
Dopo la grande paura, Francoforte recupera (3,37%), seguita da Milano (2,08%). La Casa Bianca ribalta la finanza: 1.500 miliardi da Pechino, Bruxelles e Berlino.La chiamano «Trump trade». L’aggressività del presidente americano ha cambiato per sempre i parametri della finanza mondiale in meno di una settimana. Piovono miliardi sui mercati da tutte le parti, tranne che dagli Usa. Germania, Ue e Cina aprono le casse. Annunciano maxi investimenti e quindi debito, con l’obiettivo di rispondere ai dazi del presidente americano, che invece punta all’opposto: non fare più debito. Di fronte ai nuovi big spender, è scattata la festa sui mercati dopo i tonfi di inizio settimana, specie in Europa dove l’indice di riferimento della Borsa di Francoforte, il Dax, è salito del 3,37%, segnando il suo miglior progresso in una seduta da novembre 2022. Bene anche Milano, balzata del 2,08%, mentre Parigi si è fermata a +1,56%, appesantita dai dati Pmi pessimi. A muovere i mercati i maxi programmi di investimento annunciati da Unione europea, Germania e Cina. Complessivamente 1.500 miliardi centrati su Difesa e infrastrutture. Colpisce soprattutto l’attivismo di Friderich Merz che, prima ancora della nomina a cancelliere, ha annunciato la rottura di un tabù. Salterà il vincolo di bilancio che imponeva alla Repubblica federale di tenere al guinzaglio il debito pubblico. Era l’argine per esorcizzare gli incubi della iper inflazione degli anni Trenta, che aveva aperto le porte al nazismo. Novant’anni dopo i conti con la storia sono chiusi.Merz ha rivelato un fondo speciale da 500 miliardi, destinato a finanziare la modernizzazione delle infrastrutture e la difesa. Una manovra gigantesca che potrebbe aumentare il tasso di crescita annuale del Paese fino al 2%, a partire dal 2026, se le risorse verranno utilizzate in modo efficiente. Parallelamente, la Commissione europea, sotto la presidenza di Ursula von der Leyen, ha svelato il progetto ReArm Europe, una proposta ambiziosa da 800 miliardi di euro destinata a rafforzare la difesa dell’Unione europea. Questo piano si articola in cinque principali aree: la creazione di uno strumento di prestito europeo per finanziare la Difesa, l’utilizzo dei fondi di coesione, l’incremento degli investimenti nel bilancio dell’Ue, il supporto della Banca europea per gli investimenti e la mobilitazione del capitale privato. La Commissione prevede di emettere obbligazioni per un totale di 150 miliardi di euro, che gli Stati membri ripagheranno in futuro, seguendo un modello simile al Pnrr. Un’altra componente rilevante del piano è la sospensione del Patto di stabilità per le spese pubbliche in difesa, che consente agli Stati membri di destinare fino all’1,5% del Pil per la Difesa, per un periodo massimo di quattro anni. Anche in Cina, il premier Li Qiang ha annunciato investimenti significativi per stimolare la domanda interna, con la creazione di obbligazioni del Tesoro speciali per un valore di circa 180 miliardi di dollari, in aumento rispetto all’anno precedente. Inoltre, la spesa per la Difesa crescerà del 7,2%, continuando l’espansione militare del Paese. Insieme, questi investimenti soprattutto europei non solo puntano a modernizzare le infrastrutture e a rafforzare le capacità difensive di Germania e Unione europea, ma anche a stimolare l’economia globale, portando con sé possibili effetti positivi per il mercato e un allentamento delle politiche monetarie. La Bce, oggi, è attesa da un nuovo taglio dei tassi di interesse. Un’altra buona notizia per i mercati.
L' Altro Picasso, allestimento della mostra, Aosta. Ph: S. Venturini
Al Museo Archeologico Regionale di Aosta una mostra (sino al 19 ottobre 2025) che ripercorre la vita e le opere di Pablo Picasso svelando le profonde influenze che ebbero sulla sua arte le sue origini e le tradizioni familiari. Un’esposizione affascinante, fra ceramiche, incisioni, design scenografico e le varie tecniche artistiche utilizzate dall’inarrivabile genio spagnolo.
Jose Mourinho (Getty Images)
Con l’esonero dal Fenerbahce, si è chiusa la sua parentesi da «Special One». Ma come in ogni suo divorzio calcistico, ha incassato una ricca buonuscita. In campo era un fiasco, in panchina un asso. Amava avere molti nemici. Anche se uno tentò di accoltellarlo.