2024-09-03
Bagno di sangue alla Volkswagen. «Via ai tagli: chiuderemo fabbriche»
A rischio 110.000 dipendenti. In Italia senza incentivi crolla l’elettrico: - 13,7% in un anno.Germania sotto choc dopo che l’amministratore delegato di Volkswagen, Oliver Blume, ha annunciato ieri la possibilità di «chiusura degli impianti di produzione di veicoli e di componenti» nella stessa Germania, in assenza di «rapide contromisure». Nel corso di un evento, il capo della popolare casa automobilistica tedesca ha lamentato il clima inospitale del Paese: «La Germania come sede aziendale sta ulteriormente arretrando in termini di competitività». La chiusura di impianti della Volkswagen (Vw) in Germania sarebbe una novità assoluta nei nove decenni di vita del marchio.I manager dell’azienda stanno preparando un piano di taglio dei costi che prevede la chiusura di uno o più impianti in Germania, con ciò rompendo il patto di «sicurezza del lavoro», in vigore con vari rinnovi dal 1994 e valido fino al 2029. Il piano di austerità di Vw prevede tagli ai costi del personale e questo significherebbe che l’accordo sulla sicurezza dei posti di lavoro per circa 110.000 dipendenti del gruppo in Germania verrebbe stracciato. Vw ha 650.000 dipendenti in tutto il mondo, circa la metà dei quali in Germania.I dirigenti del gruppo (che già negli ultimi anni hanno provato a negoziare con i sindacati tagli del personale e dei salari, senza successo) avrebbero spiegato ai rappresentanti dei lavoratori che il marchio rischia di chiudere il prossimo bilancio in perdita e che vi sarebbe l’intenzione di chiudere una fabbrica di auto e una di componentistica, oltre che di annullare gli accordi salariali in essere. In un comunicato, Vw si dice «costretta» a porre fine al programma di sicurezza del lavoro.Tra un mese dovrebbero iniziare i negoziati per il rinnovo dei contratti, con i sindacati che chiedono un 7% di aumento. A quanto pare il management di Vw ha deciso di giocare d’anticipo. La notizia sta deflagrando in Germania, soprattutto in Bassa Sassonia, dove il Länder è azionista al 20,2% e ha potere di veto su tutte le decisioni importanti. Ma è a Berlino che si sentono più forti le scosse del terremoto. Dire Volkswagen significa dire Germania: così è nell’immaginario collettivo e così è nella realtà, poiché il complesso industriale dell’auto vale tra il 35 e il 40% del Pil tedesco, considerando anche l’indotto. La crisi della Volkswagen è una nuova tegola per il sempre più debole governo di Olaf Scholz, assediato da batoste elettorali, crimini violenti, tensioni sociali per l’immigrazione, disoccupazione in aumento, produzione industriale in calo, bilancio 2025 ancora in alto mare, guerra in Ucraina. Di più, la crisi della Volkswagen, dopo quelle conclamate di Basf e Thyssenkrupp, è la crisi della Germania e del suo modello export-led, fatto di ricerca di surplus commerciali contenendo i salari, reprimendo la domanda interna e con una moneta svalutata.Intanto arrivano i dati del mercato dell’auto in Italia nel mese di agosto e non c’è da stare allegri. Lo scorso mese sono state immatricolate 69.011 automobili nuove (-13,4% rispetto all’agosto 2023 e -44.9% rispetto al luglio di quest’anno) di cui il 50% benzina, il 19,7% diesel, il 12,7% ibride, il 3,5% ibride plug-in, il 10,5% a gas e solo il 3,5% elettriche. Dopo il boom di giugno grazie agli incentivi (13.285 immatricolazioni) già a luglio le auto elettriche erano crollate a 4.129, ad agosto sono state 2.410. Finiti gli incentivi, finito il mercato, a quanto sembra. Nell’agosto del 2023 le auto elettriche immatricolate furono 4.057, dunque nel mese appena concluso il calo tendenziale è stato di ben il 40,6%. Un disastro che con le ferie c’entra ben poco.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.