2023-11-26
A Bologna l’imam salafita converte un bimbo all’islam in diretta social
Nei suoi sermoni, Zulfiqar Khan difende a spada tratta Hamas e insulta gli ebrei.A due passi dalla stazione di Bologna insegnano il Corano e la lingua araba, è possibile sposarsi con il rito islamico e convertirsi pubblicamente in diretta Facebook. L’imam salafita, Zulfiqar Khan, barba lunga, abiti tradizionali e copricapo da predicatore, se ne va in tv a dire che «gli ebrei sono ingannatori» e difende Hamas a spada tratta. Poi rilancia gli scontri da talk show sulla pagina social del centro culturale islamico bolognese denominato Iqraa (quasi 4.000 follower), che pubblica costantemente i suoi sermoni. La telecamera è fissa su di lui. In alcuni video stringe un pesante bastone nella mano sinistra e predica alternando l’arabo all’italiano. In altri, con un banner del Centro islamico come sfondo, ha entrambe le mani libere e, tra una conversione e l’altra, fornisce la sua personalissima lettura del conflitto a Gaza. Momenti di conversione ne documenta diversi. Compreso quello di un bambino. Il piccolo è seduto tra mamma e papà. Lei porta il velo. «Vi diranno loro», dice l’imam, «come hanno fatto a tornare verso la religione di pace». La mamma spiega subito: «Nel 2017 ho fatto la Shahadah (la testimonianza di fede, ndr) molto felicemente e con tanta gioia nel cuore. Ho trovato Dio come lo cercavo da una vita». Poi, emozionata, aggiunge: «Ringrazio Allah per avermi scelto come sua serva ed è a lui che consegno oggi anche mio figlio». Il proclama di conversione di un bambino in diretta web tv forse in Italia non si era mai visto. Anche il papà (che solo il 9 aprile scorso aveva postato sui social il fotobook di una rappresentazione della Via crucis) si dice felicissimo e quando l’emozione comincia a mettergli i bastoni tra le ruote l’imam gli si avvicina, gli poggia una mano sulla spalla e spiega: «Come avete sentito non c’è nessun tipo di costrizione, nessuno sforzo». Poi l’imam si abbassa all’altezza del piccolo e gli ricorda la frase che dovrà pronunciare per diventare un buon musulmano. Prima in arabo. Mentre il bambino pronuncia le parole, la mamma, che gli mantiene sollevata una mano, cerca più volte di alzargli il dito indice (un segno che i musulmani usano per indicare che esiste un solo Dio). Poi si procede in italiano e per frasi brevi, prima pronunciate dall’imam con tono solenne, poi dal bimbo. «Io testimonio», afferma l’imam. Il piccolo ripete. «Che non c’è nessun Dio». Il piccolo ripete. «All’infuori di Allah». Il piccolo ripete. «E testimonio che Mohamed è messaggero e servo di Allah». Quando il bambino termina di pronunciare la frase parte un lungo applauso. Infine l’imam gli consegna un regalo contenuto in una sportina elegante: il Corano. E gli dice: «Questo è per bambini, per adulti, per datori di lavoro e per insegnanti. Per tutti vale lo stesso messaggio. Studia e impara». La mamma sceglie per lui il nome in arabo. Lui lo accetta e tutti gli altri ragazzini presenti si mettono in fila per abbracciarlo uno per volta. Zulfiqar Khan, radici ben salde nella versione salafita dell’islam, sembra voler mettersi al passo con le star della predicazione sul Web che dilagano in Europa. In Germania, per esempio, c’è il salafita Ahmad Armih alias Ahmad Abul Baraa. Di origine palestinese, ha circa cinquant'anni ma non fornisce la sua età esatta. Baraa è ormai diventato un’autorità di spicco sulle questioni islamiche in Germania e in Austria dove congiunge in matrimonio islamico decine di coppie e converte tutti coloro che si avvicinano all’islam, bambini compresi. Popolarissimo sui social Abul Baraa su Instagram ha 34.500 follower mentre sul suo canale Youtube può contare su 90.800 iscritti che seguono i sermoni contenuti nei 2.368 video pubblicati. Importante la sua presenza anche su Tik tok, dove i follower sono 60.900. I suoi video sono apparsi anche sullo schermo del cellulare del quattordicenne che, come parte di un gruppo di tre sospetti jihadisti, è sospettato di aver pianificato un attacco terroristico alla recente Vienna rainbow parade. Questo è ciò che ha detto proprio l’indagato nel suo interrogatorio davanti alla polizia. E Zulfiqar Khan sembra cercare di far crescere la sua influenza proprio attraverso i social. Negli ultimi interventi se la prende molto con i giornalisti, che «fanno passare Hamas per una organizzazione terroristica, appoggiando al cento per cento il governo israeliano». La grande «fake news», secondo Khan, «è Hamas che ha attaccato Israele». Il 15 ottobre era in piazza. Alle sue spalle sventolano le bandiere rosse dei Cobas. E in quella occasione si lascia andare a pesanti commenti su «chi ha ucciso i profeti», mentre in coro i manifestanti urlano «Palestina libera». Andando ancora indietro nel tempo è possibile trovare post con indicazioni sulle donne che vivono nella stessa casa con i cognati, critiche all’Ucoii (l’Unione delle comunità islamiche in Italia) sul calcolo delle fasi lunari ed elucubrazioni sulla festa del Natale. Ma anche tutte le preghiere del venerdì nelle quali illustra ai fedeli le sue versioni delle sure coraniche. Da salafita.
(Totaleu)
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