2025-04-08
Burioni insulta e dice balle? Il Colle lo premia
La virostar ha ricevuto la medaglia di bronzo al merito per «la promozione dei vaccini e la difesa della scienza». Un bel traguardo per un «esperto» che ha affermato tutto e il contrario di tutto sul virus, offeso i non vaccinati («sorci») e bullizzato una disabile.È finito in fondo a una lista di oltre 60 persone e associazioni, primo (ma degli ultimi 25) di una sottocategoria organizzata in ordine alfabetico, però ce l’ha fatta: Roberto Burioni è riuscito a conquistare un’onorificenza istituzionale. Si tratta della medaglia di bronzo «al merito della sanità pubblica», consegnata ieri dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella a volontari, associazioni, professori, medici in pensione. E anche a Burioni, che ha avuto il merito di essersi «distinto per il suo impegno costante a difesa della scienza e nella promozione delle vaccinazioni come indispensabili e fondamentali strumenti di prevenzione della salute pubblica». È un bronzo, si dirà, quello che si dà agli studenti volenterosi di cui si apprezzano gli sforzi a prescindere dai risultati; ma è pur sempre una medaglia, che Burioni non vedeva l’ora di appuntarsi al petto. «È stato il presidente che me l’ha consegnata, quindi per me è stato un onore grandissimo, una grande emozione e una grande soddisfazione», ha dichiarato al termine della cerimonia al Quirinale. Certo, la virostar dell’ospedale San Raffaele di Milano ha dovuto notare che non si è trattato di un titolo conquistato in esclusiva, dato che l’onorificenza è stata riconosciuta a lui insieme con «tante altre persone»; «in realtà ho fatto solo il mio dovere, che è quello di medico e di professore», si è schermito Burioni, ma la simulata modestia ha dato il «là» ai giornalisti per ricordare che questo «dovere» lo ha esposto sui social anche ad «attacchi no-vax». Lui non si è fatto offrire l’imbeccata due volte: «Anche se uno entra nel mirino, deve fare sempre il proprio dovere. C’è gente che ha fatto cose ben più difficili delle mie, essendo nel mirino di gente molto più pericolosa dei no-vax (bontà sua, nda). Ognuno deve fare la propria parte. Io ho provato a farla». E continuerà su questa strada con l’impegno anche sul fronte social «senza tentennamenti», come hanno notato scrupolosamente i cronisti presenti. A proposito di attacchi, qualcuno deve essersi dimenticato di quelli che Burioni, in delirio di onnipotenza, ha riservato a tanti comuni cittadini come Alessia, ragazza disabile bullizzata dalla virostar per il suo aspetto fisico perché sostenitrice leghista. È auspicabile che la medaglia, sia pur di bronzo, non sia stata donata «grazie» alle intemerate della virostar contro le persone che non si erano vaccinate contro il Covid, paragonate da Burioni a gente che puzza, a «cani»,e «sorci». E guai a sbattergli in faccia quelle prove scientifiche che puntualmente smentiscono i suoi assiomi, pena l’epiteto di «asino» o «cavernicolo». È un bronzo, si ribadirà. Colpisce però che la presidenza della Repubblica abbia soppesato le parole una ad una nel vergare le motivazioni del riconoscimento elargito alla virostar: non per meriti riconosciuti sul campo di battaglia della pandemia da Covid ma, più in generale, per gli sforzi titanici di Burioni nel difendere le inoculazioni nonostante l’esitazione vaccinale si diffonda a macchia d’olio. E, con buona pace di tutti i premi di cui potrebbe essere insignito di qui all’eternità, secondo il nuovo direttore dell’Istituto di sanità americano, Jay Bhattacharya del Nih, cresce proprio a causa degli strattoni di medici che comunicano come Burioni. Non a caso, forse, il Quirinale parla di «promozione» delle vaccinazioni: i promo della virostar a favore del vaccino come panacea di tutti i mali sono efficaci quanto quelli di un’influencer. Burioni è una Rita De Crescenzo dei vaccini.È un bronzo, si insisterà, un po’ come la faccia di chi lo ha ricevuto in premio, che sulla salute ha detto tutto il dicibile ma anche il suo contrario. Il 29 gennaio 2020, ad esempio, Burioni predicava da Fazio che «in Italia il rischio è zero» e ancora un mese e mezzo dopo, mentre il Paese chiudeva i battenti, ripeteva che il virus «non è un meteorite», salvo poi correre ai ripari con affermazioni apocalittiche come quella sui bambini «maligni amplificatori di virus». Non si ricordano, tra l’altro, suoi appelli accorati per tenere aperti gli istituti scolastici, presidi fondamentali di educazione e apprendimento, benché le prove scientifiche già a fine 2020 non evidenziassero un’associazione significativa tra la riapertura delle scuole e l’incremento della diffusione del Sars Cov-2, ma tant’è. Anche il lavoro di «promozione» dei vaccini ha subito qualche aggiustamento di tiro: ad aprile 2022, quando era ormai evidente che i sintomi della malattia, già blandi nella fascia 0-19 anni, lo erano ancor di più con Omicron, il virologo scriveva sul suo sito che «dire che solo i bambini che hanno altre malattie sviluppano forme gravi è falso (…). Nell’87% dei casi, i bambini ricoverati durante l’ondata Omicron non erano vaccinati». Ci è voluto un anno affinché la virostar del San Raffaele dichiarasse che «una delle caratteristiche principali della variante Omicron è la sua “marcata” capacità di eludere la risposta immunitaria, sia negli individui precedentemente infettati da Sars Cov-2 che nei soggetti vaccinati». Per fortuna lauree e pubblicazioni non sono ancora del tutto carta straccia se a fine 2022 l’h-Index di Burioni era 29 mentre quello di John Ioannidis, autorevole epidemiologo a Stanford che diffondeva informazioni e suggerimenti su misure di salute pubblica diametralmente opposti ai suoi, arrivava a 172. Ed è lo stesso Burioni che se nel marzo 2022, sollecitato da Fabio Fazio, sosteneva perentoriamente che «chiamare Omicron «un raffreddore» era veramente «una grande forzatura perché rimane un virus contagiosissimo e pericolosissimo», soltanto un anno dopo dichiarava che lo stesso virus aveva come sintomo più frequente «l’insorgenza del mal di gola e della voce rauca», ergo gli stessi sintomi di un comune «raffreddore». Covid o raffreddore che fosse, Burioni lo ha contratto a ottobre 2022, ironia della sorte subito dopo essersi fatto iniettare la quarta dose di vaccino anti Covid: un perfetto testimonial.
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(Totaleu)
Lo ha detto l'eurodeputato di Fratelli d'Italia Pietro Fiocchi, a margine dell'evento al Parlamento europeo «Cacciatori e pescatori contro il divieto di piombo in Europa: i pericoli dietro l'ideologia».
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