
Sparatoria tra le bancarelle dei mercatini di Natale: almeno un morto (ma secondo Antonio Tajani sarebbero invece quattro) e numerosi feriti. Caccia ai terroristi, che sono riusciti a fuggire verso l'autostrada. Morti e feriti, ma soprattutto un'ombra di terrore che si stende su Strasburgo e sulla Francia in giornate già drammatiche per le proteste dei gilet gialli. Al momento di andare in stampa non è del tutto chiaro cosa sia accaduto nella città sede del Parlamento europeo, se non che in pieno centro, dove in questi giorni sono allestiti i mercatini di Natale, dopo le 20 si sono uditi diversi colpi d'arma da fuoco. Ci sarebbero almeno un morto e diversi feriti, mentre il presidente dell'Europarlamento Antonio Tajani ha tracciato in serata un quadro più drammatico, parlando alle tv italiane di «tre distinti attacchi con quattro morti», con la polizia che ha rapidamente chiuso il centro cittadino. Mentre chiudiamo questa edizione il bilancio resta confuso, e non è giunta alcune rivendicazione di quanto accaduto. Chiuso l'Europarlamento, con molti deputati di fatto costretti al coprifuoco. Diversi video e immagini diffuse via social mostravano corpi stesi e coperti dai teli gialli delle forze dell'ordine, oltre a scene drammatiche con poliziotti appostati e armati agli angoli delle vie centrali, mentre diverse persone si davano alla fuga urlando. Il sindaco della città, Roland Ries, ha confermato attorno alle 21 di ieri la fuga dell'attentatore. Diversi messaggi hanno cominciato ad arrivare poco dopo le 20.30 dai delegati all'europarlamento, che hanno rassicurato sulle loro condizioni confermando la situazione di allarme. Un europarlamentare contattato dalla Verità a pochi minuti dalla notizia ci ha confermato la situazione di grande tensione e di coprifuoco: «Non ci fanno uscire, al momento», ha spiegato poco prima delle 21, a ridosso della chiusura di questa edizione della Verità. L'istituzione comunitaria si trova a circa 2,5 km dal luogo della sparatoria. Secondo le prime ricostruzioni, si sarebbe aperto un conflitto a fuoco con armi automatiche usate contro le forze dell'ordine, che avrebbero risposto immediatamente evacuando e chiudendo al traffico l'intero centro della cittadina, che conta 275.000 abitanti e si trova a pochi chilometri dal confine con la Germania. Mentre andiamo in stampa, non è possibile escludere nessuna ipotesi: in primis quella di un attentato terroristico, che arriva comunque in un momento di estrema delicatezza per il Paese francese, sottoposto a un momento di tensione prolungata a causa delle manifestazioni dei gilet gialli, ai quali Macron è parso venire incontro con la dichiarazione video di lunedì sera. Nei giorni scorsi il movimento dei gilet jaunes è stato infiltrato anche da frange violente che hanno alimentato scontri con le forze dell'ordine ed episodi di violenza, vandalismo e devastazione. Non ci sono però al momento evidenze di alcun legame con la sparatoria ai mercatini di Natale. Secondo le prime informazioni raccolte dalle telecamere di sorveglianza, sarebbe stato rintracciato un attentatore ripreso mentre colpiva e fuggiva. Ovviamente questo non esclude che ci fossero altri terroristi in azione. «I servizi di sicurezza e di soccorso sono in campo», ha detto il ministro dell'Interno Christoph Castaner, che non ha però confermato il bilancio delle vittime.
Emanuele Fiano (Ansa)
L’ex deputato pd chiede di boicottare un editore ospite alla fiera patrocinata da Gualtieri e «reo» di avere un catalogo di destra.
Per architettare una censura coi fiocchi bisogna avere un prodotto «nero» ed etichettarlo con la dicitura «neofascista» o «neonazista». Se poi scegli un ebreo (si può dire in questo contesto oppure è peccato?) che è stato pure censurato come testimonial, hai fatto bingo. La questione è questa: l’ex parlamentare Pd, Emanuele Fiano, che già era passato alla cronaca come bersaglio dei pro Pal colpevoli di non averlo fatto parlare all’Università Ca’ Foscari di Venezia e contro il quale qualche idiota aveva mimato la P38, sta premendo per censurare una casa editrice colpevole di pubblicare dei libri pericolosi perché di destra. Anzi, di estrema destra.
Un frame del video dell'aggressione a Costanza Tosi (nel riquadro) nella macelleria islamica di Roubaix
Giornalista di «Fuori dal coro», sequestrata in Francia nel ghetto musulmano di Roubaix.
Sequestrata in una macelleria da un gruppo di musulmani. Minacciata, irrisa, costretta a chiedere scusa senza una colpa. È durato più di un’ora l’incubo di Costanza Tosi, giornalista e inviata per la trasmissione Fuori dal coro, a Roubaix, in Francia, una città dove il credo islamico ha ormai sostituito la cultura occidentale.
Scontri fra pro-Pal e Polizia a Torino. Nel riquadro, Walter Mazzetti (Ansa)
La tenuità del reato vale anche se la vittima è un uomo in divisa. La Corte sconfessa il principio della sua ex presidente Cartabia.
Ennesima umiliazione per le forze dell’ordine. Sarà contenta l’eurodeputata Ilaria Salis, la quale non perde mai occasione per difendere i violenti e condannare gli agenti. La mano dello Stato contro chi aggredisce poliziotti o carabinieri non è mai stata pesante, ma da oggi potrebbe diventare una piuma. A dare il colpo di grazia ai servitori dello Stato che ogni giorno vengono aggrediti da delinquenti o facinorosi è una sentenza fresca di stampa, destinata a far discutere.
Mohamed Shahin (Ansa). Nel riquadro, il vescovo di Pinerolo Derio Olivero (Imagoeconomica)
Per il Viminale, Mohamed Shahin è una persona radicalizzata che rappresenta una minaccia per lo Stato. Sulle stragi di Hamas disse: «Non è violenza». Monsignor Olivero lo difende: «Ha solo espresso un’opinione».
Per il Viminale è un pericoloso estremista. Per la sinistra e la Chiesa un simbolo da difendere. Dalla Cgil al Pd, da Avs al Movimento 5 stelle, dal vescovo di Pinerolo ai rappresentanti della Chiesa valdese, un’alleanza trasversale e influente è scesa in campo a sostegno di un imam che è in attesa di essere espulso per «ragioni di sicurezza dello Stato e prevenzione del terrorismo». Un personaggio a cui, già l’8 novembre 2023, le autorità negarono la cittadinanza italiana per «ragioni di sicurezza dello Stato». Addirittura un nutrito gruppo di antagonisti, anche in suo nome, ha dato l’assalto alla redazione della Stampa. Una saldatura tra mondi diversi che non promette niente di buono.






