2023-11-24
Bugie su green pass, vaccini e contagi spacciate per scienza dall’ex ministro
La profilassi fu presentata come efficace e senza effetti avversi. Tutto smentito, dopo che in migliaia furono privati della libertà.Malgrado il cambio di presidenza, scelta da Orazio Schillaci, l'Iss non aggiorna i report sull'efficienza dei sieri.Lo speciale contiene due articoli.Una delle accuse rivolte all’ex ministro della salute Roberto Speranza, nella denuncia depositata alla procura di Roma, è quella di falso ideologico, che consiste nell’attestare il falso in un atto pubblico. Un’accusa interessante, dal punto di vista tecnico, considerato che Speranza, in ogni scellerata iniziativa antipandemica, ha sempre, maniacalmente evocato le cosiddette «evidenze scientifiche». Quali e dove sono? La comunità discute da tre anni su pandemia, origini del virus, lockdown, vaccini ed effetti collaterali e tutto è stato raggiunto tranne l’«unanimità» evocata impropriamente da Speranza.Si prenda ad esempio una delle tante interviste in ginocchio realizzate sulla televisione di Stato da Fabio Fazio: è il 10 ottobre del 2021 e cinque giorni dopo sarebbe entrato in vigore l’obbligo di green pass sul posto di lavoro. Speranza, senza contraddittorio, dichiara che «avere il green pass significa rendere un luogo più sicuro. C’è una larghissima maggioranza delle persone che ha colto fino in fondo che questo è uno strumento di libertà. Abbiamo fortunatamente vaccini efficaci e sicuri». Era una versione meno rude di quella sintetizzata da Mario Draghi con il famigerato «se non ti vaccini, ti ammali, muori e fai morire», ma in sostanza si trattava della stessa bugia. Fin dall’inizio, infatti, come abbiamo documentato da sempre su La Verità, le evidenze scientifiche hanno rilevato che i vaccini sponsorizzati con la massiccia campagna marketing condotta da politica, scienza e media, non garantivano affatto di «rendere i luoghi più sicuri». Lo aveva detto l’Ema a fine dicembre nel primo assessment report sui vaccini a fine 2020, lo aveva ribadito Lancet ad aprile 2021, lo avevano osservato anche i Cdc americani in uno dei primi studi effettuati in Massachusetts a luglio 2021, quando anche gli studi in Israele riscontravano «gravi infezioni, associate ad alto tasso di mortalità, in individui completamente vaccinati» e lo ha ammesso alla fine anche Pfizer. Senza andare troppo lontano, gli stessi dati arrivavano dai bollettini dell’Istituto superiore di sanità. Quali «evidenze» leggeva Speranza? E quali informazioni sono state fornite al ministro sugli eventi avversi? Speranza in realtà, sapeva già da gennaio 2021: le segnalazioni arrivavano a frotte e Aifa le censurava, come emerso dalle email interne diffuse dalla trasmissione Fuori Dal Coro condotta da Mario Giordano. Un anno dopo, commentando la sentenza del tribunale di Firenze di luglio 2022 che integrava una psicologa sospesa perché non vaccinata (con la motivazione che «gli effetti del vaccino non sono prevedibili per la vita e la salute»), Speranza dichiarava furioso: «Sentenza irricevibile di cui dobbiamo vergognarci. È priva di ogni evidenza scientifica, in contrasto con tutte le indicazioni della comunità scientifica internazionale». Quali? Già nel 2021 il database europeo Eudravigilance esondava per le segnalazioni e il Vaers americano passava dal riceverne una media di 60.000 l’anno a 1.700.000 in epoca vaccinale, ma il ministro da quell’orecchio non voleva proprio sentirci. Non a caso, perfino il presidente del Consiglio Draghi spese una parola per la morte della giovane Camilla Canepa, deceduta a soli 18 anni dopo la seconda dose di Astrazeneca, ma il ministro in quella tragica vicenda preferì non entrare. A proposito di Az, dai carteggi interni con il suo fidatissimo Nicola Magrini, allora direttore generale di Aifa, è emerso che a marzo 2021 l’ex ministro cercò di fermare il sequestro di un lotto - che verosimilmente aveva causato la morte del militare Stefano Paternò - disposto dalla procura di Catania. «Le chiederei, dopo un colloquio con il ministro - scriveva Nicola Magrini al procuratore, mettendo in copia Speranza - di sospendere temporaneamente la sua richiesta di sequestro». Un mese dopo, il 15 aprile 2021, Speranza dichiarava senza paura che «tutti i vaccini anti-Covid messi in commercio in Europa sono sicuri, compreso quello di Astrazeneca». La professione di fede nei confronti dei farmaci anti Covid veniva ribadita ancora ad aprile 2022, nell’accogliente salotto di Giovanni Floris, cui Speranza disse non solo che «i vaccini hanno