2024-06-11
«Chic e leggeri: siamo il brand del comfort»
Silvio Calvigioni Tombolini (Getty Images)
Silvio Calvigioni Tombolini, il simbolo della terza generazione porta il marchio a Pitti Uomo: «Festeggiamo i 60 anni, crediamo di essere contemporanei conservando le radici. Naturale il binomio con lo sport: agli atleti serve qualcosa di elegante ma comodo nel guardaroba».Sessant’anni e non sentirli. Anzi. Lo spirito è quello di un giovane ragazzo che vede il futuro davanti a sè. Così si presenta Tombolini a Pitti Uomo: carica da vendere e mille progetti da portare avanti con slancio. «Siamo pronti per festeggiare qui a Firenze i primi sessant’anni del brand creato da mio nonno Eugenio», racconta alla Verità Silvio Calvigioni Tombolini, terza generazione di una famiglia che ha da subito puntato in alto. «Sessant’anni di navigazione a volte burrascosa ma spesso con il vento in poppa grazie a una grande truppa che ci ha aiutato ad arrivare a questo primo traguardo molto importante». L’inizio?«Mio nonno è sempre stato nel campo della confezione, era un apprendista diventato sarto con il pallino di rendere la sua sartoria una industria. Aveva nelle sue vene, nelle sue corde l’obiettivo di avere una fabbrica efficiente ed efficace, quindi l’industrializzazione dei prodotti è stata una delle sue grandi mire e c’è riuscito con il suo lavoro, era un grande lavoratore. Aveva iniziato nel 1964 a Urbisaglia, mosso da grandi passioni, un bellissimo uomo che amava il lavoro e lo sport. Noi, ancora oggi dopo 60 anni ci ispiriamo ai suoi valori, cerchiamo, insieme alle nostre maestranze che ci hanno accompagnato in questi 60 anni, di portare avanti i suoi insegnamenti e da alcuni mesi cuciamo all’interno dei nostri abiti il suo motto: “Il futuro ha radici antiche”». Si parte dalla storia per guardare al domani.«Per noi le radici rappresentano molte cose, non sono solo i suoi insegnamenti, le radici sono il territorio le Marche, per noi un riassunto dell’Italia, una regione al plurale in tutti i sensi, siamo immersi nelle colline marchigiane. Quest’anno abbiamo rinnovato il nostro spazio inserendo due ulivi che rappresentano anche la nostra terra, noi abbiamo un’azienda agricola e produciamo anche l’olio Tombolini unendo le passioni di mio nonno, il lavoro, lo sport, il territorio e in ogni valore abbiamo preso spunto per rappresentarlo sia nei prodotti che nell’immagine aziendale. Crediamo di essere contemporanei conservando le radici».Anche lei da sempre in azienda?«Già da piccolo camminavo all’interno della fabbrica insieme alla mia famiglia e a tutti i nostri collaboratori, respirando l’odore delle produzioni, dei tessuti, della sartoria. Insieme, piano piano, abbiamo voluto in questi anni rendere l’azienda sempre più contemporanea. Per noi significa renderla vicina a ciò che i consumatori oggi ricercano quindi un’azienda che a livello di prodotto riesce a dare risposte per quanto riguarda il comfort». In che modo?«Attraverso la collezione Zero Gravity siamo riusciti a dare a tutto il guardaroba maschile una leggerezza inimitabile, siamo l’azienda del comfort, siamo fieri di essere stati primi e stiamo diventando sempre più internazionali grazie a questa linea che ci contraddistingue. Il passo per unire comfort e sport è stato breve: è nata TMB alcune stagioni fa, si è sviluppata in una maniera importante e quest’anno ci siamo regalati per i 60 anni una collaborazione internazionale perché vestiremo per due anni la squadra di Cristiano Ronaldo, l'Al-Nassr in Arabia. Presenteremo questa capsule proprio al Pitti, tutta lavabile in lavatrice, tecnica, con tagli e dettagli sartoriali. Anche in questo caso c'è un collegamento con lo sport, una delle passioni del fondatore. Tutto ritorna, le radici sono i valori la terra, le Marche, il comfort, lo sport pochi elementi distintivi e facilmente comprensibili dal consumatore finale».Voi avete vestito diverse squadre di calcio. «Dall’Inter alla Lazio alla Roma. Quest’anno stiamo vestendo l’Asburgo in Germania. Ma in generale tutti gli sport: vestiamo ad esempio, le gemelle Villa del basket. Gli sportivi hanno sempre bisogno di qualcosa di elegante nel guardaroba, però hanno voglia di indossarlo in maniera semplice e confortevole». Quanti negozi avete nel mondo nel mondo?«Otto negozi monobrand tra la Cina, il Qatar, l’Uzbekistan, il Kazakistan con un piano di sviluppo importante nel Middle East e nel sud Arabia. Abbiamo rinnovato il concept store e al Pitti lo presenteremo. Clienti totali 350. I mercati più importanti sono l’Europa, Nord America e Middle East, Sud America e Australia. La nostra produzione è destinata per il 70% al mercato estero». Il futuro?«Innanzitutto c’è la Fondazione Eugenio Tombolini, che si occuperà di dar vita a una scuola di sartoria interna all’azienda, che ha sede a Colmurano in provincia di Macerata. La fondazione si occuperà quindi di formazione, per avvicinare i giovani al mondo del lavoro ed incentivare i più piccoli alla creatività. Importante sarà il legame della fondazione con lo sport per aiutare e sostenere i ragazzi con le scuole di tutti gli sport. Il rapporto con il territorio è sempre stato determinante, così come quello con le persone. Da qui la naturale propensione a uno sviluppo nel rispetto dell’ambiente e del territorio, iniziato già da tempo. L'obiettivo vedrà anche la riduzione delle emissioni, per rimanere al passo nel mercato in termini di competitività e innovazione. L’azienda ha saputo costruire anno dopo anno una filosofia green, dando vita a prodotti ecosostenibili, puntando sulla durata di vita dei capi, sul riciclo e su una ricerca ad alta tecnologia».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)