2021-07-15
Buoni rendimenti, commissioni basse. I fondi passivi continuano a correre
In Europa il giro d’affari degli Etf ha superato il trilione anche grazie a costi fino a dieci volte inferiori rispetto ai prodotti con una gestione attiva. L’esperto: «Interessanti gli strumenti che puntano sul verde»Nati negli anni Novanta negli Stati Uniti, gli Etf stanno spopolando anche in Italia tra le ire funeste di molti operatori che, attraverso questi strumenti finanziari, non possono godere delle commissioni che di solito i fondi comuni di investimento garantiscono. Le ragioni del loro successo? Costi nettamente inferiori rispetto ai fondi d’investimento e rendimenti interessanti più facili da ottenere. Il motivo è presto detto: il rendimento è quella parte che si ottiene dopo aver pagato le commissioni. Se queste ultime sono alte, il rendimento rischia di essere più risicato A inizio 2021 il mercato europeo ha superato il trilione di euro di masse gestite in Etf, grazie anche all’aumento dei corsi azionari. Una crescita che non mostra segnali di stanchezza, tanto che il leader di mercato Blackrock con il suo marchio di fondi indicizzati iShares prevede che il capitale gestito in Etf raddoppierà quasi in cinque anni.D’altronde, gli investitori sono particolarmente attratti dalle commissioni basse e dalla loro semplicità di funzionamento (replicano passivamente l’andamento di un indice di mercato), come mostra un sondaggio di Jp Morgan asset management. «Una delle principali aree di crescita negli ultimi due anni è stata quella relativa a Etf con obiettivi sostenibili o socialmente responsabili», spiega Fabrizio Arusa, esperto che si occupa degli Etf di Invesco, «Poiché così tante persone scelgono di allineare i propri principi personali con il modo in cui stanno investendo, è probabile che gli Etf che considerano l’impatto ambientale, sociale e di governance (Esg) delle società in cui investono continueranno a essere molto popolari. Oltre a questi prodotti, molti investitori si stanno concentrando anche su soluzioni mirate a combattere il cambiamento climatico, come di Etf che investono in titoli di aziende coinvolte nello sviluppo di fonti di energia più pulite e rinnovabili, come l’energia solare ed eolica».Per avere un termine di paragone, gli Etf su noti indici azionari sono spesso offerti con commissioni annue dello 0,1%. I prodotti attivi, vale a dire i prodotti controllati dal gestore del fondo, di solito costano almeno dieci volte di più. Un fondo d’investimento azionario globale può costare anche il 2,5%-3% l’anno, mentre un Etf sullo stesso comparto lo 0,2%.D’altro canto, c’è chi afferma che in tempi di difficoltà l’intervento di un gestore del fondo possa aiutare a evitare il peggio. «Gli Etf non sono la panacea (come non tutti i fondi d’investimento sono da “rottamare”) e non sono per forza sinonimo di guadagni sicuri», spiega Salvatore Gaziano, direttore investimenti della società di consulenza Soldiexpert scf, «ma per l’industria del risparmio gestito tradizionale (e soprattutto italiana) sono una bella spina nel fianco. In più, per i risparmiatori, sono un’opportunità da valutare perché possono consentire una diversificazione eccezionale a basso costo. Senza contare che un buon consulente li può usare come “mattoni” per costruire un portafoglio ideale che è differente per ciascun risparmiatore».