2024-02-04
Attentato Firenze, giordano in cella. La Procura indaga per terrorismo
Un uomo di 22 anni è in carcere con l’accusa di aver lanciato le due molotov contro il consolato americano. La rivendicazione contenuta in video in arabo firmato «Il mondo intero è Hamas»: «Abbiamo 50 obiettivi».Aveva ancora il giubbotto nero e gli indumenti che indossava la notte dell’azione con le molotov a Firenze. I carabinieri del Ros e gli investigatori della Digos li hanno trovati mentre perquisivano la sua abitazione a Dicomano, in provincia di Firenze. E li hanno riconosciuti subito, perché li avevano visti nei video delle telecamere di sicurezza che riprendono il consolato americano H24 e che mercoledì scorso, poco prima delle 3.30, hanno filmato l’autore dell’attentato. La scena è questa: pantaloni e giubbotto nero, nera anche la felpa, volto scoperto, dal marciapiede di via Palestro lancia due molotov e fugge verso la stazione di Santa Maria Novella.Le bottiglie incendiarie sfiammano sull’asfalto e, quando sbattono sulla porta d’ingresso del consolato, sono ormai spente. Ma l’accusa ipotizzata dalla Procura antiterrorismo di Firenze è pesantissima: «Attentato con finalità di terrorismo». E l’elenco delle aggravanti è particolarmente lungo: avrebbe commesso il fatto in circostanze di tempo idonee a impedire la pubblica e privata difesa, esponendo a pericolo la pubblica incolumità in ragione dell’area di consumazione del fatto, ovvero sulla pubblica via (ad alta intensità abitativa e con compresenza nella zona di autovetture che, se raggiunte dalle bottiglie molotov, avrebbero potuto determinare un effetto di potenziamento esponenziale delle fiamme).Il sospettato è un giovane di 22 anni, Dani Hakam Taleb Moh’d, nato a Firenze da una famiglia giordano-palestinese (il padre lavora come informatico), fermato ieri mattina su disposizione del procuratore aggiunto Luca Tescaroli e del pm Lorenzo Gestri anche per l’accusa di aver portato «in luogo pubblico due dispositivi esplosivi, consistiti in due bottiglie molotov - da considerarsi comprese tra i congegni micidiali e pertanto equiparate, agli effetti della legge penale, alle armi da guerra - per lanciarle contro il perimetro della sede del consolato americano». Le indagini che hanno portato alla sua identificazione sono state condotte congiuntamente dai militari dell’Arma, dalla Digos della questura e dalla polizia postale, con il coordinamento del procuratore capo di Firenze, Filippo Spiezia.Per ora gli inquirenti ritengono che si sia trattato di un gesto isolato messo in atto da un cane sciolto, ma non escludono che dall’attività investigativa possano saltare fuori collegamenti con gruppi estremisti. Anche perché venerdì mattina è stato diffuso un video di rivendicazione, inviato alla sede toscana della Tgr, al programma Rai Report e al quotidiano online Firenze today tramite un profilo Instagram denominato Alber 87 (ma anche sul canale telegram «The whole world is Hamas»), che, coincidenza, è stato trovato proprio nel telefono cellulare dell’italo-giordano fermato (ma non è detto che l’abbia girato senza il supporto di un complice).Il messaggio, in lingua araba e sottotitolato in italiano, oltre a contenere insulti agli Usa, a Israele e ai «governi filosionisti» dell’Unione europea, annunciava ulteriori attentati per Hamas: «Dopo mesi di preparazione, sono iniziate le nostre operazioni in Europa, a partire dall’Italia. È già decisa la lista dei primi 50 obiettivi sionisti in Italia da colpire». E proprio seguendo le tracce telematiche del video, mandato alle redazioni via mail, gli inquirenti sarebbero risaliti al presunto attentatore. Quest’ultimo, però, si è tradito proprio nel video, sbagliando una citazione del Corano. La frase era questa: «Tessono strategie e anche Dio ne tesse. Dio è il migliore degli strateghi». Ma nel pronunciarla, il rivendicatore è scivolato sulla pronuncia della prima parola. Il cerchio si è quindi subito ristretto a un italiano con origini arabe. Il resto lo hanno fatto le investigazioni telematiche.Nel messaggio che accompagnava il video postato su Telegram, invece, si sosteneva: «La propaganda occidentale, serva degli Usa e Israele, vuol far credere alla popolazione che lo Stato occupante dal 1948 la Palestina contro tutte le leggi internazionali e le risoluzioni dell’Onu sia la vittima. Mentre gli oltre 10.000 bambini palestinesi massacrati in cento giorni dai bombardamenti israeliani siano i terroristi. Il mondo intero è Hamas». Parole che dimostrano come l’autore del post sia particolarmente radicalizzato e ideologizzato.Nella prima parte del filmato si vede il consolato americano, mentre nella seconda i titoli dei quotidiani che davano notizia dell’attentato. Negli ultimi frame compare un uomo, vestito come un combattente di Hamas, spiegare che per ogni palestinese ucciso sarebbe nato un combattente. La Procura, che ora dovrà chiedere al gip la convalida del fermo, ritiene di aver raccolto a carico dell’indagato «gravi indizi di colpevolezza». Ma ritiene anche sussistente «il concreto pericolo di fuga, per la possibilità di procurarsi collegamenti con l’estero e luoghi di immediato riparo».L’avvocato Chiara Bandini, che difende il fermato, ha fatto sapere che il suo assistito «non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione e si è avvalso della facoltà di non rispondere». Poi ha aggiunto che «è molto scosso, ma ha una famiglia che non intende abbandonarlo proprio in questo momento». Mentre dall’ambasciata Usa è subito arrivato un ringraziamento pubblico per le autorità italiane. E anche il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha ringraziato «le forze dell’ordine che, grazie a un efficace lavoro di indagine, sono riuscite in breve tempo a risalire al responsabile, che aveva minacciato di compiere altri attentati».
Emmanuel Macron (Getty Images). Nel riquadro Virginie Joron
content.jwplatform.com
L'evento organizzato dal quotidiano La Verità per fare il punto sulle prospettive della transizione energetica. Sul palco con il direttore Maurizio Belpietro e il vicedirettore Giuliano Zulin, il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, il presidente di Ascopiave Nicola Cecconato, il direttore Ingegneria e realizzazione di Progetto Terna Maria Rosaria Guarniere, l'Head of Esg Stakeholders & Just Transition Enel Maria Cristina Papetti, il Group Head of Soutainability Business Integration Generali Leonardo Meoli, il Project Engineering Director Barilla Nicola Perizzolo, il Group Quality & Soutainability Director BF Spa Marzia Ravanelli, il direttore generale di Renexia Riccardo Toto e il presidente di Generalfinance, Boconi University Professor of Corporate Finance Maurizio Dallocchio.
Kim Jong-un (Getty Images)