Un' opera dell'artista giapponese Hiroo Isono (1945-2013)
Scopriamo Tomioka e Isono, pittori contemporanei giapponesi, che hanno dedicato la loro arte ad alberi, tronchi e boschi.
Sul palco del Giorno della Verità si prosegue con un confronto moderato dal vicedirettore Claudio Antonelli sul tema del mix energetico, delle nuove tecnologie e della neutralità tecnologica italiana nell'approccio con l'Europa, tra il direttore di Italia Enel Nicola Lanzetta, il presidente di Assoambiente Chicco Testa e la direttrice technology, R&D and digital di Eni Francesca Zarri.
Il panel intitolato Energia, ambiente: la demagogia ci ha reso un Paese fragile, iniziato con l'intervista del condirettore della VeritàMassimo de' Manzoni al ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, è proseguito con un confronto moderato dal vicedirettore della VeritàClaudio Antonelli sul tema del mix energetico, delle nuove tecnologie e della neutralità tecnologica italiana nell'approccio con l'Europa tra il direttore di Italia Enel Nicola Lanzetta, il presidente di Assoambiente Chicco Testa e la direttrice technology, R&D and digital di Eni Francesca Zarri.
A poche settimane da un appuntamento elettorale molto importante, come le prossime elezioni europee, in molti, aziende, cittadini e governi, conservano la speranza che con il prossimo quadriennio qualcosa possa cambiare, in particolare a livello di mentalità in modo che non si debba pensare solo a come parare i colpi ma si possa andare verso qualcosa di propositivo. A tal proposito, Antonelli ha rivolto agli ospiti sul palco il quesito su qual è per l'Italia il corretto mix energetico. Il primo ospite a prendere la parola è Francesca Zarri: «Noi dovremo usare la tecnologia come opportunità di ampliare il mix energetico» - ha affermato la direttrice technology, R&D and digital di Eni - «Questo mix energetico siamo in grado di farlo a secondo della realtà geografica. Da un punto di vista tecnologico noi sviluppiamo tecnologie in maniera organica per la produzione energetica grazie ai nostri ricercatori e ai nostri laboratori, quindi siamo in grado di realizzarle e costruirle. Abbiamo tutti gli strumenti per poterlo fare, sia che si parli di energia rinnovabile, o di carburante o un di un mix che noi possiamo personalizzare a seconda delle esigenze».
Nicola Lanzetta, direttore di Italia Enel, ha invece approfondito il tema dell'elettrico specificando come troppo spesso si parli di elettrico con un approccio esclusivamente ideologico: «Quando si parla di energia non si parla di idee. La soluzione ideale è un giusto mix. Oggi come Paese abbiamo dei limiti: il primo è che i combustibili fossili che ci accompagneranno a lungo non sono nella nostra disponibilità , come per esempio il gas, ma li dobbiamo comprare da altri. Per il gas noi siamo vincolati a dei produttori in quanto noi non lo produciamo. Questo ci ha spinto a trovare forme di energia alternativa e quindi delle rinnovabili». Il direttore di Italia Enel ha poi precisato: «Questo ha portato dei vantaggi in termini di auto produzione di energia perché questa è energia che viene gratuita, ma presenta due criticità: la prima è la dipendenza tecnologica da produttori extra europei, come la Cina per esempio; la seconda è la non programmabilità ed è per questo che si sta affacciando in maniera forte la tecnologia di accumulo. Di fronte a questo ha senso parlare di nucleare». Antonelli ha poi incalzato Lanzetta chiedendo qual è il giusto mix tra tutto endotermico o tutto elettrico: «Esiste un giusto mix. In Italia ci sono auto che hanno consumi energetici irrisori, non c'è una scelta ideologica, ma una scelta di utilizzo. Questa penso sia la direzione da seguire».
Infine, palla al presidente di Assoambiente Chicco Testa: «L'Europa post elezioni deve, indipendentemente da quello che sarà il risultato elettorale, rivedere qualcosa. Perché finora si sono posti obiettivi sempre più alti e corti nel tempo e sempre meno raggiungibili. C'è bisogno di una grossa revisione. Il sistema elettrico in Italia, che è solo una parte dell'energia, sta cambiando, ma sembra che sia basato solo sulla crescita delle rinnovabili. Però le rinnovabili portano una serie di problemi, in primis lo stoccaggio».
