
Frullati e smoothie: chi è che, soprattutto d'estate, non ne beve? E fa bene. La disidratazione, spesso inconsapevole, danneggia l'organismo e molte delle sue funzioni.Lo speciale contiene quattro articoli Centrifugati, frullati, smoothie, frappè: chi è che, soprattutto d'estate, non ne beve? E fa bene. La disidratazione, spesso inconsapevole, danneggia l'organismo e molte delle sue funzioni. Pensiamo che per idratarci basti bere acqua, ma in realtà non è così. O meglio, non è solo così: fatti salvi gli almeno 8 bicchieri di acqua consigliati al giorno (ovvero 1,6 litri), l'ottimale idratazione del nostro corpo deve includere anche frutta e verdura. Mangiarle così come sono, naturalmente, idrata lo stesso. Ma frullarle, magari nel sempre più diffuso accostamento di frutta dolce e verdura solitamente sapida, permette di soddisfare la sete in modo più furbo ed efficiente che ingollando solo acqua. I modi di ridurre in densa polpa bevibile frutti e ortaggi sono tanti. In cima, campeggia il frullato. Intramontabile «mangia e bevi», prevede il latte vaccino come base fluida nella misura di un bicchiere a persona. Nel bicchiere del frullatore si aggiungono uno o due frutti ridotti in pezzettini, si frulla et voilà, il frullato è fatto. Le varianti del canonico frullato oggi sono molte. C'è chi utilizza i cosiddetti latti vegetali, ottenuti dalla riduzione in liquido di mandorle, soia, cocco, e chi semplicemente l'acqua. Alla frutta, poi, si possono affiancare anche ortaggi come il sedano, il cetriolo, la zucchina, la lattuga e spezie come lo zenzero o la curcuma. Un classico frullato contemporaneo è fatto proprio con mela, sedano, zenzero e, per quanto possa apparire troppo esotico o alternativo rispetto all'ortodosso frullato di latte, banane e cacao, è assai buono. Il frappè è il figlio freddo del frullato: si prepara con frutta (un must quello alle fragole), latte e cubetti di ghiaccio o di latte ghiacciato. Un'altra versione molto gettonata è quella con latte e gelato, non solo di frutta, anche le creme: il frappè al cioccolato è un evergreen ed è gustosissimo. Lo smoothie, invece, va rigorosamente preparato con frutta (o verdura) e cubetti di ghiaccio, e anch'esso è decisamente adatto alla sola stagione estiva. Il centrifugato, infine, si ottiene passando alla centrifuga frutta o verdura o entrambe: la polpa viene scartata e nel bicchiere cola il liquido acquoso e ricco di vitamine e sali minerali. È, in sostanza, un succo fresco, l'equivalente appena estratto e purissimo di quello che troviamo nei supermercati confezionato in bottiglie e bottigliette e necessariamente aggiunto di conservanti. Qualunque sia la versione di frutta e verdura da bere che preferiate, cercate di berne ogni giorno: ci si può fare colazione, merenda, si può preferire, seduti al bar in qualsiasi momento della giornata, al caffè e agli alcolici. L'importanza di idratarsi non soltanto tramite l'acqua, ma sfruttando anche mele, pere, mango, avocado, cetrioli, sedano e tutti i frutti che la terra offre ci viene indicata da importanti riflessioni su alcune popolazioni prive di tutta l'acqua che abbiamo a disposizione noi. I tarahumara, per esempio, una tribù che abita nel Chihuahua messicano, corrono maratone di 80 chilometri senza portare con sé damigiane di acqua per sostenerle: prima di iniziare assumono una sorta di «frullato» di birra di mais fermentato e semi di chia, poi durante il percorso mangiano altri semi di chia. Similmente ai semi di lino, i semi di chia mescolati (preferibilmente macinati prima in polvere) insieme con un liquido creano una specie di gel acquoso a lento rilascio. Mezzo litro di acqua e un cucchiaio di semi di chia idratano più dello stesso quantitativo di sola acqua. I beduini nomadi del deserto arabico - dove la temperatura è così calda che nessuna città nostrana è paragonabile, neanche nei picchi di calura estivi - bevono un litro scarso di acqua al giorno, cinque bicchieri. Eppure, non solo sopravvivono, ma si spostano, quindi faticano, nel deserto. Come fanno? È loro possibile grazie a una serie di idratazioni alternative: la stoffa del loro tipico vestiario copre loro il naso e trattiene l'umidità dell'espirazione, creando una specie di tenda umidificata; poi, c'è la dieta, che comprende