2023-08-06
Bonaccini frigna per avere più soldi. Ma non riesce a riparare una strada
Stefano Bonaccini (Imagoeconomica)
Con un video, gli abitanti di un paese dell’Emilia-Romagna hanno denunciato che, a tre mesi dall’alluvione, sono ancora isolati: «Ci dicono che non ci sono fondi e progetti». Solo promesse dal governatore in affanno.Servono soldi subito». Stefano Bonaccini ha un solo refrain, ripete a nastro una sola frase e bussa al governo di centrodestra come se una delle Regioni più ricche e, secondo la vulgata, più efficienti d’Italia non fosse in grado di intervenire su nulla e di riparare nulla dopo l’alluvione di tre mesi fa. Neppure una strada. Non un’autostrada, non un viadotto, non un ponte. Ma una semplice strada.Così suona surreale la difesa di Regione Emilia-Romagna e ancora di più quella di Bologna Città metropolitana, messe alle corde da un video virale sui social girato da un gruppo di abitanti di Fontanelice (Bologna) che hanno le attività isolate, prigionieri dopo 90 giorni del nulla cosmico di chi dovrebbe occuparsi di loro in prossimità.«A tre mesi dalle forti piogge che hanno colpito l’Appennino e causato centinaia di enormi frane su tutto il territorio, la situazione è ancora quella. Purtroppo l’inverno è alle porte e se quello che ci viene prospettato è l’evacuazione delle nostre famiglie e delle nostre aziende non possiamo restare fermi», denunciano Stefano Colli, Lara Tonelli, Marco e Roberto Ronchini, titolari di altrettante aziende agricole e agriturismi. Mostrano un tratto della strada provinciale 33, la via Renana, che dovrebbe collegare le province di Bologna e Ravenna attraverso l’Appennino. È un nastro d’asfalto a due corsie distrutto, franato, parcellizzato, ostruito da detriti e da alberi caduti, inutilizzabile e pericoloso. Ma è anche l’unica via diretta per far transitare mezzi di trasporto, per collegare le loro attività alla vita. Hanno chiesto l’aiuto del Comune, rimbalzati. Hanno chiesto quello della Provincia, rimbalzati. Hanno bussato a Bologna Città metropolitana, poi alla Regione. Niente di niente, solo slogan come quello del governatore su Facebook: «La Regione è al fianco di chi è stato colpito. Oggi, domani. Sempre». At salut. Il progressismo pop ha le tasche vuote.Unica reazione all’uscita del video: Bonaccini che promette soluzioni e chiede soldi a Palazzo Chigi dopo lo stanziamento di quattro miliardi. Come se, attingendo alle pieghe di un bilancio regionale, non si potesse riparare una strada. Allora i quattro piccoli imprenditori insistono: «Le istituzioni ci dicono che non ci sono i fondi per sistemare le strade, non ci sono i progetti. Ci sono tantissime famiglie e decine di aziende che tutti i giorni mettono a rischio la propria incolumità e sicurezza passando attraverso la strada comunale detta “strappo di Pantani” o “salita del cane” che è pericolosissima, strettissima e con delle fortissime pendenze. Chiediamo il vostro aiuto perché questa importantissima strada venga riaperta. O che, almeno, ci venga dato il permesso, a noi che viviamo su queste terre e su queste strade, di poter ripulire e riaprire».La postilla è fondamentale perché in Emilia-Romagna vige una legge green che impedisce di raccogliere legname, pulire i boschi, toccare alcunché (a costo di multe salate) in nome dell’ecologismo militante che piace a Elly Schlein, ex vicepresidente regionale con delega alla transizione ecologica. Per bypassare l’inerte pianto greco della sinistra territoriale, ieri il ministro Matteo Salvini ha parlato della vicenda con il commissario straordinario, generale Francesco Figliuolo, e ha sollecitato un intervento. Una nota del ministero dei Trasporti sottolinea: «La Provinciale 33 ripropone il problema della riforma delle Province, svuotate di fondi e competenze nonostante ci sia la necessità di un efficiente controllo del territorio a partire dai collegamenti».La capogruppo in Regione Emilia-Romagna, Marta Evangelisti (Fratelli d’Italia) accusa la sinistra al governo regionale di «inutili e sterili polemiche. Con la visita del commissario Figliuolo di inizio settimana si sbloccheranno situazioni come questa, dove occorre intervenire prontamente e rispetto a cui non sono risolutivi i comunicati tardivi di Città metropolitana e Regione. Invece di fare polemiche dovrebbero agire sul territorio concretamente». Diego Baccilieri, capogruppo di minoranza in Città metropolitana, critica «il leit motiv adoperato dall’ente nel vano tentativo di coprire i propri ritardi nel segnalare e intervenire su situazioni ben note».Il gioco mediatico è perfino scoperto. Dal primo minuto i Bonaccini boys avrebbero voluto gestire in proprio la ricostruzione e i fondi allegati nonostante le responsabilità politiche sul pregresso (vasche di laminazione, argini, leggi restrittive, ritardi). Il governatore aspirava a diventare commissario e, quando si è visto sopravanzare da Figliuolo, è sbottato: «Con lui ha vinto il modello centralistico, una scelta sbagliata». Ora chiede altri soldi, si lamenta perché «dei nove miliardi di danni certificati ne sono stati stanziati solo quattro». Nel frattempo, a tre mesi dal disastro, alcuni suoi concittadini sono ancora isolati. «La Regione è al fianco di chi è stato colpito», tuona. Al fianco, senza muovere un dito.
Chicco Testa (Imagoeconomica)