Faro della Commissione sui 6 miliardi usati per la ricapitalizzazione del gruppo nell’era Covid. Misura già bocciata dal Tribunale Ue. Avviato il licenziamento di oltre 2.000 lavoratori in cassa per Alitalia.La Commissione Ue una ne pensa e cento ne fa. Prima, il 3 luglio, dà il via libera alle nozze tra la tedesca Lufthansa e Ita. Poi, ieri, annuncia l’inizio di una indagine sugli aiuti di Stato da 6 miliardi di euro concessi da Berlino in favore di Lufthansa per la sua ricapitalizzazione ai tempi del Covid. Non è chiaro se vi sia un nesso diretto tra le due operazioni che riguardano il vettore tedesco, ma è chiaro che la tempistica degli annunci lascia quantomeno perplessi. Verrebbe da pensare che la nuova Commissione europea abbia preso di mira la Germania. Tutto era iniziato il 25 giugno 2020 con l’approvazione da parte di Bruxelles del quadro temporaneo per gli aiuti di Stato per fare fronte alle difficoltà legate al Covid, ma la decisione era stata successivamente annullata dal Tribunale Ue il 10 maggio 2023. A oggi il ricorso presentato da Lufthansa in merito all’annullamento è ancora pendente. Ecco perché sono partite le indagini da parte di Bruxelles per vederci chiaro e capire se l’operazione possa essere considerata aiuto di Stato da parte della Germania. Va detto che il prestito elargito al colosso tedesco dei cieli è stato già rimborsato. Ai tempi della pandemia, quando le compagnie aeree erano in crisi perché nessuno o quasi prendeva l’aereo a causa dei lockdown, la Germania decise di elargire 6 miliardi di euro attraverso una partecipazione al capitale per 306 milioni di euro, una partecipazione tacita non convertibile in azioni per 4,7 miliardi e una partecipazione tacita convertibile per un altro miliardo. D’altronde la Commissione Ue aveva ritenuto che vi fossero le condizioni decise ai tempi del Covid per sovvenzionare le aziende in difficoltà. Dal canto suo, Lufthansa doveva rispettare alcune condizioni, tra cui il divieto di distribuire dividendi e una completa limitazione della remunerazione dei vertici aziendali, incluso il divieto di pagare bonus. Inoltre, al vettore venne ordinato di cedere fino a 24 slot giornalieri negli aeroporti di Francoforte e Monaco per concedere ai concorrenti un adeguato spazio di mercato.Il problema è che la low cost Ryanair decise di presentare un ricorso, accolto nella sentenza del 10 maggio 2023 dal Tribunale Ue. La Corte di Bruxelles ritenne che vi fossero molti errori di valutazione da parte della squadra antitrust guidata da Margrethe Vestager.Ora, dunque, i giudici di Bruxelles cercheranno di capire, attraverso una indagine scrupolosa, se vi fosse l’ammissibilità agli aiuti o meno. La verità è che l’indagine è parte del procedimento iniziato con la sentenza del maggio 2023 a seguito del ricorso presentato da Ryanair per cui il Tribunale Ue ha annullato l’ammissibilità degli aiuti. Sebbene sia però ancora presto per capire cosa accadrà, viene da pensare che questa indagine non dovrebbe influire sul matrimonio tra Lufthansa e Ita airways, né tantomeno sul solo vettore tedesco a livello di gruppo. Quello che potrebbe accadere, ed è ancora tutto da provare, è che Bruxelles decida di comminare una sanzione alla Germania perché rea di aver aiutato selettivamente una azienda del settore aereo. «Il tempismo di questo annuncio è quantomeno interessante», spiega alla Verità Andrea Giuricin, ad di Tra consulting, società di consulenza specializzata nella consulenza strategica e operativa nel settore delle utility e dei trasporti. «Io non vedo una ripercussione di queste indagini sul progetto Lufthansa-Ita. Inoltre, quei soldi sono già stati rimborsati da parte di Lufthansa perché sono aiuti che tutte le compagnie aeree hanno ricevuto durante il periodo Covid. Al massimo», continua, «potrebbe portare a una sanzione per la Germania, di certo non all’Italia, né tantomeno a Ita. Fa riflettere, però, che l’annuncio arrivi a nemmeno una settimana di distanza dall’annuncio della stessa Ue in cui si dava il via libera tra il vettore tedesco e quello italiano. La dg Comp che ha dato il via libera è la stessa che ha annunciato l’avvio delle indagini».Intanto, i problemi restano per i lavoratori della vecchia Alitalia con i sindacati che chiedono al governo di trovare una soluzione per i dipendenti che non sono passati a Ita. «Il ministero del Lavoro convochi subito le parti sociali e predisponga al più presto una proroga del decreto di cassa integrazione per le lavoratrici e i lavoratori ancora in forza in Alitalia in amministrazione controllata, non si possono lasciare oltre 2.200 persone per strada e non lo consentiremo», scrive Uiltrasporti rivolgendosi al governo e facendo sapere che il 7 luglio è stata inviata una lettera di licenziamento al personale coinvolto.Sempre l’Antitrust Ue, poi, ha reso noto di ritenere corretta la compensazione degli obblighi di servizio pubblico concessa dall’Italia tra il 1° gennaio 2009 e il 31 luglio 2012 a Caremar, società dell’ex gruppo Tirrenia, per la gestione dei servizi di traghetto. Stessa concetto anche per la compensazione data alla compagnia tra il 16 luglio 2015 e il 15 luglio 2024, dopo l’acquisizione di Caremar da parte dell’associazione temporanea di armatori concorrenti Snav e Rifim.
Francesca Albanese (Ansa)
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