molto latte di cammello e di capra e burro, tutti alimenti dall'alto contenuto acquoso. Non sono solo i deserti a dirci che più cibo acquoso ingeriamo, migliore è la nostra idratazione. Habitat come l'Himalaya e gli altopiani peruviani non consentono trasporti di grandi quantità d'acqua e analisi dell'antico vasellame di Hualcayan sulle Ande hanno dimostrato come il principale strumento di idratazione fosse lo stufato. Riscaldare e bollire i cereali in acqua gelatinizza gli amidi e crea quell'acqua gel, simile alla polpa acquosa di frutta e verdura, che idrata a sufficienza anche in mancanza d'acqua. Il connubio tra alimenti e acqua, che sia già contenuta negli alimenti o aggiunta, potenzia l'effetto idratante della sola acqua: perciò un minestrone di verdure è preferibile al brodo vegetale e un frullato lo è a un succo di frutta e ancor di più alla sola acqua. È importante ricordare che l'acqua si trova all'interno delle piante e non affidarci soltanto all'acqua del rubinetto o in bottiglia. Nonostante se ne parli poco, idratare l'organismo è importantissimo. Il nostro corpo è composto al 65% d'acqua. Il wellness non è garantito soltanto dalla corretta alimentazione e dall'esercizio fisico, ma anche da quella prima alimentazione idrica e fondamentale esercizio che è: reintegrare i liquidi che perdiamo. «Si stima che gli esseri umani perdano dai due ai tre litri d'acqua al giorno a causa della respirazione, del sudore, dell'urina e delle feci. Ricordate questo principio: ciò che esce deve entrare, e viceversa. L'acqua perduta dal corpo deve essere uguale all'acqua assorbita, in modo da mantenere l'omeostasi (equilibrio) nel nostro organismo», spiega la dottoressa Dana Cohen, medico specializzato in medicina integrativa, in Bevi che ti passa. Come e cosa bere per vivere sani e a lungo e avere un aspetto magnifico (Piemme). Scritto insieme con Gina Bria, antropologa a capo della Hydratation foundation, si tratta di un saggio assai interessante che esamina a tutto tondo la questione idratazione, fornendo preziosi consigli per ingerire «acqua delle piante» oltre alla normale acqua. La Cohen illustra come la disidratazione anche lieve comporti uno stato insalubre che può originare alcune malattie o aggravarle. L'acqua irriga il corpo, portando nutrienti come vitamine, minerali, carboidrati e ossigeno dentro e fuori ogni cellula. Elimina i prodotti di scarto tramite l'urina e il sudore e costruisce anche i rifiuti solidi. Lubrifica articolazioni e tessuti, compresi quelli di occhi, naso e bocca e contribuisce a trasformare il cibo in energia. Senza cibo si può sopravvivere circa due mesi, senza liquidi solo pochi giorni. Secondo la Cohen, la vita contemporanea ci induce a una maggiore disidratazione. Il cibo confezionato, pieno di sale e povero di acqua, non ci nutre come frutta e verdura fresche: «La mancanza di frutta e verdura ci rende costantemente disidratati». La saggezza popolare di un tempo lo sapeva e la cucina quotidiana era ricca di brodi, zuppe e minestre anche per questo motivo. C'è poi la luce artificiale, il caldo troppo asciutto dei riscaldamenti invernali e il fresco troppo deumidificato degli ambienti estivi rinfrescati con l'aria condizionata. Nonché una maggiore sedentarietà che fa ristagnare i liquidi nell'organismo (il movimento aiuta la buona distribuzione dei liquidi corporei). Il risultato è che affidarci alla sola acqua ci fa perdere quella quota importante di idratazione che l'uomo del passato ha sempre tratto innanzitutto dal cibo. Nonostante beviamo tanta acqua, «bevendo» meno frutta e verdura ci troviamo in uno stato di disidratazione che, anche se lieve, contribuisce a numerose patologie: mal di testa, stanchezza, compresa la fibromialgia, cervello annebbiato e difficoltà di concentrazione, infezioni del tratto urinario, stitichezza, insonnia, calo delle difese immunitarie, cardiopatie, diabete di tipo 2, reflusso acido, demenza, compreso il morbo di Alzheimer. Tutte patologie che la Cohen tampona intervenendo anche sull'idratazione. La dottoressa cita studi non ancora definitivi, «studi all'avanguardia, tuttora in corso, che dimostrano che l'acqua racchiusa nelle piante idrata meglio dell'acqua del rubinetto». Considerato che, in effetti, abbiamo decisamente