
Parla Andrea Stramezzi, uno dei medici che ha scelto le visite a domicilio: «Il Covid può divenire malattia autoimmune in 3 giorni, guai a trascurarlo».Andrea Stramezzi. Medico chirurgo specialista in stomatologia e in ortodonzia. Come si ritrova a curare il Covid?«Rispondo al disperato appello dell'Ordine dei medici un anno fa. Servivano medici in prima linea. Mi ritrovo a fare controlli sanitari in aeroporto. Capii subito che la prima linea stava da un'altra parte. A casa di chi aveva bisogno».Il suo paziente zero?«Novant'anni, grave, sotto ossigeno e mai visitato. Inizio con antinfiammatori, antibiotico, cortisone e idrossiclorichina. Avevo letto uno studio in vitro. Torno dopo tre giorni. Niente più ossigeno, in piedi e vestito. Dopo cinque imprecava coi familiari. Non lo facevano uscire a causa del lockdown».Poi che succede?«Qualche decina di pazienti e mi ritrovo a Verbania. L'Eremo di Miazzina è una Rsa trasformato in un ospedale Covid. Sotto con la terapia che nella mia esperienza clinica si era dimostrata efficace. Ci aggiungo l'eparina. Tutti e trenta i pazienti guariti e struttura svuotata».Pazienti curati quanti?«Circa trecento e persi due, ma dopo averli guariti. Una donna di novantasei anni, cardiopatica ed affetta da Alzeimher morta da “negativa". Ed un paziente con due tumori ed una metastasi polmonare morto mentre era in riabilitazione».Come visita i pazienti?«Doppia mascherina e a mani nude. Il paziente va palpato. Una stretta di mano prima e dopo. Se serve, un abbraccio e una carezza».Perché serve una cura precoce?«Il virus entrato nei polmoni può colonizzare altri organi e causare danni permanenti. Ho guarito una ragazza di venticinque anni, trascurata per tre settimane. La polmonite interstiziale ha reso un lobo polmonare rigido come un sasso. È come se non lo avesse più. I danni della “vigile attesa"».Cura precoce a base di...?«Antinfiammatori, idrossiclorochina, azitromicina e vitamina D per controllare l'infezione. Il cortisone per prevenire la tempesta citochinica. L'eparina sottocute per combattere la tromboembolia disseminata. Il Covid è una sindrome respiratoria virale. Va trattata precocemente. Gli avversari sono tanti. Il virus, i batteri e i funghi. Agenti patogeni che colonizzano gli organi infiammati con facilità. Per questo servono anche gli antinfiammatori».I nemici sono finiti?«No. Dobbiamo evitare l'eccessiva ed anomala produzione di anticorpi specifici. Ricordi l'aggettivo “specifico". Dopo le spiego perché. Possono scatenare una risposta devastante. L'infezione virale respiratoria diventa una malattia autoimmune. Serve l'idrossiclorochina: farmaco efficace da decenni contro malattie autoimmuni. Il fuoco amico che può distruggere l'organismo».Tutto questo a partire dal tampone positivo?«Per me il tampone non è essenziale, faccio diagnosi clinica. Bisogna partire con la cura “da ieri". Ai miei pazienti dico di iniziare subito la terapia. Per il tampone c'è tempo».Mi demolisce la religione del tampone?«L'Organizzazione mondiale della sanità ha emesso un report il 20 gennaio. È lei che la demolisce. La diagnosi di Covid è ora ammissibile con due tamponi positivi (il rischio di falso positivo o negativo è alto) oppure con la diagnosi strumentale o clinica. La fa un medico visitando il paziente. Devo spiegarle anche cos'altro è successo il 20 gennaio?».Si, grazie!«Ha giurato Biden e i 750 milioni di dollari di finanziamento Oms sono ritornati. Ora i casi di contagio dei report in Usa sono drasticamente calati».In Italia il piano anti Covid significa piano vaccinale.«Errore! Non è che i vaccini non siano importanti in generale, tutt'altro, ma non abbiamo l'organizzazione per somministrarli al ritmo desiderato. E nel frattempo, se non curiamo i malati e chiudiamo il Paese facciamo morire loro e l'economia».Tutti impauriti per le varianti.«Se imposti una strategia vaccinocentrica fai bene a preoccuparti delle varianti. Gli studi di validazione dei vaccini certificano la riduzione del rischio di ospedalizzazione. Sulla ridotta contagiosità e sull'efficacia contro le varianti non abbiamo dati. E queste arrivano. La terapia invece funziona contro tutte le varianti. Mi scusi ma devo andare».No, fermo là. Mi deve spiegare l'importanza degli «anticorpi specifici».«Sono in contatto con 254 medici in tutto il mondo. Li aiutiamo con la terapia precoce domiciliare. Arrivano notizie preoccupanti da Perù, Bolivia, Colombia, Cile ed Argentina. Pazienti giovani che dopo solo tre giorni dai sintomi presentano una situazione di criticità tale da richiedere il ricovero. Pensavano a una variante aggressiva. Questa è un'anomalia. Anzi una doppia anomalia. Primo perché i pazienti sono giovani, secondo perché tre giorni è un lasso di tempo troppo breve».Non la seguo.«È un concetto essenziale. Anzi vitale. La tempesta citochinica, probabilmente in alcuni pazienti portatori di un gene non ancora identificato, irrompe nel quadro clinico durante la produzione di anticorpi specifici anti Sars-CoV-2. In genere dopo sette-dieci giorni. Qui invece i soldatini “impazziti" sparano contro il virus ma anche contro l'organismo dopo appena tre giorni. Pensavano ad una variante aggressiva. Ci ho riflettuto e sono arrivato ad un'ipotesi plausibile. Anzi convincente».Cioè?«Ti prendi il Covid e non te ne accorgi perché asintomatico. Ma il tuo sistema immunitario ha generato gli anticorpi specifici. Che in caso di re-infezione lavorano contro il virus ma purtroppo, in alcuni soggetti geneticamente predisposti, anche contro l'organismo. Ripeto! Il Covid può trasformarsi in corsa da sindrome respiratoria in malattia autoimmune e in caso di re-infezione in soli tre giorni. Possiamo prevenirla già dai primi giorni. Più difficile guarirla appena partita. L'unica strategia vincente è la cura immediata al primo giorno di sintomi. Non sto parlando di strada ideale. Ma di strada obbligata».
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