2024-01-28
Berlino riconosce 467 vittime del siero. Invece in Italia mancano dati ufficiali
Orazio Schillaci (Getty Images)
Diffusi i numeri sui tedeschi che si sono ammalati per l’iniezione. Mentre qui le informazioni sono vecchie e avvolte dalla nebbia.In Germania, al 20 gennaio di quest’anno sono stati riconosciuti 467 danneggiati dal vaccino Covid. Nella sola Baviera sono stati confermati danni permanenti causati dalla vaccinazione a 125 persone, secondo i dati forniti dal Centro familiare e sociale bavarese (Zbfs) di Bayreuth lo scorso 20 dicembre. Hanno diritto a una pensione da 164 a 854 euro al mese, a cure mediche e a forniture di ausili. Circa 11.827 tedeschi hanno presentato domanda di indennizzo in tutti i 16 Länder federali, le pratiche già esaminate sono 6.230. Il ministero della Sanità della Renania Settentrionale-Vestfalia ha dichiarato che uno dei motivi dell’enorme arretrato è la mancanza di valutatori. È anche problematico il fatto che «nella scienza medica le conoscenze sui collegamenti accertati tra le vaccinazioni contro il Covid-19, e i quadri clinici individuali siano spesso incompleti» spiega un portavoce del ministero al quotidiano Neue Osnabrücker Zeitung. Però almeno la Germania diffonde dati. In Italia siamo nel silenzio assordante. D’accordo che aspettiamo con grande attenzione il via libera alla commissione parlamentare d’inchiesta sulla pandemia (lunedì inizieranno alla Camera le ultime discussioni e poi la votazione), ma della questione danneggiati da vaccino nessuno più parla. Quanti sono in Italia? L’ Aifa può degnarsi di comunicare il numero reale? Ci rendiamo conto che l’ultimo report sulla sorveglianza è del dicembre 2022? Allora, si diceva che al 26 dicembre di due anni fa erano «state inserite 97 segnalazioni ogni 100.000 dosi somministrate». Che la maggior parte degli eventi avversi segnalati erano «classificati come non gravi (81,3% circa)». Così pure che «il 93,2% delle segnalazioni è di tipo spontaneo e il 6,7% proviene da studio (nello 0,1% l’informazione non è disponibile)». Quindi, farmacovigilanza attiva praticamente inesistente, volontà meno che zero del ministero della Salute e della sua agenzia regolatoria di monitorare le reazioni al vaccino. Infatti, bastava leggere quello che riportavano per capire che non corrispondeva alla situazione reale dei danneggiati. Il report sosteneva che gli eventi avversi più segnalati erano «febbre, cefalea, dolori muscolari/articolari, brividi, disturbi gastrointestinali, reazioni vasovagali, stanchezza, reazione locale o dolore in sede di iniezione». Le reazioni avverse gravi «correlabili» erano rare e nella maggior parte dei casi «caratterizzate da sintomatologia simil influenzale», gli eventi avversi «di speciale interesse» risultavano molto rari. Una simile sciatteria nel trattare la questione dei danni da vaccinazione può essere compresa solo guardando le cifre stanziate per indennizzare le persone rimaste offese da una somministrazione. A seguito di alcune pronunce della Corte costituzionale, era stato ampliato il bacino dei potenziali beneficiari dell’indennizzo fino a ricomprendere anche coloro che avevano subito danni permanenti da campagne vaccinali non obbligatorie, ma soltanto raccomandate come nel caso del vaccino anti Covid-19.Ebbene, il 27 gennaio del 2022, il governo Draghi stanziava 50 milioni di euro di fondi per i risarcimenti in quell’anno e quasi 100 milioni di euro «a decorrere» dall’anno 2023. «I 50 milioni di euro basterebbero per una sessantina di danneggiati in modo grave, senza considerare i morti per vaccino anti Covid», aveva commentato con la Verità l’avvocato Luca Ventaloro, che da 30 anni si occupa di indennizzi da vaccino fra Rimini e Roma. Dov’è finito il miliardo di euro che Fratelli d’Italia riteneva necessario, con un emendamento alla manovra, per i danni legati ai vaccini anti Covid? E per il 2024, si è pensato di integrare quei 100 milioni di euro? Ci sono ancora migliaia di persone che stanno male, non lavorano, hanno perso la salute e non trovano cure per le patologie di cui soffrono dopo una, due o tre inoculazioni. Nel frattempo, però si è continuato a raccomandare il doppio richiamo, anche per la popolazione sana, senza nessun aggiornamento in termini di sicurezza dei vaccini (soprattutto quelli a mRna) e la perdurante indifferenza verso reazioni anche molto gravi. Non a caso, l’Aifa latita nel fornire report nuovi.Attenzione, poi. Lo scorso novembre, gli avvocati Alberto Cappellaro del Foro di Milano e Sabrina Cestari del Foro di Reggio Emilia segnalavano che «i termini per presentare la domanda di indennizzo potrebbero essere prossimi alla scadenza». Termini che per legge decorrono dal momento in cui «l’avente diritto risulti aver avuto conoscenza del danno», consapevole «della correlazione tra il pregiudizio subito», ovvero il danno che deve essere «irreversibile», e «la vaccinazione».Quindi, ricordavano i legali, le persone che si sono vaccinate per prime e non hanno avuto conferme mediche o certezze che le patologie di cui soffrono sono da post somministrazione devono stare attente «a non incorrere in decadenze». Dopo aver perso la salute, verrebbero escluse dalla tutela indennitaria.
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