2024-01-28
Azerbaijan sospeso dal Consiglio Ue. Baku protesta e ritira la delegazione
Crisi diplomatica dovuta allo scarso rispetto dei diritti umani e alle tensioni con Parigi.Qualcosa è cambiato nei rapporti tra Europa e Azerbaijan. Per Baku, un tempo, i politici europei stendevano tappeti rossi e facevano visita spesso al presidente Ilham Aliyev. Solo pochi anni fa diversi membri del Consiglio d’Europa erano finiti nelle maglie delle inchieste sulla corruzione azera. C’era una volta la diplomazia del caviale quella definita dal think tank europeo European stability initiative (Esi) che nel 2012 iniziò a raccontare come i funzionari azeri corrompessero i politici europei del Consiglio d’Europa. Ne sono nate diverse inchieste anche della magistratura italiana. Adesso, invece, a fare notizia è l’esclusione per un anno della delegazione azera proprio dalla plenaria di Strasburgo.Ciò significa che l’Azerbaijan rimarrà membro del Consiglio d’Europa ma perderà il diritto di voto per un anno e le sue attività «potranno riprendere quando saranno soddisfatte le condizioni previste dal regolamento». La questione è rilevante per i rapporti diplomatici. Frank Schwabe, che guida la delegazione tedesca nell’assemblea, aveva proposto di negare le credenziali della delegazione azera per una serie di motivi, tra cui lo sfollamento forzato di tutti gli armeni dall’Artsakh. Il Consiglio ha votato (con 76 voti favorevoli inclusi tutti gli italiani presenti, dieci contrari, nove dei turchi e di un albanese e quattro astensioni), di non ratificare le credenziali della delegazione parlamentare dell’Azerbaijan citando il mancato rispetto di «importanti impegni» dopo 20 anni nel Consiglio d’Europa e numerosi esempi di «mancanza di cooperazione». Con questa risoluzione, la delegazione azera è stata sospesa per almeno un anno e potrà rientrare solo se adempie ai suoi obblighi normativi. Di fatto, la sanzione rappresenta un duro atto d’accusa e una severa sanzione per l’Azerbaijan, che segna l’inizio dell’isolamento di Aliyev e del suo regime in Europa. Baku, però, protesta e in una nota parla di «insopportabile atmosfera di razzismo, azerbaijanofobia e islamofobia nel Consiglio», annunciando che «la delegazione dell’Azerbaijan decide di cessare il suo impegno e la sua presenza nel Consiglio d’Europa fino a nuovo avviso». In realtà, i motivi di questa crisi sono molto profondi. In Azerbaijan sono state organizzate elezioni anticipate per favorire Aliyev ma non sono stati accettati osservatori per garantire il corretto svolgimento del voto. Per questo nel rapporto preparato dal Comitato di monitoraggio del Consiglio d’Europa, sono state espresse «serie preoccupazioni» circa la «capacità dell’Azerbaijan di tenere elezioni libere ed eque, la separazione dei poteri», oltre a sottolineare «la debolezza del potere legislativo nei confronti dell’esecutivo» o mettere in dubbio «l’indipendenza del potere giudiziario e il rispetto dei diritti umani». A pesare poi sulla sospensione degli azeri sono i rapporti sempre più tesi con la Francia. Parigi ha legami sempre più stretti con l’Armenia, sostiene la causa armena anche inviando armi. Le tensioni diplomatiche si sono intensificate alla fine di dicembre, quando l’Azerbaijan ha ordinato a due diplomatici francesi di lasciare il Paese. In tutta risposta, la Francia ha dichiarato «persone non gradite» due diplomatici azeri. A novembre, proprio Aliyev ha accusato la Francia di incitare al conflitto nel Caucaso armando l’Armenia. L’Azerbaigian e l’Armenia hanno combattuto negli ultimi tre decenni tre guerre per la regione del Nagorno Karabakh, che fu conquistata dalle forze armene quando l’Unione Sovietica crollò alla fine degli anni Ottanta. A creare altri problemi con gli azeri è il porto di Chabahar in Iran, diventato un punto di snodo fondamentale per l’India. Proprio gli indiani, nelle scorse settimane, hanno ribadito che Bombay semplificherà la possibilità di utilizzare il porto per gli armeni. Del resto, per quanto riguarda la regione caucasica, si può osservare come l’Armenia, isolata da Turchia e Azerbaijan, potrebbe usufruire del corridoio che la collega all’Iran, con cui il volume di scambi energetici e commerciali è in aumento, per avere uno sbocco per l’import-export via mare.