2021-10-11
Arrestati altri estremisti. Sono i soliti noti eppure li hanno lasciati fare
Per i disordini di Roma, manette a Roberto Fiore e Giuliano Castellino di Forza nuova: soggetti già coinvolti in episodi simili. Dubbi sulla gestione della piazza da parte del Viminale Fino alla metà del pomeriggio di sabato, il weekend aveva procurato non poco imbarazzo ai pasdaran del green pass: prima gli appelli di numerose voci del mondo industriale sull'inapplicabilità della carta verde; poi gli interventi di autorevoli governatori regionali per chiedere al governo correzioni urgenti al decreto; e infine (con una piazza del Popolo stracolma, come nessun candidato sindaco aveva saputo riempirla) una manifestazione romana pacifica e partecipata contro il lasciapassare. Oggettivamente, sarebbe stato difficile far finta di nulla: e anche l'agenda politica e mediatica ne avrebbero risentito, dovendo a quel punto dare doverosamente spazio a una ragionevole richiesta di modifica del provvedimento, come quella avanzata da tempo da questo giornale. Poi, d'improvviso, è arrivata la torsione degli eventi che tutti conosciamo: il protagonismo squadristico di Forza nuova, alcuni inaccettabili atti di teppismo violento, l'assalto alla sede della Cgil, e alcune scene di autentica guerriglia nei pressi di Palazzo Chigi.Morale: per politica e media mainstream è stato un gioco da ragazzi cassare completamente la questione del green pass, cancellare le migliaia di manifestanti ordinati e civilissimi, e puntare i riflettori solo sul «pericolo fascista», che - c'è da scommetterlo - ci accompagnerà in prima pagina fino ai ballottaggi di domenica 17, salvo forse inabissarsi di nuovo nell'oblio a partire da lunedì 18. La notte successiva, tra sabato e domenica mattina, sono arrivati gli arresti per 12 persone, tra cui Roberto Fiore e Giuliano Castellino, i leader di Forza nuova (il secondo era stato fermato già sabato sera). E qui sorgono i primi interrogativi sulla gestione complessiva dell'ordine pubblico in questa vicenda. Castellino risultava «pluridaspato» e sorvegliato speciale: anziché far scattare la pesante e giustificatissima misura cautelare restrittiva dopo i fatti di sabato, non avrebbe avuto senso applicare già prima una misura cautelare (anche più leggera) per impedirgli di scatenarsi in piazza? Perché si è lasciato che le cose andassero in una certa direzione?Sta di fatto che i 12 sono accusati di danneggiamento aggravato, devastazione e saccheggio, violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Complessivamente, durante la manifestazione, erano state identificate circa 600 persone. A peggiorare le cose, nella notte, si è perfino aggiunta una sorta di assalto al pronto soccorso dell'Umberto I, sempre a Roma, dove era ricoverato uno dei fermati, forse nel tentativo da parte dei teppisti di liberarlo. Ieri mattina, intanto, la Cgil ha convocato un evento pubblico. Ecco il succo dell'intervento del segretario Maurizio Landini: «Quella di ieri (l'altro ieri, ndr) è una ferita democratica, un atto di offesa alla Costituzione nata dalla Resistenza, un atto che ha violentato il mondo del lavoro e i suoi diritti». E ancora: «Vorrei che fosse chiaro che se qualcuno ha pensato di intimidirci, di metterci paura, di farci stare zitti, deve sapere che la Cgil, il movimento dei lavoratori, sono quelli che hanno sconfitto il fascismo in questo paese, hanno riconquistato la democrazia: non ci intimidiscono, non ci fanno paura». Questi i toni di Landini. E - vale la pena di ribadirlo a scanso di qualunque equivoco - i comportamenti dei teppisti di estrema destra sono inqualificabili, e meritano pene severissime. Ma sarebbe paradossale fare - alla lettera - di ogni erba un fascio, trattando come squadristi - indistintamente - migliaia e migliaia di persone che invece hanno manifestato civilmente, e che per molti versi sono le prime vittime politiche dell'estremismo di Forza nuova. Secondo un copione prevedibile, in ogni caso, tutto il dibattito si è incentrato sul pericolo fascista. «Domani (oggi, ndr) presenteremo una mozione urgente alla Camera per chiedere lo scioglimento di Forza nuova e degli altri movimenti dichiaratamente fascisti», questo è stato l'annuncio del deputato dem Emanuele Fiano. E lo stesso Landini ha battuto su questo tasto: «Tutte quelle formazioni che si richiamano al fascismo vanno sciolte e questo è il momento di dirlo con chiarezza. L'assalto di ieri alla sede della Cgil è stata una riedizione in piccolo di quello che è accaduto alle sedi sindacali ed alle case del popolo per mano dei fascisti in preparazione del ventennio». E per il 16 ottobre è già stata preannunciata da Cgil, Cisl e Uil «una grande manifestazione nazionale e antifascista per il lavoro e la democrazia». Intanto, all'evento di ieri era presente in rappresentanza di Fdi anche il capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida, che ha salutato Landini esprimendogli la solidarietà sua personale, quella del suo partito e di Giorgia Meloni. Presenti anche i candidati a sindaco di Roma Roberto Gualtieri, Enrico Michetti e Carlo Calenda. A Landini ha telefonato anche Silvio Berlusconi, mentre Giuseppe Conte ha preannunciato la partecipazione alla manifestazione di sabato prossimo.