Durante l'evento organizzato da La Verità, il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica assicura l'impegno sul nucleare nel nostro Paese. «Ma deve esserci il consenso degli italiani». A margine smentisce i ritardi sul Ponte di Messina. «E' un obiettivo del governo».
Case green, packaging, fotovoltaico e nucleare. Sono solo alcuni degli argomenti trattati dal il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin durante l'evento «il Giorno della Verità». Il ministro, moderato dal condirettore Massimo De Manzoni, ha parlato all'incontro «Energia, Ambiente: la demagogia ci ha reso un paese fragile». Per Pichetto Fratin è vero che esiste «un'ideologia sul fronte ambientalista» e anche per questo motivo «bisogna tenere i piedi per terra». Le politiche ambientali «sono temi fondamentali, anche perché sono oggetto degli ultimi provvedimenti da parte della Commissione uscente». Proprio su questo il ministro ha precisato che su questi provvedimenti c'è stata la condivisione dell'Italia «in fase finale, come quello sul packaging. Altri pur cambiati, come le case green, non hanno ancora ricevuto il nostro parere favorevole. Il tema è quello di essere realistici rispetto alle condizioni del nostro Paese». Anche per questo motivo, «sono convinto che l'elettrico sia uno dei veicoli principali, essendomi occupato per gran parte della mia vita del settore vi dico che il motore elettrico è più facile. Ma non l'elettrico imposto per legge». Nel futuro, secondo Pichetto Fratin («non ho la sfera di cristallo»), «probabilmente nel 2035 una gran parte dei veicoli utilizzerà energia elettrica. Detto questo sono convinto che ci siano motori endotermici che possano starci benissimo anche con carburanti come i biocarburanti. Quindi la scelta di non mettere il biocarburante nella tassonomia dell'Ue è una scelta di interesse di parte, non ha nulla di scientifico».
Per Pichetto Fratin, non c'è da mettere «in discussione gli obiettivi al 2050, che sono accordi internazionali e ci rendiamo conto che è un percorso da fare, di sviluppo delle nostre economie, ma certamente tutto va calato realisticamente sulle nostre condizioni». Il ministro, in pratica, in questo «dibattito sulle case green» si sente nel mezzo. «Io sono in mezzo, a volte vengo accusato di essere negazionista, anti ambientalista e troppo ambientalista. Sto in mezzo un po' come l'arbitro che se c'è da insultare qualcuno insulto l'arbitro». Anche perché: «C'è stata un'eccessiva ideologizzazione da parte Unione Europea . Io sono nel governo italiano che fa parte delle varie Cop. Devo svolgere un compito lasciando completamente fuori il dibattito ideologico, ma con i piedi per terra per raggiungere un obiettivo» ha aggiunto. Pichetto Fratin ha anche assicurato che sul nucleare il governo sta andando avanti. «Sul nucleare sto andando avanti, sto lavorando anche al quadro giuridico, ma dobbiamo poi avere il consenso degli italiani, è una democrazia. Non vorrei nemmeno dei contraccolpi rispetto all'azione». Per il ministro «siamo nella fase di revisione del piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) e nello scenario si prevede il nucleare. Il fotovoltaico produce di giorno, l'eolico se c'è vento, di gas e petrolio ne abbiamo poco, con l'idrogeno possiamo arrivare a fare qualcosa, ma per dare continuità non c'è altra scelta che il nucleare. Con il nucleare si creano le condizioni per avere un livello di autosufficienza energetica in grado di dare futuro. Finché non siamo a questo punto non possiamo andare avanti a spostare le virgole. Dobbiamo arrivare a essere più risicati sui prezzi dell'energia e questo si può fare solo con il nucleare».
A margine del convegno, Pichetto Fratin ha confermato l'impegno del governo Meloni sulla realizzazione del Ponte di Messina nonostante gli ultimi stop. «Non è un ulteriore ritardo» ha replicato il numero uno del ministero dell'Ambiente, «c'è una richiesta da parte della società del Ponte, di tre mesi per rispondere a quelli che sono stati i quesiti e le osservazioni da parte della commissione. E' un tema di quarant'anni, non sono i tre mesi quelli che lo mettono in discussione. E' solo un elemento di garanzia, trasparenza e di correttezza della procedura».
