2025-08-07
L’ultima di Bostik Sala. Chiede ai magistrati di rimediare ai danni che lui ha provocato
Per restare attaccato alla sedia, il sindaco di Milano vagheggia un «tavolo» coi pm che dia risposte a chi è rimasto senza casa.Se Beppe Sala non ci fosse bisognerebbe inventarlo. Negli ultimi tempi infatti offre ogni giorno prove di comicità involontaria. Faccio un breve elenco solo delle mosse del sindaco di Milano nelle scorse settimane. Mentre gli uomini della Guardia di finanza portavano ai domiciliari il suo ex assessore, insieme ad architetti e costruttori (uno l’hanno trasferito direttamente a San Vittore), lui si è rallegrato perché il giudice delle indagini preliminari non ha dato peso a una delle accuse che gli sono rivolte dalla Procura. È bastato questo ad alleggerirgli la coscienza e a consentirgli di partire tranquillo per le vacanze, lasciando migliaia di famiglie nei pasticci e senza casa. Non contento, una volta raggiunta la località in cui riposarsi dalle fatiche cittadine, Sala ha postato sui social una fotografia con un bicchiere in mano. Finalmente un brindisi e il meritato relax. Peccato che il drink sia parso una presa in giro per coloro che con «l’interpretazione autentica della legge» patrocinata da Sala sono rimasti incastrati, chi nelle maglie della giustizia e chi invece nelle pastoie burocratiche che gli impediscono di vedersi restituiti i soldi spesi per avere un nuovo appartamento. Un cocktail (come ha spiegato, gli piace prepararselo da solo) in faccia a chi resta in attesa di una soluzione al suo problema.Resosi conto della gaffe, il sindaco in stand by sulle sponde del lago Maggiore, ha pensato bene di correggere il tiro, concedendosi una chiacchierata con Rtl 102.5. L’intervista radiofonica ha prodotto due perle, che vado a riassumere. La prima riguarda i grattacieli. Secondo Sala a Milano sarebbe «venuta all’improvviso la paura dei grattacieli» e lui di fronte a questo immotivato atteggiamento «si dissocia». Sì, ha detto proprio così. Ma nel capoluogo lombardo, dove per anni sono stati tirati su palazzoni da decine di piani, nessuno ha paura dei grattacieli. La Torre Velasca di piani ne ha 26, la Torre Brera 30 e il Pirellone, che è del 1958, ne ha 32. Più di recente è stato costruito il grattacielo Allianz, con 50 piani, mentre quello delle Generali è di 43. Se poi vogliamo parlare di metri, la sede di UniCredit con la sua guglia è alta 231 metri. Dunque, nessuno in città ha paura dei grattacieli. Semplicemente, si chiede che prima di costruirne uno si faccia richiesta di concessione edilizia, si paghino gli oneri di urbanizzazione e non si faccia i furbi spacciando una torre con decine di appartamenti per la ristrutturazione di un garage. In più, si vorrebbe evitare di veder nascere un grattacielo in cortile. Tutto qui, semplice no? Ma Sala infila un’altra perla. A chi gli chiede delle famiglie rimaste senza casa e senza soldi per colpa dei pasticci combinati dalla sua amministrazione, replica serafico dicendo che sta mettendo in piedi un tavolo per risolvere il problema. Attorno al banco allestito dal sindaco dovrebbero sedersi i costruttori, i proprietari di alloggi senza alloggio e la Procura. Ora, io non ho mai visto i pm sedersi con gli indagati e con i danneggiati (le famiglie) per trovare una soluzione al reato di costruzione abusiva. I magistrati fanno il loro lavoro e non sono certo una parte con cui negoziare una soluzione riparativa. A quella deve pensare il Comune, che è l’unico a dover trovare la strada per risolvere il pasticcio che ha combinato «disapplicando» la legge perché ritenuta troppo vecchia (sono parole dell’ex assessore Tancredi). Certo, se il Comune è latitante, perché il sindaco è in vacanza a godersi il «meritato relax», il vecchio assessore è agli arresti e quello nuovo non c’è, la trattativa costruttori-Procura è solo una supercazzola inventata al momento per dire che dopo l’interpretazione autentica della legge arriverà la soluzione autentica del disastro. Senza che questo però comporti le dimissioni. Bostik Sala, l’adesivo che ripara, sigilla, costruisce, ma soprattutto si incolla alla poltrona, manda i suoi saluti dal lago.
Friedrich Merz, Emmanuel Macron, Volodymyr Zelensky e Keir Starmer (Ansa)