Nicola Pietrangeli (Getty Images)
Gianni Tessari, presidente del consorzio uva Durella
Lo scorso 25 novembre è stata presentata alla Fao la campagna promossa da Focsiv e Centro sportivo italiano: un percorso di 18 mesi con eventi e iniziative per sostenere 58 progetti attivi in 26 Paesi. Testimonianze dal Perù, dalla Tanzania e da Haiti e l’invito a trasformare gesti sportivi in aiuti concreti alle comunità più vulnerabili.
In un momento storico in cui la fame torna a crescere in diverse aree del pianeta e le crisi internazionali rendono sempre più fragile l’accesso al cibo, una parte del mondo dello sport prova a mettere in gioco le proprie energie per sostenere le comunità più vulnerabili. È l’obiettivo della campagna Sport contro la fame, che punta a trasformare gesti atletici, eventi e iniziative locali in un supporto concreto per chi vive in condizioni di insicurezza alimentare.
La nuova iniziativa è stata presentata martedì 25 novembre alla Fao, a Roma, nella cornice del Sheikh Zayed Centre. Qui Focsiv e Centro sportivo italiano hanno annunciato un percorso di 18 mesi che attraverserà l’Italia con eventi sportivi e ricreativi dedicati alla raccolta fondi per 58 progetti attivi in 26 Paesi.
L’apertura della giornata è stata affidata a mons. Fernando Chica Arellano, osservatore permanente della Santa Sede presso Fao, Ifad e Wfp, che ha richiamato il carattere universale dello sport, «linguaggio capace di superare barriere linguistiche, culturali e geopolitiche e di riunire popoli e tradizioni attorno a valori condivisi». Subito dopo è intervenuto Maurizio Martina, vicedirettore generale della Fao, che ha ricordato come il raggiungimento dell’obiettivo fame zero al 2030 sia sempre più lontano. «Se le istituzioni faticano, è la società a doversi organizzare», ha affermato, indicando iniziative come questa come uno dei modi per colmare un vuoto di cooperazione.
A seguire, la presidente Focsiv Ivana Borsotto ha spiegato lo spirito dell’iniziativa: «Vogliamo giocare questa partita contro la fame, non assistervi. Lo sport nutre la speranza e ciascuno può fare la differenza». Il presidente del Csi, Vittorio Bosio, ha invece insistito sulla responsabilità educativa del mondo sportivo: «Lo sport costruisce ponti. In questa campagna, l’altro è un fratello da sostenere. Non possiamo accettare che un bambino non abbia il diritto fondamentale al cibo».
La campagna punta a raggiungere circa 150.000 persone in Asia, Africa, America Latina e Medio Oriente. Durante la presentazione, tre soci Focsiv hanno portato testimonianze dirette dei progetti sul campo: Chiara Concetta Starita (Auci) ha descritto l’attività delle ollas comunes nella periferia di Lima, dove la Olla común 8 de octubre fornisce pasti quotidiani a bambini e anziani; Ornella Menculini (Ibo Italia) ha raccontato l’esperienza degli orti comunitari realizzati nelle scuole tanzaniane; mentre Maria Emilia Marra (La Salle Foundation) ha illustrato il ruolo dei centri educativi di Haiti, che per molti giovani rappresentano al tempo stesso luogo di apprendimento, rifugio e punto sicuro per ricevere un pasto.
Sul coinvolgimento degli atleti è intervenuto Michele Marchetti, responsabile della segreteria nazionale del Csi, che ha spiegato come gol, canestri e chilometri percorsi nelle gare potranno diventare contributi diretti ai progetti sostenuti. L’identità visiva della campagna accompagnerà questo messaggio attraverso simboli e attrezzi di diverse discipline, come illustrato da Ugo Esposito, Ceo dello studio di comunicazione Kapusons.
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Mark Zuckerberg (Getty Images)