2022-04-20
Assalto finale al bunker di Mariupol. Offerto corridoio umanitario ai civili
Si stringe l’assedio attorno all’acciaieria Azovstal, in cui sono asserragliate le ultime forze ucraine della città. Prosegue anche l’offensiva su vasta scala sul Donbass, che ormai è l’obbiettivo dichiarato dell’intera guerra.È ormai iniziata la seconda fase dell’invasione russa dell’Ucraina. A partire dall’altro ieri, le forze di Mosca hanno avviato un’operazione su vasta scala nel Donbass, con l’obiettivo di conquistare la totalità degli oblast di Donetsk e Lugansk: si tratta di un fronte di scontro particolarmente ampio, che raggiunge i 480 chilometri di lunghezza. «I principali sforzi del nemico si concentrano sullo sfondamento della difesa delle truppe ucraine negli oblast di Lugansk e Donetsk, oltre a stabilire il pieno controllo sulla città di Mariupol», hanno dichiarato le forze armate ucraine. «Questa operazione nell’Est dell’Ucraina ha lo scopo, come annunciato fin dall’inizio, di liberare completamente le repubbliche di Donetsk e Lugansk», ha detto dal canto suo il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, in un’intervista a India Today. «Un’altra fase di questa operazione sta iniziando e sono sicuro che questo sarà un momento molto importante per l’intera operazione speciale», ha aggiunto. Nella stessa intervista, il ministro è sembrato escludere l’intenzione da parte del Cremlino di ricorrere alle armi nucleari. «Non ne abbiamo mai parlato», ha detto. Sempre ieri, il ministero della Difesa russo ha reso noto che le forze di Mosca hanno condotto nottetempo decine di raid aerei sull’Ucraina orientale, tra cui degli attacchi missilistici che hanno colpito 13 posizioni nel Donbass. Gli scontri intanto proseguono. I russi hanno preso il controllo della città di Creminna. «Attualmente, il controllo sulla città di Creminna è perso, sono in corso combattimenti di strada», ha dichiarato il governatore regionale di Lugansk, Sergiy Gaiday. «I russi hanno sparato a persone che cercavano di lasciare Creminna», ha proseguito, per poi aggiungere: «Case, edifici, un complesso sportivo e altre strutture sono state distrutte a causa dei bombardamenti nella città e nelle vicine città di Rubizhne e Lysychansk. A Lysychansk, l’edificio del dipartimento di polizia di pattuglia regionale è stato distrutto, provocando il ricovero in ospedale di sei poliziotti». La pressione militare russa non risparmia la città di Kharkiv, dove - secondo le autorità locali - cinque civili sarebbero rimasti uccisi sotto i bombardamenti russi nelle scorse ore. Le forze di Mosca hanno inoltre condotto assalti su larga scala contro Rubizhne, Popasna e Marinka col supporto dell’artiglieria pesante. Gli Usa hanno infine riferito di «operazioni offensive limitate» a Sud di Izium, ritenendo che tali azioni costituiscano un «preludio a operazioni offensive più ampie». Va nel frattempo avanti l’assedio di Mariupol. Le forze di Mosca hanno sganciato bombe anti-bunker sull’acciaieria Azovstal, in cui si trovano attualmente centinaia di civili e alcuni esponenti del reggimento nazionalista Azov. L’acciaieria rappresenta ormai l’ultimo baluardo di resistenza per Mariupol. I russi hanno intimato agli ucraini in città di arrendersi, mentre il ministero della Difesa di Mosca ha detto di aver aperto un corridoio umanitario per consentire l’abbandono dell’acciaieria: secondo i media russi, 120 civili avrebbero lasciato la struttura ieri sera. Sempre ieri, il leader ceceno, Ramzan Kadyrov, annunciava come imminente l’occupazione dell’area, mentre il servizio di sicurezza ucraino ha diffuso l’intercettazione di una telefonata in cui un militare russo parla di un ordine di radere al suolo l’acciaieria. La situazione di Mariupol sta avendo impatti negativi sulle trattative di pace. «Il processo negoziale si è notevolmente complicato in questi giorni. Questo è un processo molto complicato ora», ha affermato il capo negoziatore ucraino Mykhailo Podolyak. Il Cremlino punta a Mariupol per conseguire vari obiettivi: ottenere un collegamento diretto tra la Crimea e il Donbass, oltre a trasformare il Mare d’Azov in un lago russo. Dall’altra parte, anche la presa del Donbass ha i suoi obiettivi. Innanzitutto si scorge una finalità ideologica, in quanto - lo vedevamo - i russi presentano l’offensiva come finalizzata a una «liberazione» dell’area. In secondo luogo, non va trascurato che il Donbass è un territorio ricco di materie prime. Come sottolineato da un recente dossier dell’Ufficio studi Fdi, «nel Donbass c’è un ricco giacimento minerario dal quale si estraggono annualmente circa 10 milioni di tonnellate di carbone». Inoltre, è probabile che i russi vogliano usare queste conquiste per incrementare il proprio potere negoziale in sede di trattative, soprattutto dopo il fallimento della pressione su Kiev. Si tratta di un fattore significativo, tanto che Lavrov ha detto ieri che Mosca non punta a un regime change: una posizione ben differente, da quella espressa nei primi giorni dell’invasione, quando Vladimir Putin esortò le forze armate ucraine a rovesciare Volodymyr Zelensky. Tale situazione rende però il Donbass un obiettivo ancor più urgente per Mosca. Sulle sue probabilità di successo si registrano comunque degli scenari in chiaroscuro. Certo: secondo un’analisi dell’American enterprise institute, «le forze russe potrebbero essere in grado di guadagnare terreno grazie alla forte concentrazione di artiglieria». Tuttavia il think tank americano si dice al contempo scettico sul fatto che la Russia possa riuscire a risolvere i suoi problemi strutturali, come «scarso coordinamento, incapacità di condurre operazioni attraverso il Paese e basso morale».
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