2022-03-09
Brunetta si fa la task force. Tutta di sinistra
Un comitato di saggi studierà e valuterà gli effetti che la corsa al Recovery plan produrrà sulla nostra «macchina pubblica» Il ministro è riuscito a non nominare neppure un esperto di area di centrodestra. La squadra sembra scelta da Severino e Monti.L’Italia lo chiedeva da tempo, Covid o non Covid, bombe o non bombe e nonostante i timori per l’inflazione e la crisi energetica. Bisogna assolutamente «valutare l’impatto delle riforme in Italia e nell’Ue», naturalmente alla luce del Pnrr, sul «capitale umano pubblico», che poi sarebbero gli alti burocrati. E allora il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, ha prontamente sfornato un nuovo comitato che studierà e valuterà gli effetti che la corsa al Recovery plan produrranno (si spera) sulla nostra macchina pubblica. E nel nominare i suoi nove componenti, l’economista di Forza Italia non ha smentito l’appartenenza alla grande famiglia del socialismo europeo riuscendo, contemporaneamente, a non nominare neppure un esperto di area di centrodestra e a mettere insieme una squadra che sembra scelta da Paola Severino e Mario Monti, più che da un governo di amplissima coalizione. Il senatore a vita Monti, almeno lui, non c’è nel comitato pro «capitale umano pubblico», ma a vedere i curriculum dei prescelti si nota che l’appartenenza alla Bocconi (di cui Monti fu rettore) o alla Luiss è un evidente fattore di premio. La Severino invece c’è davvero, ma di diritto, in quanto già scelta da Brunetta in persona come presidente della Sna, la Scuola superiore della pubblica amministrazione. L’ex ministro della Giustizia, a cui si deve la norma che ha consentito di far decadere Silvio Berlusconi da parlamentare, oltre che valente penalista, è anche vicepresidente della Luiss, l’università della Confindustria. Stesso discorso per un altro ex ministro come Alberto Bonisoli (M5s), che compare nel nuovo organismo in quanto presidente di Formez Pa, carica che ha ottenuto dalla compagna di partito Fabiana Dadone, predecessore di Brunetta. Per la presidenza è stato scelto il politologo Sergio Fabbrini, che insegna scienza politica e relazioni internazionali. Ovviamente alla Luiss di Roma. Viene dall’ateneo di Trento, pubblica per Laterza e scrive come editorialista sul Sole 24 Ore. Negli anni Novanta, Fabbrini ha partecipato a vari appuntamenti pubblici del Pds, sempre come «tecnico di area». Negli anni Duemila ha fatto campagna contro la legge elettorale «Porcellum», mentre nel marzo 2017 è spuntato al Lingotto nella grande manifestazione per il lancio della candidatura di Matteo Renzi alla segreteria del Pd. Nel nuovo comitato spunta anche il prezzemolino Bernardo Mattarella (55 anni, nipote di Sergio, il capo dello Stato), amministratore delegato del Mediocredito centrale e professore di diritto amministrativo. Sempre alla Luiss, ovvio. Poi c’è Marcella Panucci (51), oggi capo di gabinetto di Brunetta, ma in passato capo della segreteria tecnica della Severino e direttore generale della Confindustria. Da due anni insegna a contrattoDiritto e regolazione pubblica dell’Economia. Non potendosi allontanare troppo dal ministero, dove c’è sempre il rischio che Brunetta metta il filo spinato ai tornelli, anche l’avvocato Panucci ha scelto la Luiss. L’ultima italiana del comitato è Raffaella Saporito (41 anni), curriculum tutto perfettamente centrato sul management delle pubbliche amministrazioni. Tanto è vero che insegna Public management alla scuola di amministrazione aziendale della Bocconi. Poi, ecco la pattuglia di consulenti internazionali che deve dare un tocco europeista al comitato. Si comincia con Marc Lazar, politologo francese, profondo conoscitore dei movimenti di sinistra e firma di Repubblica. Oltre alla cattedra a Parigi, a Scienze politiche, Lazar ha anche un incarico di direttore della «School of government» di un ateneo privato italiano: la Luiss. Con lui c’è anche il tedesco Thomas Christiansen, esperto di istituzioni europee e rapporti con la Cina, cattedra a Maastricht e professore anche in Italia. Alla Luiss, casualmente. Sembra invece sfuggita al recruitment Severino-Luiss l’ultimo componente del comitato, Adrienne Heritier, professoressa emerita di Comparative public policy allo European University institute di Fiesole. Alla prima riunione del comitato, nei giorni scorsi, ha partecipato in videoconferenza anche Brunetta, che ha indicato la strada ai suoi esperti: «Merito, selezione, reclutamento, tecnologie, formazione: sempre di più sul capitale umano e sulle regole, anche degli ascensori sociali, l’Italia deve convergere con l’Europa, la sua comunità di appartenenza». E un po’ oltre il concetto di semplice «comunità di appartenenza» si è spinto il presidente Fabbrini, per il quale «bisogna dotarsi di un termometro per misurare il passaggio da Stato nazionale a Stato membro dell’Unione». Sarà di certo per evitare incertezze e intoppi nell’addio allo Stato nazionale che il duo Brunetta-Severino ha evitato accuratamente di nominare esperti di area centrodestra, o di pescare dalle università pubbliche.