2023-09-13
«Mai più imposizioni. Il virus non s’affronta stando in televisione»
Rocco Bellantone (Imagoeconomica)
Rocco Bellantone, commissario dell’Iss, indicato come prossimo presidente: «I politici smettano di spacciare per scienza ciò che non lo è».Rocco Bellantone è il commissario straordinario dell’Istituto superiore di sanità e ieri si è trovato sulle prime pagine dei giornali indicato come il successore di Silvio Brusaferro alla guida dell’Iss.Dottore, alcuni giornali hanno scritto che lei verrà messo a capo dell’Iss perché cugino di Giovan Battista Fazzolari, uno degli uomini più forti dell’entourage meloniano. «Lei ha letto il mio curriculum?». Sì. Non è breve. «Ebbene, le pare un curriculum che abbia necessità di qualcuno che lo spinga? E le dico un’altra cosa». Dica. «È falso che io sia il cugino di Fazzolari. Abbiamo una parentela di quinto grado».Quindi l’hanno presa alla lontana per attaccarla. «È così purtroppo. Io sono profondamente amareggiato, perché - mi scusi lo sfogo - dopo 45 anni di onorata carriera, in cui, grazie a Dio, ho avuto enormi soddisfazioni (sono stato invitato in tutto il mondo, sono stato preside per 12 anni, eccetera), il tutto viene svilito e ridotto a una presunta parentela». Ma vi frequentate con Fazzolari?«Ecco, peraltro io e il senatore Fazzolari in tutta la nostra vita ci siamo incontrati tre o quattro volte a dir tanto, proprio perché abbiamo solo una parentela di quinto grado. Ma che le devo dire, guardiamo il bicchiere mezzo pieno: evidentemente il mio curriculum è talmente forte che non hanno nulla da dire su di esso, e quindi si attaccano a queste fesserie. Io veramente lo trovo un modo di fare giornalismo - mi permetto - veramente bieco. Se io avessi un curriculum debole, se fossi uno che nella vita ha fatto poco o niente, allora potrei anche capire che uno vada alla ricerca di chissà cosa. Ma guardi che razza di curriculum. Lei calcoli che in questi giorni io sto ricevendo attestati di stima da tutto il mondo, capisce?».Non ne dubito. Senta, allora andiamo sulle questioni professionali. Lei, anche quando non era molto conveniente farlo, ha sollevato in alcune interviste temi interessanti. Ad esempio, in una intervista ha dichiarato: «Ci sono stati periodi in cui le imposizioni sono state esagerate». Parole che non si sono sentite spesso da gente del suo calibro. «Sì, questa frase non posso che confermarla. Vede, ci sono situazioni che non si possono affrontare solo con le imposizioni. Ci sono situazioni che vanno affrontate con un approccio modulato, con il supporto della scienza e l’interpretazione della politica». Sembra però che questa tendenza a procedere per imposizioni sia rimasta, non crede? Sentire parlare adesso di mascherine a scuola, ad esempio, sinceramente è un po’ eccessivo.«Guardi, bisogna che mi venga dato del tempo: io mi sono insediato stamattina. Ho già convocato per dopodomani tutto il team che si occupa di Covid, perché ho chiesto che mi presentino una relazione molto dettagliata sulla situazione attuale. Per cui rimango già a sua disposizione tra due o tre settimane per poterne parlare con cognizione di causa. Ma prima devono farmi presentare la relazione: l’Istituto è veramente il depositario della scienza in Italia e penso che potrò ricevere informazioni molto importanti».Se non mi vuole parlare di singoli provvedimenti, le chiedo allora quale sarà il suo atteggiamento nei confronti della politica. In passato chi ha occupato ruoli di vertice ha avuto con la politica un rapporto un po’ ambiguo. «Guardi, il mio atteggiamento sarà quello di non imporre mai nulla». È serio?«Le anticipo che con l’Istituto partiremo con un’importante campagna di informazione nelle scuole su fumo, alcol, droghe, eccetera. Perché la mia idea è che con le imposizioni, gli arresti e la galera non si risolve alcunché su quel fronte. La battaglia qui si vince formando i ragazzi sugli stili di vita corretti fino da quando sono alle elementari. L’atteggiamento sarà su questa falsariga: non imporre, ma far capire, far sì che ognuno di noi abbia tutto in mano per poter scegliere».Vale anche per il Covid questo atteggiamento?«Certo, vale anche per il Covid, come no. A maggior ragione per il Covid, ma anche per tutte le altre insidie batteriologiche e virali che ci sono». Insisto: con la politica che rapporto intende tenere? I politici, spesso, hanno usato la scienza come una sorta di copertura.«Bisogna che la scienza si faccia capire e che i politici non spaccino per scienza quello che scienza non è. Mi spiego meglio: spesso ho sentito dire “ce lo dice la scienza”, ma siamo sicuri che la scienza voleva dire proprio quello?».Già... Diceva di aver richiesto approfondimenti all’Iss. Quali?«Voglio essere informato sulla situazione attuale, seduta stante, del Covid in Italia. È un argomento su cui ho sentito negli anni troppe chiacchiere, anche da parte dei cosiddetti esperti, ma su cui non si può improvvisare. È un argomento concreto, serio, in cui un team di ricercatori, di scienziati, deve potersi consultare e mettere nero su bianco delle idee precise. Non si affronta andando in televisione e sparando sentenze».Farete anche qualche riflessione sul passato, su come è stato gestito il virus?«No, non ci spetta questo compito. È ovvio che, essendo noi l’organo tecnico del ministero della Salute, qualora il ministro ci chiedesse un’analisi ex post noi la faremmo pure, ma di nostra iniziativa non è prevista».
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