conferito alla sola acqua in bottiglia o ai succhi di frutta con quantità industriali di zuccheri aggiunti o peggio ancora alle bibite gassate e iperzuccherine la facoltà di idratarci, seguire il consiglio di introdurre frutta e verdura anche come agenti idratanti non può far male. Seppure la Cohen non condanni l'uso di succhi contenenti solo la parte liquida di frutta e verdura, ciò che sono i centrifugati, lei preferisce i frullati, perché contengono anche la polpa e le sue fibre. Il suo programma «Quench» di cinque giorni prevede di bere un bicchiere d'acqua tiepida con succo di limone e un pizzico di sale (marino integrale) appena svegli. Poi suggerisce di effettuare dei micromovimenti che riattivino la circolazione. Quindi, colazione con un frullato. Prima di iniziare il pasto, il programma indica di bere uno o due bicchieri d'acqua. Nel pomeriggio ancora micromovimenti. Merenda con un frullato, quindi cena, sempre preceduta da uno o due bicchieri d'acqua. Per concludere, infuso serale e micromovimenti della sera. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/bevete-la-verdura-dai-centrifugati-ai-frappe-consigli-per-unestate-sana-2588961629.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="sotto-il-sole-una-bella-zuppa" data-post-id="2588961629" data-published-at="1763691820" data-use-pagination="False"> Sotto il sole una bella zuppa Il gazpacho è una zuppa fredda che si mangia come antipasto o primo piatto. Ma si può anche considerare un frullato di verdura, un frullato da sorbire dal piatto anziché dal bicchiere, da destinare ai pasti principali invece che alla prima colazione o allo spuntino pomeridiano. Notissimo piatto spagnolo a base di verdure crude macinate, la sua versione più diffusa è quella andalusa con pomodori, peperoni, cetrioli, cipolla, aglio, olio, aceto e pane raffermo per conferire maggiore consistenza al passato. La tradizione vuole che della pagnotta si macini la mollica prima ammollata in acqua e aceto e si usi la crosta, ridotta a dadini, per decorare il passato. Il gazpacho è una zuppa contadina, tradizionalmente mangiata nei campi assolati per rinfrescarsi durante il lavoro. Si serve, quindi, rigorosamente freddo e molti vi aggiungono accanto una ciotola di cubetti di ghiaccio, cosicché lo si possa far diventare quasi gelato ponendoceli dentro. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem2" data-id="2" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/bevete-la-verdura-dai-centrifugati-ai-frappe-consigli-per-unestate-sana-2588961629.html?rebelltitem=2#rebelltitem2" data-basename="disidratazione-i-trucchi-per-scoprirla-in-tempo" data-post-id="2588961629" data-published-at="1763691820" data-use-pagination="False"> Disidratazione, i trucchi per scoprirla in tempo Si definisce bilancio idrico la somma tra la cifra aritmeticamente negativa dei liquidi perduti e la quantità positiva di quelli reintegrati ogni giorno. Generalmente, i primi ammontano a quasi tre litri quotidiani. Perché il bilancio idrico sia positivo, dunque, bisogna reintegrarne altrettanti, tra liquidi e cibo. Altrimenti si è disidratati. In estate, poi, bisogna fare ancora più attenzione, perché la temperatura esterna è molto calda e già solo per questo perdiamo più liquidi. Più vigili ancora devono essere coloro che assumono farmaci diuretici, che stimolano la minzione. Per capire se si è disidratati basta osservare. Innanzitutto quanto si beve e quanta frutta e verdura e che tipo di cibi si mangiano (le gallette di cereali, per esempio, come i fiocchi, sono chicchi disidratati e se proprio li si ama è bene accompagnarli con un liquido). Poi, guardate se la pelle e le labbra sono secche. Per la secchezza cutanea, che talvolta giunge fino alla desquamazione, esiste tutto un mercato di creme e detergenti idratanti e lipidizzanti, ma bisogna idratare anche dall'interno. Anche il colore delle urine è indicativo: la colorazione intensa è normale al mattino, quando sono più concentrate. Fate attenzione anche se vi sentite stanchi, fisicamente e mentalmente, se avete giramenti di testa, un'eccessiva sonnolenza, mal di testa, ipotensione, palpitazioni, vertigini, difficoltà di concentrazione e di memorizzazione. Potreste essere disidratati. Un trucco «empirico» è, infine, quello di pizzicare la pelle del dorso della mano tirandola un poco su per poi lasciarla andare: se mantiene per troppi secondi la forma a punta del pizzico, occorre bere. