2020-03-22
Benetton dona 3 milioni e mette 3.000 persone in Cig
A fronte della beneficenza agli ospedali, il gruppo di famiglia e Autostrade ricorrono ai fondi statali degli ammortizzatori sociali.È l'11 marzo quando Edizione, la cassaforte della famiglia Benetton, rende pubblica una notizia. Ha donato 3 milioni di euro per combattere il coronavirus. La beneficenza va «agli ospedali Ca' Foncello di Treviso, Luigi Sacco di Milano, Lazzaro Spallanzani e policlinico Agostino Gemelli di Roma che, unitamente a tante altre strutture del servizio sanitario nazionale, combattono ogni giorno in prima linea questa battaglia», si legge nella nota di Edizione che tiene a specificare quanto il gruppo «abbia in Italia le sue principali attività a Treviso, città di origine della famiglia, a Milano e a Roma». Ottima notizia, in linea con quanto deciso da Silvio Berlusconi e altri grandi contribuenti italiani i quali hanno tenuto l'asticella un po' più in alto, verso i 10 milioni di euro.La donazione è più che apprezzata, peccato che a guardare da vicino rischi di avere una macchia e nemmeno da poco. Sei giorni dopo il gruppo Benetton ha annunciato la cassa integrazione per 1.350 dipendenti per una durata di 9 settimane. Appena arrivato in Gazzetta Ufficiale il decreto Cura Italia la famiglia, costretta a rallentare la produzione (in Veneto la stessa sorte la sta seguendo Electrolux), ha chiesto gli ammortizzatori previsti e coperti con una fetta dei 25 miliardi stanziati dal decreto d'urgenza. Ieri pomeriggio è stata la volta dei dipendenti di Autostrade per l'Italia. In questo caso su 4.700 persone finiscono a turno in Cig in poco più di 1.500. «A seguito delle limitazioni degli spostamenti necessarie per contrastare la diffusione del Covid-19, il traffico sulla rete di Autostrade per l'Italia ha subìto una progressiva e costante diminuzione», dichiara Aspi in una nota. «Nella settimana dal 9 al 15 marzo il calo è arrivato a quota 56,3%, con punte giornaliere di oltre l'84%. Si tratta della flessione dei transiti in assoluto più importante nella storia della società, nel periodo sia pubblico che privato». In poche parole, Autostrade fa sapere di avere attuato una serie di misure per assicurare l'operatività della rete in base ai flussi di traffico ridotti, «garantendo al tempo stesso ai propri dipendenti il pieno rispetto delle prescrizioni governative per la tutela della salute», conclude la nota. Nelle stesse giornate anche Ferrai e Fincantieri lasciano a casa personale ma non necessariamente attingono ai fondi della cassa integrazione. Le scelte delle aziende private o pubbliche hanno pesi diversi. Nel caso di Autostrade le valutazioni sono di una terza natura. Si tratta di un gruppo privato che però ha goduto delle tariffe pubbliche secondo un regime di quasi monopolio. A dirlo non siamo noi ma, con un giro di parole, la Corte dei conti. Ad agosto 2018 è caduto il Ponte Morandi a Genova uccidendo 43 persone. L'iter giudiziario è in corso, ma la famiglia Benetton ne è uscita nel peggior modo possibile. E se in questi giorni non si discute dell'intera revoca delle concessioni è perché l'Italia è in quarantena. E soprattutto il Parlamento è di fatto chiuso. Negli ultimi sei anni Aspi, al netto della quota girata all'Anas, ha versato al Ministero meno di mezzo miliardo di oneri concessori e ha speso per la manutenzione poco più di 2,5 miliardi. Sono rimasti 4 miliardi di euro di utili, gran parte finiti in dividendi ai soci. Alias, alla famiglia Benetton.In queste ore, il gruppo ha tutto il diritto di chiedere contributi pubblici per lasciare a casa i propri dipendenti, ma se non lo facesse lascerebbe quei fondi ad altre aziende che sono meno liquide. Per qualche settimana potrebbe trovare alternative alla Cig senza togliere nulla ai lavoratori. Meglio quello per la collettività che 3 milioni di beneficenza.