti il “mai con il Pd", ma non certe battaglie storiche, sapendo benissimo che il colpevole è Conte».Si è fatto umiliare?«Sa di essere stato ingannato da una persona che, oltretutto, lo sbeffeggia, perché per dare addosso a Matteo Salvini deve dare addosso pure a lui».È ostaggio di Beppe Grillo?«Può darsi, ma arriva un punto in cui uno deve fare l'uomo, non la macchietta».La macchietta?«Sta affiorando una certa tradizione napoletana...».Che c'entra Napoli?«Mi viene in mente la figura, da commedia dell'arte, di quello che tira a campare. Però pure lì arriva un momento in cui la macchietta fa partire una rivoluzione».Di Maio deplora il «mercato delle vacche». Ma forse, per la prima volta nella storia recente, abbiamo in Aula dei cambi di casacca con una forte motivazione ideologica.«Non solo. C'è un passaggio dalla maggioranza all'opposizione. Normalmente, accade il contrario».Prendiamo per buona la sua versione: Conte ha tradito il mandato parlamentare. Ma allora la Lega non è correa, visto che si è fidata di lui? Non doveva vigilare di più?«Può sembrare così. Io però mi sento a posto con la coscienza».Perché?«Non potevamo braccarlo. Questo avrebbe significato far cadere prima il governo gialloblù».Dei sospetti li avevate?«In realtà Conte era abile a dissimulare. Diceva a tutti di sì».Vi ha tratti in inganno?«Un po' Salvini è troppo buono, nonostante lo dipingano come il Truce. Un po' quelli come me, ovviamente, non prendevano parte ai vertici a tre. Per cui non restava che fidarsi. In fondo, Conte era un uomo dei 5 stelle».Almeno all'inizio.«E il fatto che i 5 stelle fossero allineati alle nostre posizioni, per noi, era una garanzia».I suoi detrattori attaccano: non è il Mes a essere una profezia di sventura che si autoavvera, ma il putiferio scatenato da Borghi che rischia di scatenare il panico sui mercati.«Trovo infantile la tesi per cui uno dovrebbe stare zitto, se no i mercati cattivi ti puniscono».Nessuna marcia indietro?«Scusi, io faccio il parlamentare. Sono lì apposta per parlare - e proprio per questo ho un'immunità per quello che dico».Conte replica: la Lega contesta il Mes, ma il vero obiettivo è portare l'Italia fuori dall'euro.«La butta in caciara. Non c'entra niente. Tra l'altro, se uno volesse far saltare l'euro, la cosa migliore sarebbe farlo approvare, il Mes...».Se fosse per lei, però, l'Italia uscirebbe dall'euro.«No. Io considero pericolosa un'uscita unilaterale».Come la pensa davvero?«Nel 2013 firmai con altri economisti il Manifesto di solidarietà europea. E lì indicammo la strada».Quale?«Per smantellare l'euro, la prima cosa è far uscire la Germania».La Germania?«È come se lei avesse una pila di monete. Per smontarla, la cosa più facile sarebbe cominciare dall'alto, quindi dalla Germania. Sfilare quelle in basso, che sono i Paesi più deboli, richiede un'enorme abilità ed è un'operazione rischiosa, piena d'incognite».È una tesi sostenuta anche da economisti stimati, come Ashoka Mody. Altrettanti accademici, peraltro di sinistra, hanno firmato un appello contro il Mes. Perché a sinistra non ne prendono atto?«Aderiscono in maniera quasi religiosa ai dogmi euristi».Manovra. Cosa boccia di più? Le tasse annunciate, rimangiate, poi ricomparse e rinviate; l'emendamentino per reintrodurre la cannabis light; o il miliardo e 100 di buco venuto fuori all'ultimo?«La cosa che boccio di più è il metodo».In che senso?«È inaccettabile che uno dei due rami del Parlamento non possa dire la sua sulla legge di bilancio. Ci sono 630 deputati incazzati neri».Anche quelli di maggioranza?«Anche loro, che avevano diritto di proporre emendamenti».L'esautoramento della Camera dovrebbe servire a blindare il fragilissimo equilibrio raggiunto dai giallorossi sul testo?«Credo sia prima di tutto incapacità. Guardi la confusione che hanno creato, ad esempio, con questa storia delle tasse green».Giusto salvare la Popolare di Bari?«Che sia l'occasione per cancellare con un tratto di penna sulla norma sul bail in, perché buchi del genere sono frutto di questi sistemi di destabilizzazione».Cosa intende?«I correntisti non avranno visto l'ora che arrivasse stamattina per portare via i loro soldi: ormai sanno che rischiano grosso».Ed è questo terrore psicologico che crea le crisi bancarie?«Be', un fatto di malaffare non può, da solo, generare un buco da un miliardo».Matteo Renzi se l'è presa di nuovo con Bankitalia.«Se c'è un banchiere che ha sbagliato paghi. Se chi doveva vigilare non ha vigilato paghi. L'unico che non c'entra niente è il correntista».Su questa vicenda, Italia viva ha parlato di grave rottura. Il governo scricchiola. E dove lo trovano quell'altro miliardo per coprire il buco in finanziaria?«La coperta è corta: il 2,2% di deficit non basta. E questi dovevano ottenere flessibilità dall'Europa... Lo sa che, quando governavamo noi, proprio sul deficit si consumò il primo tradimento di Conte?»Davvero?«L'accordo che avevamo raggiunto in maggioranza era il 2,4% sia per lo scorso anno sia per quest'anno. Il che, stimolando l'economia, avrebbe evitato la necessità d'inventare tasse e tassine per trovare i 7 miliardi di gettito aggiuntivo».Invece si chiuse al 2,04%.«Conte cedette subito alle pressioni dell'Europa».Non male, per uno che fa l'avvocato...«Ha ragione Giulio Tremonti: Conte è l'avvocato che patteggia il massimo della pena».
Ecco #DimmiLaVerità dell'11 settembre 2025. Il deputato di Azione Ettore Rosato ci parla della dine del bipolarismo italiano e del destino del centrosinistra. Per lui, «il leader è Conte, non la Schlein».