2021-04-08
Le «bolle» stile Capri servono in tutta Italia
Altra sparata di Vincenzo De Luca: vaccinazione di massa nelle isole del Golfo entro l'estate. Scatta la protesta di pensionati e Comuni esclusi. Immunizzare le mete turistiche è però una buona idea: andrebbe fatto in ogni località con un piano nazionale coordinato dal governo.Prima l'annuncio di comprare il vaccino russo Sputnik V per conto proprio. Poi l'intenzione di rendere Capri, Ischia e Procida «Covid free» e non farsi rubare i turisti da Grecia e Spagna. Vincenzo De Luca, presidente della Campania, sembra perseguire un piano preciso. Trasformare la sua Regione nella Catalogna d'Italia, anche se a occhio le manca qualche punto di Pil. Oppure agevolare, a pandemia finita, un epocale svuotamento dei poteri regionali. Anche perché l'idea delle isole sanificate a scopo turistico, di per sé per nulla peregrina, per funzionare avrebbe bisogno di un piano e di una regia nazionali. Diversamente, a una settimana dall'arrivo di americani e tedeschi a Capri, magari si alza il ministro Roberto Speranza ed emette un decreto che lascia tutti i turisti a Mergellina con le valigie in mano, oppure li costringe a passare dalla Salerno-Reggio Calabria, trasformando una bella trovata di marketing in una figuraccia internazionale. «Basta decisioni in ordine sparso», aveva chiesto ancora il 21 marzo Mario Draghi, riferendosi alla scuola, ma non solo. Il premier è da tempo impegnato a limitare, con le buone maniere, protagonismi ed eccessi di zelo dei vari presidenti di Regione che purtroppo, a furia di essere chiamati «governatori», si credono tali. Venerdì sera, il presidente De Luca, micidiale impasto di decisionismo e populismo rosso, ha annunciato che intende «sanificare» le tre isole, in modo che quest'estate la Campania non debba regalare il suo turismo più ricco a Grecia e Spagna, che già ci hanno bagnato il naso a Pasqua e hanno fatto le prove generali per un'estate a tutta ospitalità.Sarà un caso, ma la mattina dopo, il comune di Capri annunciava immediatamente il lancio dell'operazione «Capri e Anacapri Covid free», con l'invito a tutta la popolazione residente dai 16 anni in su a prenotarsi per il vaccino. Stessa cosa a Minori, Ischia. Difficile che non ci fosse un coordinamento con il presidente-sceriffo settantunenne, che se vuole dimostrare di poter realizzare una cosa ha energie da vendere. I 5 stelle si sono subito inalberati, con Valeria Ciarambino, vicepresidente del Consiglio regionale, che ha fatto osservare quanto sarebbe ingiusto, «vaccinare un sedicenne di Capri, mentre nessun campano tra i cittadini fragili ha avuto ancora la seconda dose». A Procida ci sono 8.000 residenti e a Capri circa 10.000. Il che, secondo il piano della Regione, rende la bolla no Covid facilmente realizzabile entro l'estate. Un po' più complicato centrare lo stesso risultato a Ischia, dove vivono 60.000 persone. Significa che, escludendo minorenni e negativi, ci sarebbero da vaccinare a tamburo battente almeno 40.000 persone. La Grecia ha annunciato che per fine mese, quando si fa il grosso delle prenotazioni, potrà offrire una settantina di isole dell'Egeo totalmente immunizzate. Insomma, anche per l'ultimo colpo di genio deluchiano potrebbe essere tardi. Ma poi, nella stessa Regione è già partita la baruffa sulle presunte discriminazioni. Ciro Buonajuto, sindaco di Ercolano e vicepresidente dell'Anci nazionale, ha chiesto che le «bolle De Luca» non penalizzino la Penisola Sorrentina, Pompei e la Costiera Amalfitana, quindi si augura «un'accelerazione della campagna vaccinale». Mentre Carlo Marino, presidente dei Comuni campani, è stato più netto: o tutti o niente. In ogni caso, alcuni sindaci del Cilento hanno fatto sapere ai giornali locali che loro sono in grado di vaccinare e sanificare tutto entro aprile. E di questo passo, a credere ai proclami, a maggio potremmo avere non solo le isole, ma tutto il litorale campano pronto ad accogliere i turisti. Quelli stranieri, ovvio, perché quelli italiani invece dipendono da Speranza, da Draghi e dal generale Figliuolo. E qui si arriva al punto più delicato, al di là del fatto che fino al proclama turistico del Venerdì santo non sembrava che la Campania fosse in grado di immunizzarsi alla velocità della California. Se davvero De Luca riuscisse a organizzare le sue isole Covid free, sarebbe decisamente illegittimo selezionare gli accessi a seconda del passaporto, o del comune di residenza. Mentre a livello nazionale, si porrebbe il problema di tutte le altre località turistiche, dal lago di Como a Taormina, passando per Venezia, che subirebbero la beffa di Ischia, Procida e Capri. L'idea di De Luca non è affatto male, ammesso che ci siano i tempi tecnici, ma l'operazione dovrebbe essere coordinata come minimo dal ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, insieme ai colleghi degli Interni, Lucia Lamorgese, e della Salute, Roberto Speranza. Non solo, per garantire meglio che ciò che si definisce «covid free» lo sia davvero, ma anche che la gestione dei turisti stranieri su strade, aeroporti e stazioni sia ottimale. Diversamente, dopo quello che è successo a Pasqua con gli italiani che sono andati all'estero, il rischio è che la Campania faccia la sua fuga in avanti e poi, la settimana prima di Ferragosto, arrivi un decreto ministeriale che vieta agli stranieri di atterrare a Napoli.