2020-05-04
Autostrade vuole i prestiti garantiti
La società dei Benetton, dopo la cassa per i dipendenti, chiede un finanziamento da 1,2 miliardi. E resta aperto con il governo il fronte per il rinnovo delle concessioni.Una situazione senza via d'uscita? Secondo quanto riportato ieri da Il Fatto Quotidiano, l'esecutivo giallorosso dovrà presto stabilire se concedere o no le garanzie dello Stato sui debiti ad Autostrade per l'Italia, società controllata da Atlantia (gruppo della famiglia Benetton). Nel bilancio del 2019, quest'ultima ha dichiarato di voler valutare se chiedere le garanzie, con l'obiettivo di tutelare la propria liquidità a fronte della difficile situazione che si sta attualmente verificando: le misure restrittive, imposte dal governo per il contrasto alla diffusione del coronavirus, hanno infatti determinato una drastica diminuzione del traffico. In tal senso, Atlantia sta prendendo in considerazione l'ipotesi di chiedere fino a 1,25 miliardi di euro. Autostrade deve del resto effettuare rimborsi per 2,2 miliardi entro il 2022: cifra che comprende 750 milioni di obbligazioni garantite dalla stessa Atlantia con scadenza a febbraio 2021. Ricordiamo poi, per inciso, che il bilancio 2019 della società dei Benetton non si è rivelato troppo brillante: il gruppo ha infatti chiuso con un utile di 136 milioni (639 milioni in meno, rispetto all'anno precedente). Eppure, in tutto questo, si riscontra un lampante paradosso. Non bisogna dimenticare che lo Stato italiano ha in corso un contenzioso per la revoca delle concessioni autostradali: contenzioso sorto a seguito del crollo del ponte Morandi, avvenuto nell'agosto 2018. Ne consegue che, qualora lo Stato arrivasse a rescindere il contratto con Autostrade per l'Italia, si troverebbe paradossalmente obbligato a farsi garante dei debiti della società: società che, senza concessione, finirebbe con il perire. Sace, che sovrintende all'erogazione delle garanzie, può esprimere valutazioni di natura esclusivamente tecnica: valutazioni che prescindono quindi del tutto da considerazioni di carattere politico. In virtù di ciò, dal momento che Autostrade ha rispettato i parametri tecnici, può dare avvio alla procedura, sulla quale dovrà poi comunque esprimersi in ultima istanza il ministero dell'Economia. Da quanto emerge, è quindi chiaro che il governo rischia seriamente di ritrovarsi in un angolo senza via d'uscita. Senza infine dimenticare che Autostrade ha chiesto a Cassa depositi e prestiti 200 milioni di euro, nell'ambito di una linea di credito revolving aperta nel 2017. In questa situazione di incertezza, Atlantia - pochi giorni fa - ha cercato di arrivare a una chiusura del contenzioso con il governo, mettendo sul tavolo un totale di 2,9 miliardi di euro. Si tratta di un nodo politicamente spinoso per l'esecutivo giallorosso. L'obiettivo della revoca ha sempre costituito un cavallo di battaglia del Movimento 5 stelle: di «revisione delle concessioni autostradali» si parlava non a caso anche nel programma di governo sottoscritto lo scorso settembre da grillini, Pd e Leu. La questione della revoca torna periodicamente ad agitare le già burrascose acque in cui sovente naviga l'attuale maggioranza: basti pensare al caso Alitalia dello scorso novembre.