2024-03-28
Avanti con le privatizzazioni. L’Ue si mangia l’utile di Ita ma Mps può ballare da sola
Luigi Lovaglio (Imagoeconomica)
Giancarlo Giorgetti su Poste: «Incassi da 4,4 miliardi». Lo stop a Lufthansa costa 100 milioni. Con il Mef in minoranza e il cambio in antitrust, il Monte non ha bisogno di acquirenti.In meno di sei mesi, lo Stato è sceso dal 64% al 26,7% del Monte dei Paschi con due operazioni di mercato. L’ultima cessione di un altro pacchetto del 12,5%, comunicata martedì sera, farà incassare 650 milioni che si aggiungono ai 920 portati a casa il 20 novembre con il collocamento del 25%. Certo, sono stati recuperati quasi 1,6 miliardi dopo gli oltre 7 miliardi spesi per il salvataggio pubblico. Ma il segnale sul progressivo disimpegno inviato a Bruxelles è rassicurante: entro il 2024 vanno rispettati gli accordi presi nel 2017, ai tempi della ricapitalizzazione precauzionale, con le autorità europee. Nel frattempo, le sentenze a favore della banca che hanno ridotto drasticamente il peso dei rischi legali e i conti 2023 che sono stati chiusi con un utile netto a 2,05 miliardi hanno consentito all’istituto senese di tornare - dopo 13 anni - a distribuire un dividendo ai soci. La discesa del Mef dal Monte rende, inoltre, la banca più contendibile (l’essere sotto al 30% implica la perdita del controllo dell’assemblea straordinaria). Però non c’è ancora nessuno pronto a portarla all’altare dando vita al terzo polo bancario. BancoBpm, Unicredit e Unipol con Bper continuano a smentire un possibile interesse. Ecco perché si fa strada anche tra gli analisti l’ipotesi che gli accordi con la Commissione Ue – il cui «azionariato» cambierà a giugno con le elezioni europee – possano essere rinegoziati. Adesso riparte un altro periodo di lockup di 90 giorni durante i quali il ministero non può vendere sul mercato ulteriori azioni Mps. Il Mef potrebbe optare per un nuovo piazzamento dopo l’estate e ridurre la sua quota sotto il 20%. E, in assenza di compratori interessati, ritrattare con la Ue un’uscita completa dopo il 2024. O comunque la possibilità di rimanere con una piccola quota nel capitale per poi procedere a un’aggregazione bancaria quando i tempi saranno più maturi. L’Italia intanto è prossima al rispetto della condizione posta dall’Ue sul controllo pubblico dell’istituto. Secondo il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, «più o meno ci siamo», ha risposto ieri ai cronisti al termine del question time alla Camera. Poco prima, nel corso di un’audizione sulla cessione di ulteriori quote in Poste, il ministro aveva ricordato che la discesa nel capitale del Montepaschi, su cui esiste uno specifico impegno verso Bruxelles, non rientra nel capitolo delle privatizzazioni da cui secondo la Nadef sono attese risorse per l’1% di Pil in un triennio. Capitolo di cui fanno invece parte le Poste. Giorgetti ha specificato che le risorse che potranno essere ottenute «dipenderanno dal pacchetto che sarà collocato sul mercato. Con la cessione dell’intera quota di Poste detenuta direttamente dal Mef (pari al 29,7%) il controvalore desunto sulla base dei più recenti dati di mercato disponibili potrebbe ammontare a circa 4,4 miliardi». Ma «il valore non può prescindere dalla tempistica di realizzazione dell’operazione, che va inquadrata nell’orizzonte 2024-2026. Il Mef realizzerà l’operazione nel momento più adeguato alla massimizzazione dell’introito», ha precisato Giorgetti. Il Dpcm sulla cessione di quote di Poste «individua un valore minimo di partecipazione dello Stato che potrà essere raggiunto in più fasi. Questo significa che nelle prime fasi il governo potrebbe anche fermarsi al 51%», ha detto il ministro aggiungendo che «lo statuto di Poste prevede che nessun soggetto diverso dal Mef e da enti pubblici possa detenere una quota superiore al 5% del capitale». Rispondendo a una domanda sull'operazione PagoPa, Giorgetti ha spiegato che «non c’è alcuna volontà strumentale di fare una specie di aggiotaggio per valorizzare ulteriormente Poste ai fini di un collocamento sul mercato. Intendiamo andare avanti, abbiamo letto le obiezioni dell’Antitrust, le stiamo valutando». In mattinata, in audizione al Senato, l’ad del gruppo Matteo del Fante aveva sottolineato: «Poste ha uno statuto che dice che dei 9 consiglieri il primo azionista ne sceglie 6 e indica il presidente e l’amministratore delegato. Che venda un’azione o ne ricompri 10, il controllore dell’azienda rimane allo Stato».Sul tavolo di Palazzo Chigi resta, intanto, aperto anche il dossier Ita-Lufthansa. A quasi un anno dall’annuncio delle nozze nei cieli, manca ancora la benedizione di Bruxelles. Nei giorni scorsi è arrivata l’ennesima lettera dell’Antitrust Ue. Dentro, l’opinione preliminare sul progetto di acquisizione del controllo congiunto di Ita Airways, segnalando che «l’operazione potrebbe restringere la concorrenza» e che i clienti potrebbero dover affrontare un aumento dei prezzi o una diminuzione della qualità dei servizi dopo la transazione. Ieri Ita ha presentato i conti 2023 della compagnia chiusi con una perdita netta di 5 milioni, in netto miglioramento rispetto al rosso di 486 milioni dell’anno precedente e superiore di circa 260 milioni rispetto a quanto preventivato nel business plan. I ricavi sono cresciuti a 2,4 miliardi (ma l’attesa della luce verde Ue lascia in sospeso anche il sistema delle alleanze commerciali con un impatto stimato attorno a 100 milioni) e il breakeven operativo è stato raggiunto con un anno di anticipo rispetto alle previsioni del piano industriale. Al 31 dicembre Ita ha una liquidità di cassa pari a 450 milioni, in aumento di 26 milioni rispetto al 2022, e comprensivi dell’aumento di capitale di 250 milioni da parte del Mef. «Non abbiamo un piano B perché crediamo fortemente nel piano A» che prevede l’ingresso di Lufthansa, ha detto il presidente Antonino Turicchi. Secondo il quale, la decisione della Commissione Ue «potrebbe slittare dal 6 giugno al 26-27 dello stesso mese, abbiamo ancora forti elementi da mettere sul tavolo per evidenziare che la concorrenza aumenta e non si riduce».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.