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem3" data-id="3" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/bevete-la-verdura-dai-centrifugati-ai-frappe-consigli-per-unestate-sana-2588961629.html?rebelltitem=3#rebelltitem3" data-basename="succo-polpa-e-fantasia-a-sazieta" data-post-id="2588961629" data-published-at="1763691820" data-use-pagination="False"> Succo, polpa e fantasia a sazietà Un altro brillante libro su centrifugati e frullati è quello di Megan Roosevelt, La dieta della centrifuga. Dimagrisci in modo sano in soli 5 giorni (Newton Compton). Il volume aiuta a fare ulteriore chiarezza sui vari prodotti. Spiega, per esempio, che cosa siano esattamente i centrifugati. «Tecnicamente, centrifugare vuol dire estrarre i liquidi dalla materia vegetale, come frutta e verdura. Vi servirà una centrifuga, mentre un frullato ha bisogno di un frullatore», si legge. Il libro è pieno di ricette di frullati e centrifugati creati sulla base di accostamenti salutari, ricette che si possono anche invertire centrifugando gli ingredienti del frullato o frullando quelli del centrifugato. Ecco il «Frullato per la sazietà»: ½ tazza di acqua; ½ tazza di mirtilli; ½ tazza di fragole; ½ banana; 1 pompelmo sbucciato e diviso in spicchi; ½ tazza di ghiaccio (opzionale). Come prepararlo? Semplice. Si lava tutto, si sbuccia, si riduce in tocchettini, si inserisce nel frullatore dopo averci posto i liquidi, si frulla ad alta velocità per 40-60 secondi e si degusta entro un'ora. Ecco invece la ricetta del «Frullato estivo del mattino»: 1 cucchiaio di succo di lime; ½ tazza di acqua o latte di cocco non zuccherato; ½ cetriolo (sbucciato se non biologico); 1 cucchiaio di semi di chia macinati; 1 o 2 cucchiaini di miele; 1 o 2 pizzichi di sale marino (o salgemma come il sale rosa himalayano); 1 o 2 tazze di acqua di fonte. Se gradito, da ½ a 1 cucchiaino di zenzero fresco. Naturalmente, chi non trovasse appetibili queste ricette può farsi il frullato, il frappè o il centrifugato che più gli aggrada, in base al proprio gusto, e in qualsiasi momento della giornata, sempre facendo attenzione a non esagerare con gli zuccheri: il principio è quello di reinserire la totalità della polpa di frutta e verdura anche nel bicchiere, non solo nel piatto.
La poetessa russa Anna Achmatova. Nel riquadro il libro di Paolo Nori Non è colpa dello specchio se le facce sono storte (Getty Images)
Nel suo ultimo libro Paolo Nori, le cui lezioni su Dostoevskij furono oggetto di una grottesca polemica, esalta i grandi della letteratura: se hanno sconfitto la censura sovietica, figuriamoci i ridicoli epigoni di casa nostra.
Obbligazionario incerto a ottobre. La Fed taglia il costo del denaro ma congela il Quantitative Tightening. Offerta di debito e rendimenti reali elevati spingono gli operatori a privilegiare il medio e il breve termine.
Alice ed Ellen Kessler nel 1965 (Getty Images)
Invece di cultura e bellezza, la Rai di quegli anni ha promosso spettacoli ammiccanti, mediocrità e modelli ipersessualizzati.
Il principe saudita Mohammad bin Salman Al Sa'ud e il presidente americano Donald Trump (Getty)
Il progetto del corridoio fra India, Medio Oriente ed Europa e il patto difensivo con il Pakistan entrano nel dossier sulla normalizzazione con Israele, mentre Donald Trump valuta gli effetti su cooperazione militare e stabilità regionale.
Le trattative in corso tra Stati Uniti e Arabia Saudita sulla possibile normalizzazione dei rapporti con Israele si inseriscono in un quadro più ampio che comprende evoluzioni infrastrutturali, commerciali e di sicurezza nel Medio Oriente. Un elemento centrale è l’Imec, ossia il corridoio economico India-Medio Oriente-Europa, presentato nel 2023 come iniziativa multinazionale finalizzata a migliorare i collegamenti logistici tra Asia meridionale, Penisola Arabica ed Europa. Per Riyad, il progetto rientra nella strategia di trasformazione economica legata a Vision 2030 e punta a ridurre la dipendenza dalle rotte commerciali tradizionali del Golfo, potenziando collegamenti ferroviari, marittimi e digitali con nuove aree di scambio.