«È un’Europa che deve concentrarsi molto di più sui grandi temi dello sviluppo, della capacità di affermazione dei suoi prodotti e della sua cultura perché è la cultura più antica e che da sempre ha rappresentato l’avanguardia del pianeta» ha detto il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida a margine dell’evento «Il giorno de La Verità» a Milano. «Abbiamo una concorrenza importante a Est e a Ovest del nostro continente e dobbiamo, con un’alleanza virtuosa a Sud, con l’Africa, sviluppare una sicurezza alimentare che tenga conto dell’elemento della qualità, una sicurezza alimentare che ci garantisca la nostra libertà, ma anche la soluzione dei problemi come quello delle migrazioni di massa dovute a criticità di carattere economico».
Dal palco del Giorno della Verità, parla il Ceo di Bonifiche ferraresi: «L'Italia ha una grande sfida di fronte che vinceremo: siamo un mix di tecnologie, innovazione e tradizione. Abbiamo un know how straordinario che dobbiamo valorizzare».
L'Italia e le aziende: le eccellenze dell'alimentare. Perché in passato sulle grandi partite agricole l'Italia è stata debole. All'interno del primo panel del Giorno della Verità, dal titolo Agricoltura e agroindustria. La difesa dei marchi italiani, subito dopo l'intervista al ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, l'attenzione si sposta sulle aziende e a prendere la parola è il Ceo di Bonifiche ferraresi Federico Vecchioni.
«Il ministro Lollobrigida ha toccato molti argomenti che riguardano quello che l'agricoltura oggi è in grado di esprimere. Oggi qui è importante sottolineare due o tre aspetti rilevanti» - ha affermato Vecchioni - «L'agricoltura, per noi addetti al settore riguarda il futuro dei popoli, del pianeta e di molte economie. Beni che vanno molto oltre il settore agricolo. Questo ha assunto una centralità strategica. Il dato paradossale è la centralità del settore con una necessità di recupero dei mercati». Secondo il Ceo di Bonifiche ferraresi, la politica agricola comune e tutte le riforme che si sono susseguite negli ultimi anni hanno portato oggi a una logica produttivistica che è tornata di attualità, ovvero che «l'agricoltura non deve produrre meno, ma vendere di più». Sollecitato dalla giornalista e conduttrice televisiva Sabrina Scampini, Vecchioni ha poi fatto il punto sulle partite che il nostro Paese è chiamato a giocare nell'immediato presente e nel prossimo futuro: «L'Italia ha una grande sfida di fronte che vinceremo: siamo un mix di tecnologie, innovazione e tradizione. Abbiamo un know how straordinario che dobbiamo valorizzare». Proprio a proposito della tecnologia, un altro fattore di assoluta importanza è il rapporto tra l'innovazione tecnologica e l'esigenza di garantire un buon impatto ambientale e tutelare i nostri territori agricoli. «Io credo che la strada che è stata individuata di preservare la capacità produttiva sia la strada giusta» - ha affermato Vecchioni - «Questo però non va in conflitto con le esigenze di innovazione tecnologica e di tutela dell'ambiente, perché l'Italia si può benissimo dotare delle giuste infrastrutture avanzate dal punto di vista tecnologico e al tempo far coesistere l'aspetto ambientale».
Si è parlato poi della Pac, la riforma che ha l'obiettivo di dare un sostegno più mirato alle aziende agricole di piccole dimensioni, rafforzando il contributo dell'agricoltura agli obiettivi ambientali e climatici richiesti dall'Unione europea. Il Ceo di Bonifiche ferraresi si è espresso così in merito a quelle che sono le politiche agricole adottate fin qui dal governo Meloni: «Oggi non c'è più distinzione tra grande e piccolo, ma tra chi è competitivo e chi non lo è. La dimensione fisica non è un fattore che crea suddivisione, ma la capacità di comprendere. Con la riforma della Pac, per esempio, abbiamo saputo amalgamare bene gli interessi dell'agricoltura italiana che vanno dalla difesa dell'origine alla distintività dei nostri prodotti».