
Mayotte, un pezzo di Francia in Africa, richiama un'immigrazione selvaggia e infiltrata di radicalizzati. Nelle traversate sono annegati in migliaia tra donne incinte e minori: un cimitero di cui nessuno parla.Pensate che Donald Trump sia un mostro per aver separato l'estate scorsa 2.300 bambini immigrati dalle loro famiglie, per giunta imprigionandoli? Non avete visto niente. Mentre accadeva - mentre il mondo mandava al diavolo il tycoon fino a fargli cambiare idea - il presidente francese Emmanuel Macron se ne rimaneva più o meno in silenzio, forse per non attirare l'attenzione sui 7.000 minori migranti (per qualcuno sono più di 9.000) rinchiusi dai francesi nel Cra dell'isola di Mayotte - loro Dipartimento nell'Oceano indiano - nel solo biennio 2016-2017. «Cra» sta per Centre de rétention administrative, che qui ha una capienza di appena 148 posti e l'associazione per i diritti umani La Cimade descrive come «prigione chiamata con altri nomi». I bambini provengono dalle isole Comore, a una settantina di chilometri di distanza. Ma a Mayotte non vengono separati dai genitori come è accaduto al confine con il Messico. Siccome i minori non accompagnati non possono essere rinchiusi nei Cra e rispediti alle Comore, si fa al contrario che negli Stati Uniti: si affibbiano a un qualsiasi clandestino adulto nei paraggi e lo si costringe a fingere di esserne il padre o la madre, creando artificiosamente nuclei familiari. La realtà che supera la fantasia, come denunciato tra l'altro da Adeline Hazan, capo della Cglpl, authority francese che monitora i luoghi di privazione della libertà. Quelli che sfuggono alle maglie della Gendarmerie girano randagi sull'isola: migliaia di bambini abbandonati a sé stessi tra stenti e violenza. Quando va bene si appoggiano su lontani parenti comoriani già insediati in qualche baracca nella bidonville denominata «Collina degli immigrati», alle spalle del capoluogo. L'annus horribilis dei bambini nel Cra (4.507 minori) è stato il 2016, quando Macron era ministro dell'Economia, ma nonostante le sanzioni della Corte europea dei diritti dell'uomo (François Hollande aveva promesso già nel 2012 di interrompere questa pratica) il fenomeno prosegue. Ed è una grana che, alla fine, riguarda anche noi. Mayotte, benché si trovi a 8.000 chilometri da Parigi, è a tutti gli effetti Europa, da cui è considerata «regione ultraperiferica». Geograficamente è una delle quattro isole dell'arcipelago delle Comore, un francobollo di terra nell'Oceano Indiano, tra Madagascar e Mozambico. Africa. Ma politicamente è il centunesimo Dipartimento d'oltremare francese, cioè un'ex colonia che non ha voluto l'indipendenza da Parigi, a differenza delle «sorelle» delle Comore, e oggi equivale a una Provincia, come l'Alta Savoia. La moneta locale è l'euro. Noi stessi potremmo arrivarci con un volo interno francese dotati di carta d'identità. Ovviamente vale anche il contrario: a Mayotte puoi diventare cittadino francese e arrivare facilmente in Italia. L'Insee (il loro Istat) ha certificato che esiste una progressione delle partenze di giovani tra i 18 e i 24 anni da Mayotte verso la Francia. Un abitante su 10 a Marsiglia arriva dall'arcipelago, non a caso è stata ribattezzata «Quinta isola delle Comore». Così, mentre ci concentriamo sull'assalto migratorio all'Europa tramite le solite rotte, c'è questa porticina sul retro di cui Macron ha le chiavi: i territori francesi sparsi per il mondo che spesso attraggono, per l'eurobenessere che emanano, frotte di migranti dalle aree limitrofe. E Mayotte è una vera e propria calamita per l'immigrazione delle isole lì vicino. Un'immigrazione ovviamente poverissima e islamica (i comoriani sono giudicati fortemente radicalizzati). Inarrestabile, incalcolabile. Forse 200.000 ingressi clandestini in 10 anni. L'effetto sull'isola? Clamoroso: la popolazione è fatta più di stranieri che di locali. «Dopo l'invasione», è sbottato il deputato di Mayotte al Parlamento francese, Mansour Kamardine, «i mahorais (i legittimi abitanti dell'isola, ndr) sono minoritari a Mayotte. Ufficialmente ci vivono 265.000 persone ma in realtà ce ne sono circa 400.000: il 52% degli abitanti è di origine straniera e il 30% vive in strada». Un'ecatombe nell'oceanoIn Francia vige lo ius soli e sono tantissime le donne in gravidanza che sperando di approfittarne affrontano su imbarcazioni instabili (i kwassa-kwassa) il tratto di mare popolato di squali che separa le isole. Se sopravvivono, partoriranno al Chm, il Centre hospitalier de Mayotte, che non a caso si fregia del record di maggior numero di bambini nati in Europa: la media è arrivata a 35 al giorno (l'ospedale più produttivo d'Italia, il Sant'Anna di Torino, si ferma a 21). Riprova è che di tutte le partorienti al Chm, il 75% sono immigrate clandestine. Per contrastare il fenomeno, Parigi ha modificato pochi mesi fa le regole dello ius soli soltanto per questa Provincia: adesso diventano francesi i bambini nati a Mayotte da almeno un genitore che sia presente sul territorio, in modo regolare, da minimo tre mesi. Vale solo qui, come se noi lo facessimo soltanto con Agrigento. La misura dovrebbe scoraggiare il «viaggio delle gestanti» ma non risolve il problema dei minori nei Cra e dei naufragi. Gli ultimi dati ufficiali del Senato francese sul tema riguardano il periodo dal 1995 al 2012: sarebbero morte 7-10.000 persone nel tentativo di raggiungere Mayotte, e oggi non si contano nemmeno più. Qual è il totale. 