2024-11-29
«Buy America» per placare Trump. L’ideona della Lagarde contro i dazi
Il capo della Bce propone di aumentare le importazioni dagli Usa per evitare la guerra commerciale. Così indebolisce l’euro di cui è la sola custode e fa salire l’inflazione che dice di voler combattere alzando i tassi.Christine Lagarde ha una terapia per combattere l’ansia che attraversa il mondo temendo il riaccendersi delle guerra commerciale. Che cosa meglio di un corposo una strategia basata su un robusto «libretto degli assegni» per contrastare le spinte protezionistiche del prossimo inquilino della Casa Bianca? Meglio pagare subito che dopo quando il prezzo rischia di essere più salato.Trump ha già annunciato dazi contro Messico, Cina e anche Canada. Se le ammonizioni degli Stati Uniti colpiscono anche i vicini del grande nord, avrà probabilmente pensato il capo della Bce, vuol dire che la situazione è davvero difficile. E così l’economista francese si propone in versione Maga, lo slogan con cui Trump ha vinto le elezioni («Make America great again»). Ecco la soluzione.Perché non comprare più gas naturale liquefatto dagli Stati Uniti? O magari qualche sofisticato gioiello tecnologico per la difesa così da placare le richieste di Trump che vuole l’Europa più armata? Insomma, nessuna ritorsione. Meglio un approccio diplomatico. L’Europa è pronta a pagare ma non esageriamo con i dazi. È un po’ come quando in famiglia si litiga per i programmi Tv e, alla fine, per mettere pace si compra un’altra televisione. Ma, come tutti sappiamo, i buoni propositi tendono a durare fino alla prossima partita di calcio. Lagarde, con la sua solita eleganza e l’immancabile spilla, avverte che una guerra commerciale sarebbe un Risiko dove tutti finiscono per perdere territori e risorse. E se poi cominciamo a mettere il petrolio, il gas e le vendette in gioco, beh, la cosa si fa complicata. Specialmente quando il Pil globale si prepara a fare un bel «salto all’indietro». Ma ehi, Trump sa cosa sta facendo o no? Se vuole fare davvero grande l’America, bisogna ridurre la domanda globale. Peccato che le leggi dell’economia siano più sofisticate di un reality show. Ecco il quadro: Trump alza le tariffe, la Cina si lamenta, l’Europa inizia a preoccuparsi e la Bce avverte che potremmo finire strangolati dai dazi. Nella narrazione della Lagarde non ci sono solo i cinesi nel mirino. No, no. Il prossimo presidente vuole rendere grande l’America (nonostante il fatto che, se la domanda globale cala, la vita diventa difficile per tutti). Così Lagarde prepara il «piano B»: pacchetti di gas liquido, qualche manciata di armi da difesa e la speranza che tutto si risolva con un sorriso e una stretta di mano. Ma attenzione, perché l’equilibrio è sottile. La strategia di Lagarde, per quanto elegante, potrebbe sembrare un po’ troppo pacifica rispetto a quanto sta facendo Trump, che sembra preferire il vecchio metodo del «colpire prima e parlare dopo».Il rischio? Che la resa incondizionata proposta dal capo della Bce finisca per indebolire troppo l’Europa. Già oggi la situazione è difficile. La Germania è in recessione e gli altri, a cominciare dalla Francia, se la passano tutt’altro che bene. Aumentare le importazioni sembra la strada migliore per la desertificazione del sistema produttivo Ue.Infine, non dimentichiamoci di quella meravigliosa prospettiva che la guerra commerciale potrebbe portare a un «reinstradamento». Già, perché quando i cinesi non riescono a vendere i loro prodotti in America, potrebbero decidere di spostarsi in Europa. E noi, che pensavamo di essere fuori dal mirino, ci ritroveremmo a fare i conti con una concorrenza cinese che, improvvisamente, si accampa in un giardino che pensavamo fosse solo nostro. Perché, come insegna Trump, la globalizzazione è bella finché non arriva con un prezzo da pagare.Insomma, siamo tutti in un enorme gioco di scacchi, ma non è chiaro chi stia davvero muovendo i pezzi. Una cosa è certa, però: quando si alzano le tariffe, si rischia sempre di perdere qualche pedina. E alla fine, quando tutto questo polverone si sarà placato, chissà se «rendere grande l’America» sarà stato davvero il piano giusto per tutti.A cominciare dal fatto che consigliare l’acquisto del «made in Usa» non sembra proprio un conforto per l’ Euro. Eppure il compito principale di una Banca centrale è quello di custodire la moneta. Proponendo l’acquisto di prodotti Usa è evidente che si rafforza il dollaro e si indebolisce l’euro. Già la moneta europea se la passa male e i mercati vedono la parità: un dollaro per un euro. Con la possibilità che si arrivi fino a 0,95. Ma davvero Christine Lagarde vuole questo? Una moneta progressivamente più debole che aprirebbe la porta a maggior inflazione? Esattamente il morbo contro cui ha combattuto negli ultimi due anni anche a costo di mandare in recessione l’economia europea. E adesso che fa? Per evitare una guerra commerciale ancora fantasma, manda al massacro l’euro di cui dovrebbe essere la sacerdotessa. Che cosa sta accadendo a Francoforte? Proprio non si capisce.
Chi ha inventato il sistema di posizionamento globale GPS? D’accordo la Difesa Usa, ma quanto a persone, chi è stato il genio inventore?
Piergiorgio Odifreddi (Getty Images)