2023-03-20
Ci raccontano balle pure sulla fine della pandemia
Walter Ricciardi (Imagoeconomica)
Lasciarsi alle spalle il Covid? L’Oms ci pensa, ma le virostar si ribellano. E inventano minacce inesistenti. «Le Scienze» ammette: l’emergenza termina solo quando lo decide la politica. Come volevasi dimostrare.L’Oms non ha ancora decretato ufficialmente la fine della pandemia e già spuntano i nostalgici, gli orfanelli del terrore, quelli che di lasciarsi alle spalle il Covid - e soprattutto l’apparato di controllo che esso ha giustificato - non ne vogliono sapere. Nei giorni scorsi il discusso direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha voluto mostrare un filo di ottimismo: «Sono fiducioso che quest’anno saremo in grado di dire che Covid-19 è finito come emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale», ha detto. «Non ci siamo ancora, ma siamo sicuramente in una posizione molto migliore ora rispetto a qualsiasi altro momento durante la pandemia». Già è abbastanza ridicolo che, nelle attuali condizioni, i vertici dell’organizzazione internazionale ancora tentennino. Ma ancor più grottesche sono alcune delle reazioni che le parole di Tedros hanno suscitato.In prima linea a battere sul tamburo del terrore c’è Eugenia Tognotti, editorialista della Stampa, che ieri ci ha tenuto a ribadire che non tutti gli esperti concordano sulla conclusione della tempesta sanitaria: «Le voci contrarie non sono poche», sostiene. E aggiunge: «Insomma, Covid-19 è ancora una minaccia per la salute, considerato che 5.000 persone muoiono ogni settimana». Persino qualora l’Oms decidesse effettivamente di dichiarare la fine dell’emergenza, secondo la Tognotti non saremmo comunque al riparo: il sipario non calerà «fino a quando resterà irrisolto il mistero dell’origine del Covid-19. E non si saprà se Sars-Cov-2 proviene da animali o se è stato creato, intenzionalmente o accidentalmente, dai ricercatori del vicino Wuhan Institute of Virology». Ma pensa: dopo averci martellato per anni con pangolini e altri malcapitati animaletti, dopo aver bollato come complottista pure il più garbato tentativo di sollevare dubbi, ecco che ora vengono a parlarci di virus scappati dai laboratori, e di misteri da risolvere prima di scrivere la parola fine sul manoscritto del romanzo pandemico. Se non fosse drammatico, ci sarebbe da mettersi a ridere.Tra color che rassegnarsi non vogliono c’è ovviamente anche Walter Ricciardi, ex super consulente del ministro Roberto Speranza. A suo dire, «è ragionevole che l’Oms vada nella direzione di decretare la fine della pandemia. In questo momento, infatti, la circolazione del virus appare più ridotta». Tuttavia (perché ovviamente c’è un tuttavia) «tecnicamente l’Oms può dichiarare la fine di una pandemia quando per più di 40 giorni non ci sono focolai allarmanti nella maggior parte dei Paesi del mondo. Purtroppo ancora non è così, soltanto la settimana scorsa abbiamo avuto 10.ooo morti. L’Oms deve essere molto cauta nell’archiviare l’allarme pandemico, perché di fatto in questo momento, se è vero che abbiamo un trend migliorativo, è anche vero che il virus non è sparito. È importante quindi che non si abbassi la protezione. Rinunciare ad esempio alle campagne vaccinali significa far ripartire tutto». Chiaro: non bisogna abbassare la guardia, bisogna andarci cauti, il virus è ancora in agguato… Dove l’abbiamo già sentita questa manfrina? Ah sì: ce l’hanno ripetuta ogni volta che c’erano da incolpare gli italiani di spargere contagi a causa dei propri «comportamenti scorretti».Curiosamente, in mezzo a questo delirio, uno dei pochi capaci di dirne mezza giusta è Fabrizio Pregliasco. Già candidato fallito con il Partito democratico in Lombardia ora impegnato a riconquistare un po’ di visibilità da televirologo, a Fanpage dichiara che «l’effetto pesante della diffusione del Covid e il concetto di pandemia si stanno lentamente esaurendo. Non c’è ancora una decisione formale, probabilmente l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel breve dichiarerà finita la pandemia. Ciò non vuol dire che avremo zero casi. È chiaro, infatti, che questo virus rimarrà con noi».Ecco, quest’ultimo frase è decisamente fondamentale. Pregliasco ha scodellato una potente verità di cui i più erano già edotti da anni, ma che per tutta la durata della psicosi sanitaria è stata negata con violenza. Eliminare il virus non è possibile: siamo destinati a convivere con esso, tocca farsene una ragione. Eppure per quasi tre anni i governi italiani e il loro codazzo di presunti esperti hanno puntato - per altro senza mai dichiararlo - su una versione mascherata e cialtronesca dell’approccio cosiddetto «zero Covid», rivelatosi fallimentare ovunque sia stato applicato.È in virtù di questo approccio - sostenuto in particolare da Walter Ricciardi - che sono stati imposti prima i lockdown e poi la segregazione per i non vaccinati. Ora anche coloro che l’hanno sostenuto (o comunque non l’hanno osteggiato) si lasciano scappare la verità. Illuminante, a tale proposito, è il titolo di copertina della rivista Le Scienze - di certo non sospettabile di simpatie no vax - il quale ci rivela una notizia strepitosa: «Quando finisce una pandemia? Gli esempi del passato suggeriscono che non lo decide tanto la scomparsa dei casi, quanto la fine della percezione di emergenza». Mauro Capocci, storico della scienza e della medicina all’Università di Pisa, spiega: «Raggiungere l’obiettivo di eradicazione - zero nuovi casi per un determinato periodo di tempo - come momento per la fine della pandemia appare illusorio. Finora una sola malattia umana è stata eradicata del tutto: il vaiolo». Riguardo al Covid, Capocci chiarisce: «Siamo ancora molto lontani dalla meta zero Covid e dall’eradicazione. I vaccini disponibili […] non forniscono la cosiddetta immunità sterilizzante, che permette di interrompere il contagio». Dunque, quando finirà la pandemia? Risposta del professore: «Ciò che sancirà l’uscita dalla pandemia non sarà l’assenza globale di nuove infezioni, ma la fine della percezione di emergenza nelle popolazioni e nelle istituzioni». Interessante: poiché eradicare il virus è impossibile, l’emergenza finisce quando… se ne decreta la fine. Se la pandemia esiste fino a quando suscita paura, significa che a stabilirne la durata è, nei fatti, la politica. Quella che in Italia ha continuato ad alimentare la «percezione di emergenza» per tenere in scacco la popolazione.Che si trattasse di politica e non di «Scienza» lo abbiamo sempre sostenuto, e ora lo ammettono malvolentieri o di sfuggita anche gli adepti in disarmo della Cattedrale sanitaria. Qualcuno di loro insiste a gufare, altri vorrebbero che si passasse oltre e che tutto fosse dimenticato, a partire dalle responsabilità istituzionali. Peccato che i giochetti non funzionino più: la pandemia è finita assieme al dominio della paura. Ciò non vuol dire, però, che possiamo dimenticare quanto accaduto in questi anni. La nostra memoria è molto più lunga del long Covid.
La sede della Corta penale internazionale dell’Aia (Ansa)