rappresentato uno scudo formidabile anche per le varianti successive» (mentre i contagiati vaccinati occupavano buona parte dei bollettini Iss) ma anche che bisognava assolutamente vaccinare anziani e fragili. «Tra i più fragili già oggi ci può essere un secondo richiamo, che noi raccomandiamo», diceva Speranza a Floris. Non sapeva, il ministro, che già a gennaio 2021 Aifa e ministero della Salute erano consapevoli di non avere dati sui pazienti fragili? Speranza taceva e non diceva nulla neanche sulle segnalazioni pervenute già a inizio 2021 sui neonati allattati da mamme vaccinate. Del resto, fu proprio lui, in spregio alle evidenze scientifiche di allora, a spingere per la vaccinazione degli over 12 a maggio 2021, anche se l’ente vaccinale inglese (JCVI), quello tedesco (Stiko), il Consiglio nazionale di bioetica francese e perfino l’Oms raccomandavano, all’epoca, il principio di massima precauzione nella vaccinazione di bambini e adolescenti. Stesso discorso per le terze dosi nei ragazzi: il ministero fece partire la campagna a fine 2021, ma Ema, ancora a metà febbraio 2022, riportava sul proprio sito che «as concerns children and adolescents, boosters have not been recommended». E sono stati sempre i ragazzi a subire conseguenze dalle decisioni antiscientifiche quando, il 4 dicembre 2021, Ema sconsigliò la somministrazione del vaccino Moderna agli under 18, mentre l’Italia, causa temporanea carenza di fiale Pfizer, ne rafforzava la somministrazione ai più giovani proprio in quel mese. L’importante per Speranza era promuovere i vaccini, nascondendosi dietro una mole di non-evidenze scientifiche.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/bugie-covid-iss-governo-2666344731.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="fermi-a-gennaio-i-dati-iss-sullefficienza-dei-sieri" data-post-id="2666344731" data-published-at="1700780898" data-use-pagination="False"> Fermi a gennaio i dati Iss sull’efficienza dei sieri Nessun cambio di rotta sulla farmacovigilanza dall’Istituto superiore di sanità, nonostante il nuovo corso. Anche sotto la guida di Rocco Bellantone, nominato presidente dell’Iss su proposta del ministro della Salute, Orazio Schillaci, i dati sull’efficacia dei vaccini anti Covid continuano a non venire aggiornati e pubblicati. L’ultimo report «Impatto della vaccinazione e della pregressa diagnosi sul rischio di malattia grave associata a Sars-Cov-2», infatti, è stato pubblicato il 21 aprile 2023, e contiene i dati raccolti tra il 2 gennaio e il 5 febbraio 2023. Un ritardo non comprensibile, soprattutto perché i documenti dovrebbero uscire ogni 30 giorni. «Dal 25 gennaio 2023 i dati relativi alla copertura vaccinale e alla stima dell’efficacia vaccinale non vengono più pubblicati nel presente report», comunicava l’Iss nel suo rapporto esteso datato 1 febbraio 2023 e pubblicato il 3 febbraio. «Viene prodotto, invece, un documento mensile contenente una stima del rischio assoluto di infezione da Sars CoV-2 (sintomatica e asintomatica) e di malattia grave, che tiene conto non solo dello stato vaccinale ma anche di una eventuale infezione pregressa». Ma del documento mensile, appunto, non c’è alcuna traccia. Stesso dicasi per l’Aifa: l’ultimo report sui vaccini Covid, il quattordicesimo, è stato pubblicato lo scorso marzo, con dati fermi al 26 dicembre 2022. Mentre, come più volte denunciato dalla Verità, compilare la scheda per segnalare effetti avversi è, per i non addetti ai lavori, quasi impossibile. A partire dall’individuazione del vaccino ricevuto, riportato insieme ad altri 144 farmaci, con nomi non riconoscibili («Ad26.COV2-S [ricombinante]» per il preparato Janssen, «Chadox1-S» per Astrazeneca, per esempio). Stessa musica per i vaccini a mRna: digitando infatti «Pfizer», o «Moderna», l’utente non troverà nulla. Per individuare il farmaco, è necessario digitare «Comirnaty» o «Spikevax», denominazioni per lo più sconosciute alla maggior parte dei cittadini. «Il segnalatore, che non conosce tali nomi, non inserirà l’indicazione corretta o peggio rinuncerà alla segnalazione», faceva presente il dottor Amato De Monte, in una lettera inviata a ministero della Salute, Iss e Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri. Lettera rimasta senza risposta.
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz (Ansa)
Mario Draghi e Ursula von der Leyen (Ansa)
Il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin (Imagoeconomica). Nel riquadro il programma dell'evento organizzato da La Verità
Charlie Kirk con la moglie Erika Frantzve (Getty Images)