La piena operatività del corridoio presuppone relazioni diplomatiche regolari tra Arabia Saudita e Israele, dato che uno dei tratti principali dovrebbe passare attraverso porti e nodi logistici israeliani, con integrazione nelle reti di trasporto verso il Mediterraneo. Fonti statunitensi e saudite hanno più volte collegato la normalizzazione alle discussioni in corso con Washington sulla cooperazione militare e sulle garanzie di sicurezza richieste dal Regno, che punta a formalizzare un trattato difensivo bilaterale con gli Stati Uniti.
Nel 2024, tuttavia, Riyad ha firmato in parallelo un accordo di difesa reciproca con il Pakistan, consolidando una cooperazione storicamente basata su forniture militari, addestramento e supporto politico. Il patto prevede assistenza in caso di attacco esterno a una delle due parti. I governi dei due Paesi lo hanno descritto come evoluzione naturale di rapporti già consolidati. Nella pratica, però, l’intesa introduce un nuovo elemento in un contesto regionale dove Washington punta a costruire una struttura di sicurezza coordinata che includa Israele.
Il Pakistan resta un attore complesso sul piano politico e strategico. Negli ultimi decenni ha adottato una postura militare autonoma, caratterizzata da un uso esteso di deterrenza nucleare, operazioni coperte e gestione diretta di dossier di sicurezza nella regione. Inoltre, mantiene legami economici e tecnologici rilevanti con la Cina. Per gli Stati Uniti e Israele, questa variabile solleva interrogativi sulla condivisione di tecnologie avanzate con un Paese che, pur indirettamente, potrebbe avere punti di contatto con Islamabad attraverso il patto saudita.
A ciò si aggiunge il quadro interno pakistano, in cui la questione israelo-palestinese occupa un ruolo centrale nel dibattito politico e nell’opinione pubblica. Secondo analisti regionali, un eventuale accordo saudita-israeliano potrebbe generare pressioni su Islamabad affinché chieda rassicurazioni al partner saudita o adotti posizioni più assertive nei forum internazionali. In questo scenario, l’esistenza del patto di difesa apre la possibilità che il suo richiamo possa essere utilizzato sul piano diplomatico o mediatico in momenti di tensione.
La clausola di assistenza reciproca solleva inoltre un punto tecnico discusso tra osservatori e funzionari occidentali: l’eventualità che un’azione ostile verso Israele proveniente da gruppi attivi in Pakistan o da reticolati non statali possa essere interpretata come causa di attivazione della clausola, coinvolgendo formalmente l’Arabia Saudita in una crisi alla quale potrebbe non avere interesse a partecipare. Analoga preoccupazione riguarda la possibilità che operazioni segrete o azioni militari mirate possano essere considerate da Islamabad come aggressioni esterne. Da parte saudita, funzionari vicini al dossier hanno segnalato la volontà di evitare automatismi che possano compromettere i negoziati con Washington.
Sulle relazioni saudita-statunitensi, la gestione dell’intesa con il Pakistan rappresenta quindi un fattore da chiarire nei colloqui in corso. Washington ha indicato come priorità la creazione di un quadro di cooperazione militare prevedibile, in linea con i suoi interessi regionali e con le esigenze di tutela di Israele. Dirigenti israeliani, da parte loro, hanno riportato riserve soprattutto in relazione alle prospettive di trasferimenti tecnologici avanzati, tra cui sistemi di difesa aerea e centrali per la sorveglianza delle rotte commerciali del Mediterraneo.
Riyadh considera la normalizzazione con Israele parte di un pacchetto più ampio, che comprende garanzie di sicurezza da parte statunitense e un ruolo definito nel nuovo assetto economico regionale. Il governo saudita mantiene l’obiettivo di presentare il riconoscimento di Israele come passo inserito in un quadro di stabilizzazione complessiva del Medio Oriente, con benefici economici e infrastrutturali per più Paesi coinvolti. Tuttavia, la gestione del rapporto con il Pakistan richiede una definizione più precisa delle implicazioni operative del patto di difesa, alla luce del nuovo equilibrio a cui Stati Uniti e Arabia Saudita stanno lavorando.
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