2018-04-11
Bolloré molla la presa su Canal plus: il soldato di Bazoli si candida per Tim
Il finanziere lascia la presidenza della controllata di Vivendi per avere le mani libere in vista dello scontro con Elliott. Mentre il sindaco Franco Dalla Sega, già Mittel e Apsa, si prepara a combattere nelle retrovie.Le telecomunicazioni in questi giorni sono un porto di mare. Chi entra, chi esce e soprattutto chi cerca di mettere radici. Così se da un lato il finanziere bretone, Vincent Bolloré, annuncia di aver lasciato la presidenza di Canal plus, controllata di Vivendi che fino a poche settimane fa si sarebbe dovuta fidanzare con Tim, dall'altro la finanza cattolica muove nuovi passi per diventare riferimento finanziario della vecchia Telecom. L'azienda è oggi contesa da francesi e da americani (fondo Elliott) con il sostegno dello Stato tramite il suo braccio armato, Cassa depositi e prestiti. Tra i candidati a sindaci supplenti di Tim sponsorizzati dai fondi italiani del Comitato gestori (possiedono l'1,5% delle azioni), e la cui scelta definitiva si perfezionerà in vista dell'assemblea, spunta Franco Dalla Sega. Nel 2014 Jorge Mario Bergoglio lo ha scelto come consulente speciale dell'Apsa (Amministrazione del patrimonio della sede apostolica). Il professore della Cattolica di Milano è rimasto nell'incarico per poco tempo, ma ciò che è certo è che ha portato con sé tutte le sue conoscenze ed esperienze precedenti. Già sindaco e poi membro del consiglio di sorveglianza di banca Intesa, a capo di quello della Mittel e, in sostanza, maresciallo del presidente emerito di Cà de Sass e «fondatore» di Ubi Banca, Giovanni Bazoli. Sempre nello stesso anno il professore della Cattolica è stato presidente della Mittel la creatura di Romain Zalesky, finanziere franco polacco molto amico di Bazoli nonché cittadino onorario di Borno in provincia di Brescia a partire dal 2006, la stessa cittadina che nel 2014 ha consegnato le chiavi virtuali anche alla moglie Helene e al cardinale Giovanni Battista Re, grande eminenza bianca in Vaticano. Dalla Sega ha avuto il delicato compito di traghettare (con successo) Mittel dal passato della Carlo Tassara a una nuova holding industriale del gruppo marchigiano Stocchi. L'incarico era di fiducia perché le perdite pregresse di Zalesky andavano risolte una volta per tutte. E non a caso Bazoli ha scelto un grande professionista, lo stesso che potrebbe entrare fra poche settimane in Tim. Il suo compito? Quello di sindaco, ovviamente. Ma c'è da scommettere che, come ha fatto ogni volta, porterà con sé il grande bagaglio di esperienze e pure di conoscenze. Perché a volte le battaglie si cominciano a vincere dalle retrovie. Con ciò non è detto la partita sia già definita. Secondo molti osservatori, la mossa di Bolloré (che lascia ufficialmente sostenendo che Canal plus è ormai incanalato per la strada giusta) starebbe a significare un alleggerimento per avere le mani libere e passare al contrattacco. Noi della Verità non ne abbiamo contezza, certo ieri il fondo Elliott ha calato carte pesanti. Gli americani hanno presentato la loro lista per l'assemblea del 4 maggio: include i sei nomi già indicati per la riunione del 24 aprile più Alfredo Altavilla, Lucia Morselli, Paola Bonomo e Maria Elena Cappello. Gli altri sono Fulvio Conti, Massimo Ferrari, Paola Giannotti de Ponti, Luigi Gubitosi, Dante Roscini e Rocco Sabelli. Tra le novità aggiunte ieri spicca ovviamente il nome di Altavilla. Non è un manager qualunque: il suo nome corre per la successione di Sergio marchionne in Fiat Chrysler. Segno che Elliott cerca di allargare la propria rete di sostegno muovendosi in modo trasversale da una parte all'altra dell'Atlantico. D'altronde la battaglia si preannuncia aspra. Vivendi, con il voto contrario dei consiglieri di nomina Assogestioni, ha dichiarato illegittima la decisione del collegio sindacale di integrare l'ordine del giorno dell'assemblea Tim del 24 aprile con la richiesta di Elliott di nominare sei consiglieri e ha annunciato un ricorso legale, contro la mossa dei sindaci. Il collegio ha confermato la legittimità della decisione presa. Si capisce che il 4 maggio sarà fondamentale avere il giusto salvagente di avvocati e di esperti d'assemblea. Lo studio Erede si è schierato con i francesi, gli americani hanno scelto la rete della galassia Fiat.
Julio Velasco e Alessia Orro (Ansa)
Rod Dreher (Getty Images)