2024-06-16
Armando Testa: tutto il suo estro in mostra a Ca’Pesaro
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Disegnatore, grafico, pubblicitario, protagonista di spicco della cultura visiva contemporanea, allo straordinario estro di Armando Testa Venezia dedica una grande monografica (sino al 15 settembre 2024), racconto vivace e ironico della versatilità artistica del geniale creativo piemontese. In concomitanza alla 60esima edizione della Biennale di Venezia, Ca’ Pesaro - sede della Galleria Internazionale d'Arte Moderna - inaugura la sua stagione espositivi con l’originale mostra dedicata ad Armando Testa (1917-1992), un’ occasione unica per ripercorrere l’intera carriera artistica di questo straordinario « visualizzatore globale » ( come lo definì Gillo Dorfles), di cui la mostra veneziana, accanto ai lavori iconici, quelli entrati di diritto nell’ d’immaginario collettivo, espone anche opere meno note o addirittura inedite. Una carriera lunga e piena di soddisfazioni quella di Testa, che, avvicinato all’arte dal pittore astrattista Ezio D’Errico (conosciuto mentre frequentava la Scuola tipografica Vigliardi-Paravia), nel 1937 si aggiudica il primo posto in un concorso per manifesti pubblicitari e nemmeno un decennio dopo fonda a Torino il suo primo studio grafico, trasformatosi, nel 1956, nella sua celebre agenzi pubblicitaria, ancora oggi colosso mondiale della pubblicità. Re Mida dei creativi, ironico e assolutamente fuori dagli schemi, il suo tocco innovatore e minimalista ha dato vita a personaggi che sono « sopravvissuti» alle pubblicità per le quali sono stati creati, diventando simboli, vere opere d’arte: sto parlando, per esempio, dei celebri Caballero e Carmencita del caffè Paulista di Lavazza (1965), degli abitanti del pianeta Papalla dei televisori Philco (1966), dell’ippopotamo azzurro Pippo dei pannolini Lines (1966-1967). Personaggi ben noti a chi (come la sottoscritta…) guardava Carosello , ma che, probabilmente, non sono poi così sconosciuti anche alle nuove generazioni. Esattamente come alcuni celebri cartelloni, figli degli anni ’60, ma di una modernità straordinaria per quei giochi sapienti di linee e geometrie, di pieni e di vuoti, di rossi e di neri: uno su tutti, il cartellone per il Vermouth di casa Carpano Punt e Mes, sintetico ed essenziale, perfetto per esprimere - con una sfera e mezza rosso scarlatto su fondo bianco - un «punto di amaro e mezzo di dolce».A questi lavori, intorno alla metà degli anni ’70, Testa affianca le sperimentazioni con la tecnica del fotocolor e le ricerche intorno al tema del cibo, protagonista indiscusso delle famose «cartoline d’auguri »: «La poltrona », forse, è la più conosciuta… Realizzata nel 1978 e pubblicizzata su diverse riviste americana, si tratta di una poltrona ricoperta da fette di prosciutto crudo, di cui l’artista racconta: « Quando ho realizzato la Poltrona di prosciutto ero veramente felice. Non solo perché era un’idea realmente originale, ma anche perché suntuosa: l’idea stessa di avvolgermi in doppio petto nel prosciutto era proprio fisicamente nuova».Ma alla sensibilità geniale del creativo piemontese, oltre alle campagne pubblicitarie e commerciali stanno a cuore anche quelle sociali, da Amnesty International, al referendum sul divorzio, dalla povertà alla fame nel mondo. Un aspetto, questo, che ben emerge nella mostra di Ca’ Pesaro (curata da Gemma De Angelis Testa, Tim Marlow ed Elisabetta Barisoni), il cui percorso espositivo , arricchito anche da interviste e contributi video (notevole il documentario Armando Testa – Povero ma moderno (2009) di Pappi Corsicato), vuole essere uno sguardo complessivo sulla lezione e sul lascito artistico di Armando Testa, con un’attenzione particolare anche alle sue meno note (ma non per questo meno importanti ….) qualità di pittore, scultore, disegnatore e creatore di infinite, modernissime, suggestioni.
La nave Mediterranea nel porto di Trapani (Ansa)