2021-12-29
Per Bonomi il Pil è fermo per colpa dei no vax
Carlo Bonomi (Getty Images)
Il presidente di Confindustria chiede al governo di introdurre la puntura obbligatoria e addossa a chi la rifiuta la colpa della crisi. Sui veri problemi, come inflazione e spread, non esce dallo schema degli aiuti pubblici. Mentre servirebbe libertà di impresa.Che sciocchi a non essercene accorti. A bloccare la ripresa dell’Italia sono i no vax. E il presidente degli industriali, Carlo Bonomi, ha pronta la ricetta: l’obbligo vaccinale per tutti. «Gli italiani», ha spiegato dalle colonne del Messaggero, «hanno dato prova di grande responsabilità. Bisogna darsi degli obiettivi, è importante comprendere che è una battaglia di medio e lungo periodo ed evitare che i no vax vanifichino i sacrifici fatti fin qui. Stiamo pagando, penso ai numeri in crescita di questi giorni, i ritardi del passato. Non dobbiamo mettere il Paese in pericolo, non possiamo farlo», ha aggiunto. «Ora è il momento di costruire l’Italia del futuro, nell’interesse di tutti, senza alcuna bandierina di sorta». Secondo il capo degli industriali si è perso così tanto tempo che non c’è più da attendere. L’obbligo vaccinale s’ha da fare subito. Dalla prima frase all’ultima dell’intervista Bonomi non vacilla in questa sicurezza. Nonostante elenchi altri problemi che affliggono il Pil e si lamenti della manovra (che ha tolto alle aziende parecchi sussidi) resta fermo attorno al suo target: i no vax. Lungi da noi volerla smontare con i fatti, questa certezza. Anche se ci vorrebbe poco. Basterebbe elencare il caos attuale, gli errori e i danni causati dal green pass così come il problema dei tamponi, l’inefficienza della pubblica amministrazione, il sistema di tracciabilità saltato e l’enorme casistica di positivi contagiati e vaccinati che non riescono a lavorare. Detto questo, ciò che ci lascia basiti non è l’errore insito nella richiesta ma la bocca dalla quale esce.la richiestaIl capo degli industriali sta assistendo al periodo più complesso della nostra storia - la fine della globalizzazione come è stata costruita a partire dal Duemila, il ritorno di un’inflazione che per certi versi sarà simile a quella vissuta negli anni Settanta - e resta convinto che con il green pass e l’obbligo vaccinale le aziende potranno continuare a produrre. È vero che i temi sanitari sono anche temi industriali, ma non vorremmo disilludere Bonomi. Anche con tutti vaccinati l’economia sarebbe in crisi lo stesso. Bisogna segnalare che nella seconda metà dell’intervista il capo degli industriali si dedica anche al problema dell’energia. Ma oltre agli slogan non sembra voler dettare l’agenda al governo. Condannando gli errori di politica di approvvigionamento degli anni scorsi, si dice certo che lo choc dei prezzi delle materie prime, gas e corrente, si ribalteranno tutti sulle imprese, almeno quelle che resteranno in piedi per via della transizione ecologica. Anche sul tema dell’inflazione, Bonomi ammette che i maggiori costi saranno ribaltati sui consumatori. E non illustra alternative. Invece su questo gli industriali dovrebbero strepitare. Se crollano i consumi il Pil si spezza veramente e quando ci saranno i blackout le aziende si spegneranno. Allora le gambe della ripresa si spezzeranno del tutto. E non ci sarà sostegno pubblico o incentivi che tengano. Eppure anche per queste malattie il capo degli industriali vorrebbe usare l’unguento pubblico. Si risolve tutto con le riforme dello Stato e con il Pnrr. Secondo il numero uno degli industriali, «è stata smarrita la stella polare della crescita. Solo puntando sullo sviluppo potremo ripagare il debito che si è già creato e che contrarremo con il Pnrr. Nel 2024, voglio sottolinearlo, la crescita stimata è all’1,5%. Insomma, credo sia il momento, e lo ripeto da mesi, di puntare a un deciso sostegno agli investimenti privati. Lo spread sta tornando a crescere, nonostante il presidente Draghi. I partiti devono riflettere su questo invece che litigare». Una frase che va bene sempre. D’altronde lo stesso concetto l’aveva usato nel 2020 quando si era tenuta l’assemblea alla presenza di Giuseppe Conte. E probabilmente sarà ripetuto l’anno prossimo quando saremo a discutere del Pnrr. Non sarebbe invece male avere una Confindustria meno statalista che sia disposta a chiedere allo Stato di fare uno, dieci passi indietro e lasciare libertà d’impresa. In cambio si rinuncia ai sussidi ma si chiede fermamente il taglio delle tasse. Non solo quelle sull’energia, ma tutte le altre. Allora sì che riducendo la spesa pubblica le cose potranno cambiare. Allo Stato spetterebbe regolare, agli industriali fare impresa. In questo senso pensare che con nuove leggi come quella sull’obbligo vaccinale lo Stato possa risolvere i problemi delle imprese significa stringere l’occhiolino all’ideologia comunista. Per carità, quella 4.0. Pur sempre però nasconde il desiderio nemmeno tanto recondito di farsi allattare dalla mamma Pubblica.la riforma Certo, per strappare il cerotto Confindustria potrebbe anche chiedere al governo di sfilare dall’associazione tutte le partecipate pubbliche. Tra l’altro esiste da tempo una legge, finita in qualche cassetto, e firmata dalla Lega che mira allo stesso obiettivo. A quel punto gli industriali potrebbero tornare a fare sana opposizione. Chiedere ad alta voce interventi di natura economica. Stando però da un lato della barricata: quello dove si produce, non dove si fanno le leggi.
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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