2020-09-24
Banchi, la consegna col freno a mano
Il commissario Domenico Arcuri è indietro di 600.000 pezzi sul primo blocco, sos dei presidi. Tra due giorni saranno resi noti contratti e nomi delle aziende vincitrici dei bandi.Procede a rilento la consegna dei nuovi banchi monoposto, che dovrebbero garantire anche a scuola il mantenimento della distanza utile a prevenire il contagio. Ieri, ad Adnkronos, il capo dei presidi italiani, Antonello Giannelli, ha lanciato l'allarme: «Siamo fuori dai tempi indicati. Ad oggi ne sono stati consegnati circa 200.000» sui 2.400.000 promessi. Questo significa che, «per rispettare la scadenza del 31 ottobre, ne andrebbero consegnati 800.000 ogni 20 giorni. Dunque siamo già fuori di 600.000 unità».Già, la scadenza del 31 ottobre. All'inizio, in realtà, la deadline era l'8 settembre. Almeno, così proclamava il commissario straordinario, Domenico Arcuri, in tv, ad agosto. Ma, nonostante l'ad di Invitalia spedisse lettere ai giornali, nelle quali spiegava che le procedure per l'aggiudicazione della gara sarebbero state ultimate entro il 12 agosto, in realtà i contratti sono stati sottoscritti solo il 26 del mese scorso. Sarebbe stato impossibile, dunque, osservare il termine prefissato. Per questa ragione, a un certo punto Arcuri si è arreso. Lui e Giuseppe Conte hanno garantito che i banchi nuovi sarebbero arrivati entro la fine di ottobre. Ma, se è giusto il conteggio di Giannelli, al ritmo di consegna registrato finora, per non sforare pure la seconda scadenza, bisognava aver già portato a destinazione 600.000 pezzi in più. Il commissario, insomma, va incontro all'ennesimo flop, dopo quello sulle mascherine e quello sui reagenti per i tamponi.Per di più, non è stato mai chiarito quale azienda dovrebbe sopperire alle commesse saltate a causa delle inadempienze di due ditte (la Nexus di Ostia e un'altra ancora misteriosa). Stiamo parlando, complessivamente, di 400.000 monoposto, che a questo punto andrebbero prodotti e consegnati veramente in tempi da guinness. Né sono ancora noti i dettagli sui contratti: quelli sottoscritti con le imprese italiane, quelli saltati o non perfezionati con le due società escluse, quelli con le aziende straniere. Tra esse, abbiamo scoperto per caso che ne figura una portoghese, la Nautilus: qualche giorno fa, ha consegnato un lotto in una scuola di Coppitto, nei pressi dell'Aquila (ma non si sa quanti banchi le siano stati ordinati in totale, né a che prezzo). Dato che non arrivano novità sul fronte delle due interrogazioni parlamentari presentate dai leghisti (che avrebbero voluto Arcuri in commissione Finanze alla Camera, un'audizione stoppata dal presidente Luigi Marattin, di Italia viva, secondo il quale sarebbe stata contraria ai regolamenti), tutti questi dubbi potranno essere chiariti solamente quando scadrà il termine dei 30 giorni, indicato dalla normativa sulla trasparenza. I giorni fatidici, dato che i contratti sono stati siglati il 26 agosto, dovrebbero essere il 26 o, massimo, il 27 settembre.Finora, infatti, Arcuri ha invocato le proprie prerogative di commissario, autorizzato ad agire in deroga alle procedure ordinarie. Il capo di Invitalia, anzi, ha lasciato intendere di averci già concesso troppo, bandendo una gara per le forniture di banchi, anziché procedere ad affidamenti diretti. Meno male che li ha evitati, dato che, persino in presenza di una commissione chiamata a controllare le credenziali dei partecipanti, alla fine è stato necessario annullare gli impegni assunti con due ditte, per diverse decine di milioni di euro (circa 45, nel caso della Nexus). L'ennesimo pasticcio, che grava sulla ripartenza zoppicante dell'anno scolastico più difficile della storia recente.
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