12.000? 15.000? 20.000? Si sorride amaramente ripensando al «vomitevole» che ci fu rivolto dagli alti ranghi del partito di Macron, En Marche, quando l'Italia rifiutò di ricevere la nave Aquarius col fine di dissuadere le partenze di altri migranti e diminuire i morti nel Mediterraneo. I comoriani parlano dei 70 chilometri tra le due isole come del «cimitero marino più grande del mondo». Di certo è quello con la più alta densità di vittime.amici di giacimentoL'attualità e la ragion di Stato però sono già andati oltre. Facendo accendere l'ennesimo faro sulla gestione a basso tasso di scrupoli dei francesi negli affari esteri. Ma a questo punto serve un accenno di storia. L'intera Unione della Comore (si chiamava Repubblica federale islamica delle Comore fino al 2002: l'islam è stato «nascosto» dopo l'11 settembre) era francese. Ma all'indomani del referendum sull'indipendenza, nel 1976, soltanto Mayotte scelse di rimanere con Parigi garantendosi aiuti di Stato e un reddito pro capite infinitamente più alto di quello delle ex sorelle. Si trasformò nell'Eldorado dove tutti volevano migrare. Le Comore, rimaste un qualsiasi Paese africano instabile e povero, non hanno mai accettato questa disunione. Nel 1999 l'ennesimo colpo di Stato portò al potere un militare, Azali Assoumani, poi presidente fino al 2006 e rieletto nel 2016 fino a oggi (con il forte appoggio dei sauditi). Da tempo Azali utilizza la bomba migratoria per «comorizzare» Mayotte, islamizzarla ulteriormente (visto che era l'unica isola con una discreta componente cattolica, oggi ridotta all'osso) e rivendicarne un giorno la sovranità. Per anni i francesi hanno reagito soltanto creando un loro «muro» fatto di Cra e deportazioni poco efficaci giacché Moroni si rifiutava di riammettere i suoi cittadini e li rimandava indietro motivando: non sono migranti, Mayotte è delle Comore, sono già a casa. Ed eccoci all'attualità, cioè il motivo per cui Macron ha trovato un compromesso con Azali, al di là della questione migratoria: gli enormi giacimenti di petrolio e gas naturale nei fondali intorno alle Comore. A novembre 2018 Azali è stato ricevuto con tutti gli onori a Parigi nonostante avesse appena schiacciato l'opposizione per cambiare la Costituzione che limitava il numero di mandati presidenziali (ora è rieleggibile fino al 2029). L'uomo forte di Moroni ha inviato le forze di sicurezza nelle città e fatto sparare sulla popolazione che protestava, fatto condannare quattro membri dell'opposizione (compreso l'ex presidente Djaffar Hassane) ai lavori forzati a vita per cospirazione, riscritto pesantemente la Carta rendendo l'islam religione di Stato delle Comore (eccola l'influenza saudita) dopo che si era già autoproclamato imam dell'intera comunità insulare. Beh, Macron l'ha ricevuto in pompa magna e ha siglato con lui un accordo bilaterale. 150 milioni di euro dalla Francia per regolarizzare il flusso migratorio in nome dell'umanità, più altri accordi a latere mantenuti segreti. Si tratterebbe di clausole circa lo sfruttamento dei giacimenti, ma chissà. Marine Le Pen, che alle ultime elezioni politiche qui ha preso il 43%, è andata su tutte le furie: «Dobbiamo essere fermi verso un governo corrotto che con noi ha un'ostilità massiva. Basta con l'immigrazione delle Comore: stiamo perdendo Mayotte!». Sull'isola la gente è stufa di sopportare. Per protestare contro furti, racket, scarsa igiene e coupeurs de rue (criminali che bloccano i passanti, anche in auto, armati di machete) per settimane ci sono state manifestazioni, barricate, scioperi e incendi dolosi a baracche che ospitavano i migranti. Tra i comoriani clandestini e la popolazione locale ormai minoritaria (ma accusata di xenofobia) i conflitti sociali rischiano quotidianamente di esplodere. Ecco, un giorno, forse, le Comore saranno ricchissime grazie a gas e petrolio (dicono ce ne sia più che in Qatar), e nessuno se ne vorrà più andare. Ma anche allora non potremo fare a meno di pensare alla piccola Mayotte come paradigma di cosa potrebbe diventare l'Europa in mancanza di idee chiare.
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Giancarlo Giorgetti e Giorgia Meloni (Ansa)
Sulla sentenza con cui la Corte dei Conti ha bocciato il Ponte sullo Stretto ci sono le impronte digitali di quella parte della magistratura che si oppone a qualsiasi riforma, in particolare a quella della giustizia, ma anche a quella che coinvolge proprio i giudici contabili.
Ansa
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Il clochard ha anche minacciato gli agenti. Silvia Sardone (Lega): «Sala ha nulla da dire?».






