2022-07-16
Cairo si ricompra un pezzo di Rcs. Al doppio
Urbano Cairo (Imagoeconomica)
Chiusa la battaglia legale con il gruppo americano Blackstone: il patron del Corriere riacquisterà l’edificio storico di via Solferino per 60 milioni, verserà 10 milioni al fondo americano per le spese legali e si è dovuto scusare per averlo tacciato di usura in tribunale.Filtrava da tempo l’ipotesi di un accordo tra il gruppo Rcs e il gruppo Blackstone, alle prese con una battaglia legale durata ormai quattro anni dove Urbano Cairo aveva registrato solo sconfitte. Il patron del Corriere, gravato da una richiesta di risarcimento danni alla corte di New York da 600 milioni di dollari, aveva nicchiato pochi giorni fa alla domanda dei giornalisti su un possibile accordo extragiudiziale tra le parti. Lo stesso fondo statunitense aveva sempre ribadito di non essere disposto a compromessi. Eppure, dopo l’ennesimo successo in tribunale, l’appello sul lodo arbitrale ai primi di giugno, si erano aperti nuovi spiragli di dialogo. L’ex amministratore delegato di Rcs Claudio Calabi, tutto il team Europa di Blackstone insieme con il numero uno di Kryalos Paolo Bottelli, hanno lavorato a lungo per riuscire a trovare una soluzione. Alla fine, l’accordo è stato trovato. E comporta una reciproca rinuncia a tutte le azioni legali. È strutturato in questo modo. Cairo riacquisterà il blocco 1, cioè l’edificio storico della sede del Corriere della Sera in via Solferino, per 60 milioni di euro, ovvero il doppio del prezzo con cui era stato venduto a Blackstone nel 2013. Si tratta dello stesso blocco su cui Rcs (ieri +15% in Borsa dopo la notizia dell’accordo) ha versato in questi nove anni quasi 20 milioni di euro di affitto (due l’anno) sempre al fondo statunitense. A questo vanno aggiunti altri 10 milioni di euro per le spese legali da versare sempre a Blackstone. In più vanno aggiunti, poi, i soldi per gli avvocati che hanno seguito Rcs in questi anni. Infine, Cairo ha dovuto anche riconoscere in un comunicato la correttezza delle operazioni di compravendita del 2013, le stesse che aveva bollato 4 anni fa come un «danno per l’Italia», arrivando a ipotizzare persino il reato di usura in tribunale. «Siamo soddisfatti di aver raggiunto un accordo transattivo con Kryalos e Blackstone su tutti i contenziosi in corso e per l’opportunità di riacquistare la sede storica di via Solferino» ha scritto in una nota il presidente di Rcs. «Accettiamo le decisioni del Tribunale arbitrale e della Corte d’Appello, che hanno accertato la correttezza dell’operato di Kryalos e Blackstone e l’assenza di illeciti o malafede in relazione all’operazione del 2013. Conseguentemente, Rcs dà atto che Blackstone o Kryalos non hanno posto in essere alcuna scorrettezza e si rammarica per il disagio causato dalla controversia. Infine, ringraziamo il dottor Claudio Calabi per il suo contributo al raggiungimento di questo accordo». Alla fine, la transazione verrà a costare a Cairo all’incirca 100 milioni di euro. Insomma, «dopo essersi cosparso il capo di cenere», come si mormora in queste ore nei salotti di Milano, Cairo potrà comunque tirare un sospiro di sollievo, si è levato un macigno dalle scarpe anche perché 100 milioni di euro non sono 600 milioni di dollari. Ai tempi della vendita, il complesso immobiliare era stato suddiviso in tre blocchi distinti: blocco 1 (edificio storico sede del Corriere della Sera in via Solferino), blocco 2 (area via Moscova e via San Marco), blocco 3 (area su via Balzan). Il valore totale fu di 120 milioni di euro, 30 milioni di euro per il blocco 1; 66 milioni di euro per il 2; 24 milioni di euro per il 3. Per Blackstone, che era stata bloccata da Cairo nella cessione del complesso ad Allianz nel 2016 per 250 milioni di euro, si tratta comunque di una vittoria, anche perché grazie alla vendita del blocco 1 è stato ripagato di 2/3 l’investimento fatto 9 anni fa. Allo stesso tempo, il fondo statunitense continua a essere proprietario del blocco 2 e del blocco 3, di sicuro molto remunerativi. Per il primo l’affitto annuo è, infatti, di 6,1 milioni di euro, mentre l’altro costa 1,7 milioni. Qui continuerà a incassare l’affitto in attesa magari di trovare un nuovo compratore. Non solo. La soddisfazione maggiore per il fondo Usa è quella di veder riconosciuta la correttezza del proprio operato. La procura di Milano, archiviando per ben due volte le accuse di usura, come anche lo stesso tribunale arbitrale, avevano già riconosciuto legalmente che Blackstone si era comportata correttamente. Mancavano, però, le scuse di Cairo, che ora sono arrivate. E pensare che nemmeno pochi anni fa Cairo sosteneva l’esatto contrario, cioè che quella vendita era avvenuta in un momento in cui non ci sarebbe stata parità contrattuale tra Blackstone e Rcs: il gruppo editoriale era in piena crisi finanziaria e fu costretto a svendere l'immobile. Bottelli di Kryalos ha spiegato che il gruppo è sempre stato sicuro «di aver agito con professionalità e nel miglior interesse dei nostri quotisti, e siamo soddisfatti dalla positiva soluzione di questa controversia». Infine Blackstone ha ricordato le decisioni «del collegio arbitrale» e della «Corte d’Appello» che hanno confermato la correttezza nel 2013. «Soddisfatti che questa controversia sia ora risolta».
Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo in occasione del suo incontro con il premier greco Kyriakos Mitsotakis.