2021-11-16
Bugie persino sui malati
«A Genova un paziente oncologico è stato rimandato a casa perché i posti in ospedale sono tutti occupati da no vax». Falso. Ma storie di questo tipo sono quelle che si continuano a raccontare in tv e sui giornali.Noi vaccinati doppia dose e in attesa della terza dobbiamo salvare il Natale dai perfidi grinch no vax, salvare lo shopping da quei fascisti dei no pass e salvarci dai contagi degli untori che occupano corsie e terapie intensive negli ospedali curandosi a spese nostre. Ecco la tempesta mediaticamente perfetta in cui ci ritroviamo ogni giorno, ostaggio di una perenne emergenza che alimenta non solo la polarizzazione del dibattito tra i buoni e i cattivi, ma anche il clima di diffidenza proprio di quella parte della popolazione che deve essere convinta a vaccinarsi.Come funziona il ventilatore mediatico della paura? Prendiamo il «caso Galliera». Tutto ha inizio il 12 novembre quando Andrea De Censi, direttore di struttura complessa Oncologia medica dell'ospedale Galliera di Genova, tiene il suo intervento al festival del sapere di Focus organizzato a Milano. Dal palco, De Censi sgancia la bomba: «Oggi ho passato una giornata alla ricerca di un posto letto per un paziente in chemioterapia, con febbre a 39 e pochissimi globuli bianchi, quindi con un'infezione con rischio di sepsi grave. E non ho potuto ricoverarlo perché nel reparto di malattie infettive c'è un'occupazione molto elevata da parte di pazienti no vax con il Covid. Siamo di fronte a un'altra ondata e nel mio ospedale il 60% almeno dei pazienti ricoverati con il Covid sono no vax e sono i più gravi». Le parole di De Censi vengono riprese dalla giornalista Silvia Pedemonte del Secolo XIX di Genova. Che poi domenica 14 novembre torna sul tema firmando un'intervista a Francesco Canale, direttore sanitario del Galliera, pubblicata dalla Stampa (quotidiano del gruppo Gedi, di cui fa parte anche il Secolo). Titolo: «Letti pieni di no vax, dobbiamo rinunciare a ricoverare altri malati» (e sotto: «Il dirigente interviene sul caso di un paziente oncologico che non ha trovato posto»). La notizia deflagra e viene subito ripresa da altre testate come Ilfattoquotidiano.it («No vax occupano 100% dei posti in rianimazione. Il caso del paziente oncologico curato a casa»), l'Huffington Post («Il primario di Bergamo: “No vax costano troppo". “Tolgono posto ad altri pazienti", dice Genova») e Open («A Genova costretti alle cure oncologiche a casa per i reparti pieni di no vax: E ora sono anche più arroganti e negazionisti»). Sui social scatta lo sdegno: «I posti letto sono tutti occupati dai #novax! Questa non è “libertà", come starnazzate nelle piazze», twitta una certa @LilianaArmato. «Questa è violazione di #Costituzione. Paziente non ricoverato con #tumore per cui non c'è cura; #novax ricoverati con #Covid per cui abbiamo il #vaccino. Gravissimo. Per questo ci vuole #lockdown per i non vaccinati», rilancia un tizio col nickname @BimbePeppe. E al coro si aggiungono anche alcune grandi firme della carta stampata. «Esercizio della domenica: mettersi per un minuto nei panni di un malato oncologico che non trova posto in terapia intensiva perché tutti i letti sono occupati da #novax che hanno preso il #Covid19», cinguetta Monica Guerzoni del Corriere della Sera. «Parlatemi ancora della “libertà" difesa dai no vax no green pass. Animali», attacca Laura Cesaretti del Giornale con tanto di retweet di Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute, Roberto Speranza, e docente di Igiene all'università Cattolica di Roma. Mentre gli indignati social si scatenano, il Tg regionale della Rai riporta un comunicato della direzione sanitaria dell'ospedale Galliera in merito alle dichiarazioni fatte dal professor De Censi due giorni prima: «Al momento in cui si è deciso per l'opzione della terapia domiciliare, presso la S.c. di malattie infettive erano comunque libere due camere di isolamento di II livello che sono destinate per i casi ad alta compromissione immunitaria. Il ricovero sarebbe stato comunque effettuato se l'alternativa della terapia al domicilio non avesse rappresentato una valida possibilità. La direzione valuterà tutti gli elementi per quanto avvenuto e adotterà i dovuti provvedimenti».Del resto, lo stesso Canale aveva smontato il caso nell'intervista di domenica. Bastava andare oltre al titolo e leggere l'articolo. Cosa diceva il direttore sanitario? Che sabato 13 novembre «erano libere le due stanze per i pazienti con gravi carenze di globuli bianchi». E che «non è la prima volta che non si trova posto in malattie infettive e la causa non è solo la pandemia: accadeva anche prima». Ma allora la denuncia sul 60% dei posti letto occupati dai no vax? «Credo che il dottor De Censi abbia agito e parlato così perché vittima, a sua volta, di un'evidente e comprensibile esasperazione dovuta a tutto quello che la pandemia dal suo inizio a oggi ha fatto subire agli operatori sanitari. Si chiama burnout. Siamo tutti molto stanchi e anche arrabbiati perché troppo spesso ci sentiamo impotenti a risolvere i problemi dei pazienti». Insomma, De Censi era esasperato anche perché «i no vax ricoverati ultimamente sono talvolta arroganti e negazionisti». Ma l'occupazione dei posti letto è paragonabile ai tempi peggiori già vissuti?, incalza la giornalista. Risposta: «Siamo molto lontani, per ora, rispetto a quello che abbiamo già visto». L'allarme si è spento ma intanto la paura è stata messa in circolo. Facendo ombra anche ai numeri. Secondo i dati del bollettino regionale di domenica, in Liguria risultavano ospedalizzati 98 pazienti Covid, (5 in meno rispetto al giorno prima) di cui 7 in terapia intensiva (6 non vaccinati e un vaccinato con comorbidità). Di questi, 20 pazienti risultavano ricoverati al Galliera (di cui uno in terapia intensiva) con un +1 rispetto al 13 novembre.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)
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