2023-06-30
Tre aziende tedesche inquinano più di tutta l’Italia. Ma l’auto la tolgono agli italiani
Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala (Ansa)
Con la scusa di ambiente e salute, i sindaci di sinistra inaspriscono le gabelle sulle zone a traffico limitato. L’aria non migliora, i conti dei Comuni sì. E i più poveri restano a piedi.A volte le notizie più interessanti si nascondono tra le pieghe delle pagine interne dei giornali. Prendete ad esempio la copia di ieri della Repubblica: nell’edizione milanese troverete un articolo che parla della diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie. La cronista si è aggirata tra le bancarelle di un mercato del capoluogo lombardo per scoprire che l’inflazione si mangia parte dei redditi dei cittadini. Gli effetti del carovita si fanno sentire nel portafogli, spiega il quotidiano della famiglia Agnelli, che a sostegno della tesi sfodera anche un rapporto della Banca d’Italia sullo stato di salute dell’economia lombarda. Fin qui non si tratta di una grande scoperta. Poi però l’occhio cade sul titolo immediatamente sotto a quello dedicato ai prezzi all’ingrosso che sono raddoppiati e alla paura di spendere delle famiglie. «Ticket di ingresso in area C, il costo salirà a 7 euro». Probabilmente chi non vive o lavora a Milano non sa neppure che cosa sia l’area C, dunque colmo immediatamente la lacuna. Da anni, per entrare nel centro del capoluogo lombardo bisogna pagare cinque euro. Questo a prescindere dal fatto che si abbia un’auto recente e in linea con le recenti disposizioni circa le emissioni inquinanti: unica eccezione, le auto elettriche.Il rincaro, da quanto ci dice Repubblica, farebbe parte di un pacchetto di misure che include la pedonalizzazione di alcune aree. Che cosa c’entri la tariffa per circolare su quattro ruote nel cuore della metropoli con i divieti non è noto. Tuttavia, segnalo che due euro in più rappresentano all’incirca un rincaro del 40 per cento del famoso ticket. Qualcuno potrebbe pensare che chi vive nelle vie del lusso possa permettersi di pagare, ma in realtà l’incremento non è a carico solo di chi ha casa sotto le guglie del Duomo, bensì pure di chi è costretto a prendere l’auto per recarsi al lavoro, o perché fa orari particolari o perché i servizi pubblici non lo aiutano. Sempre Repubblica tempo fa ci informò che ogni giorno entravano in città all’incirca un milione di vetture. Magari non tutte raggiungevano il centro, però tutte rischiano presto di pagare dazio. Infatti, oltre al rincaro dell’area C, potrebbe arrivare presto un ticket per l’area B. Vi state chiedendo di che si tratti? Istituita un po’ di tempo fa, la nuova zona a traffico limitato serve a multare le auto più datate, alle quali è proibito l’ingresso in città. Non stiamo parlando di vetture del secolo scorso, ma anche di quelle classificate con la sigla Euro 4, cioè anche di otto anni fa. Finora le telecamere registrano il passaggio e se c’è qualche veicolo fuori regola lo segnalano. Ma un domani, quelle stesse telecamere potrebbero funzionare come oggi fanno quelle dell’area C, ossia segnalare gli ingressi e chi non è in regola con il pagamento del ticket. In pratica, si tratterebbe di un salasso per quel milione di pendolari che ogni giorno si recano a Milano. Già molti sono costretti a pagare per l’ingresso in centro, domani potrebbero doverlo fare anche se si aggirano in periferia.Tutto ciò, ovviamente, ammantato di buonismo. Cioè, ci tassano (perché di questo si tratta: di un’imposta che può costare anche centinaia di euro al mese se si varca la soglia cittadina ogni giorno), ma a fin di bene. Per la nostra salute, per ridurre l’inquinamento e costringerci a fare un po’ di movimento. In realtà, il comune amministrato da Beppe Sala, icona della sinistra radical chic, sta solo facendo cassa. Introdurre l’area C o l’area B, alzare le tariffe su ingresso e parcheggi, serve solo a drenare soldi dal portafogli degli italiani. Infatti, sebbene il sindaco si proclami più verde che rosso, iscrivendosi d’ufficio al movimento guidato da Greta Thunberg, nonostante i divieti di ingresso alle auto più vecchie e il ticket in vigore da tempo, la qualità dell’aria a Milano non solo non è migliorata, ma addirittura è peggiorata, segno dunque che le misure con cui la giunta di sinistra del capoluogo lombardo tortura gli automobilisti non servono a nulla. Peraltro, segnalo che un recente studio ha scoperto che tre centrali di carbone - di proprietà di un’azienda tedesca - inquinano più di tutta Italia. Dunque, inutile continuare a fare la guerra ai veicoli, perché i risultati sono e saranno ininfluenti per l’ambiente.Come dicevo, però gli effetti si vedono sulle finanze municipali, che sono rimpinguate a danno dei portafogli di chi guida e pazienza se questo fa salire l’inflazione (eh, sì: il ticket incide anche sulle consegne e dunque sul caro vita).Arrivati a questo punto, qualcuno potrebbe voltare pagina, pensando che tutto quanto ho raccontato sia una questione che riguardi solo i milanesi e quella parte di lombardi che si recano nella capitale economica del Paese. Errore: ahinoi, l’esempio di Sala è copiato da altri sindaci di sinistra, a Torino come a Roma, i quali con le Ztl, zone a traffico limitato, hanno scoperto una miniera d’oro che serve a far quadrare i bilanci e a far felici i compagni che, guarda caso, spesso sono radical chic, contenti di fare qualche cosa per salvare il pianeta, restando però comodi, con l’aria condizionata, nella loro casa in centro mentre Sala multa tutti quelli che provano a circolare senza pagare dazio.
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