2019-06-20
I tre giorni che hanno sgonfiato il pallone
Maurizio Sarri alla Juve, i mondiali in Qatar, la Fiorentina all'americano, le partite a mezzogiorno e re Totti che abbandona la Roma. La globalizzazione è andata nel pallone, e ce lo ha sgonfiato. Era meglio il calcio di una volta, con le sue bandiere e figurine.Aridatemi il sogno, l'illusione, la passione, la bandiera che ho ancora appesa nella stanza più segreta del mio cuore. Aridatemi Ciotti e Ameri, Novantesimo Minuto, il secondo tempo della partita alle 19 della domenica, aridatemi i cavalieri della favola rotonda, gli eroi senza macchia che erano completamente d'accordo a metà col mister, i presidenti che volevano comprare al calciomercato un terzino e un amalgama, e i tifosi che alzavano gli occhi al cielo. E ho detto cielo. Mica Sky. Aridatemi il calcio come ci è entrato nelle vene quand'eravamo bambini perché io, in questo, non mi ci riconosco più. Ci mancava solo Michel Platini fermato per l'inchiesta sui mondiali in Qatar. L'hanno rilasciato, lui si dice estraneo, ma l'ombra della corruzione che sfiora le Roi, è solo l'ultimo tassello di una serie micidiale, che in pochi giorni ha visto cadere un mito dopo l'altro: l'ex capitano Francesco Totti, simbolo della Roma, ha lasciato la Roma in polemica con la proprietà americana; l'ex allenatore del Napoli Maurizio Sarri, simbolo della resistenza anti-juventina, è diventato allenatore della Juve; Diego Della Valle, simbolo della difesa del made in Italy, ha venduto la Fiorentina a un imprenditore Usa. C'erano una volta le bandiere. Adesso, al massimo, sono rimaste le bandierine. Ma per poco, probabilmente. Temo che tra un po' toglieranno anche quelle. Le sostituirà qualche marchingegno elettronico collegato con un 5G di Huawei. Così potrà dare gli impulsi per spostare la palla in tempo reale e sarà tutto molto tecnologico, alta definizione, vedremo a raggi infrarossi anche le mutande del portiere senza però riuscire a vedere più un grammo della felicità che fu. Perché, diciamocelo, più il calcio viene travolto da diavolerie moderne e capitali internazionali, da Var, emiri e nerazzurri in salsa cinese, da 4khdr di SkyQ e American Milan Stelle Strisce, e più ci viene nostalgia di Domenghini e Frustalupi, che magari non facevano sempre grandi figure. Però facevano sempre straordinarie figurine, e per questo ci sembravano fenomeni anche se non li avevamo mai visti giocare in diretta Sky. Lo so: non è da oggi che succede. Lo so: ognuno di noi ha la data certificata in cui ha sentito, per la prima volta, che il calcio tanto amato era diventato drammaticamente altro. Per alcuni è il giorno in cui si è giocata una partita di campionato alle 12.30 di domenica. Per un altro è il giorno in cui per la prima volta sono scesi in campo 22 giocatori tutti stranieri (Inter-Udinese, 23 aprile 2016). Per alcuni il giorno in cui è stata introdotta il Var o quello in cui una squadra ha mostrato i nomi cinesi sulle maglie (ancora l'Inter, quest'anno). Per altri quel giorno è cominciato ancora prima, con i giocatori che hanno smesso di essere bandiere per ridursi a banderuole al vento del dio denaro. Eppure fino a ieri c'era ancora qualcosa che resisteva. Ostinatamente. Qualcosa che non si arrendeva, Totti, per esempio. La sacralità del mondiali. La poesia di un allenatore in tuta che si opponeva allo strapotere dei vincitori. Ecco: tutto questo è crollato, definitivamente, in queste ore. Le ultime illusioni sono cadute. La globalizzazione è andata nel pallone. E l'ha sgonfiato per sempre. Come faremo a raccontare ai ragazzini che crescono ora che cos'è stato il calcio per noi? Come faremo a raccontare che cosa voleva dire tifare davvero una squadra? Come faremo a spiegarglielo a uno che comincia a masticare di football oggi, quando Totti lascia la Roma perché anche l'ultima bandiera dev'essere ammainata e quando i mondiali si organizzano in Qatar a dicembre, che già è un'assurdità di per sé, e per di più in virtù del pagamento di probabili mazzette? Come faremo a spiegargli che c'era un giorno in cui i soldi non decidevano tutto? Un giorno in cui il Cagliari vinceva lo scudetto e il campionato non partiva con un vincitore già deciso, per quanto oggi paia incredibile? Come faremo a spiegargli che ci fu un tempo in cui le immagini erano sfocate, le riprese da schifo, i gol al massimo s'intravvedevano in mezzo alle farfalline in bianco e nero, ma le emozioni erano vivide come oggi non sanno essere più? Non pensate che sia soltanto l'immancabile nostalgia di chi invecchia. È qualcosa di più. È che ci vogliono togliere l'identità in ogni modo. Da tutte le parti. Anche dalla nostra amata palla cui abbiamo affidato i nostri sogni di bambini. E se una palla non serve a darti identità, resta solo una palla. Una enorme, lucrosa, gigantesca palla. O al massimo una Pallotta.
Nella prima mattinata del 28 ottobre 2025 la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno eseguito numerose perquisizioni domiciliari in tutta Italia ed effettuato il sequestro preventivo d’urgenza del portale www.voltaiko.com, con contestuale blocco di 95 conti correnti riconducibili all’omonimo gruppo societario.
Si tratta del risultato di una complessa indagine condotta dal Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bologna e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per l’Emilia-Romagna, sotto la direzione del Pubblico Ministero Marco Imperato della Procura della Repubblica di Bologna.
Un’azione coordinata che ha visto impegnate in prima linea anche le Sezioni Operative Sicurezza Cibernetica delle varie Regioni e gli altri reparti territoriali della Fiamme Gialle nelle province di Bologna, Rimini, Modena, Milano, Varese, Arezzo, Frosinone, Teramo, Pescara, Ragusa.
L’operazione ha permesso di ricostruire il modus operandi di un gruppo criminale transnazionale con struttura piramidale tipica del «network marketing multi level» dedito ad un numero indeterminato di truffe, perpetrate a danno anche di persone fragili, secondo il cosiddetto schema Ponzi (modello di truffa che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi investitori, a loro volta vittime del meccanismo di vendita).
La proposta green di investimenti nel settore delle energie rinnovabili non prevedeva l’installazione di impianti fisici presso le proprie abitazioni, bensì il noleggio di pannelli fotovoltaici collocati in Paesi ad alta produttività energetica, in realtà inesistenti, con allettanti rendimenti mensili o trimestrali in energy point. Le somme investite erano tuttavia vincolate per tre anni, consentendo così di allargare enormemente la leva finanziaria.
Si stima che siano circa 6.000 le persone offese sul territorio nazionale che venivano persuase dai numerosi procacciatori ad investire sul portale, generando un volume di investimenti stimato in circa 80 milioni di euro.
La Procura della Repubblica di Bologna ha disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo del portale www.voltaiko.com e di tutti i rapporti finanziari riconducibili alle società coinvolte e agli indagati, da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.
Nel corso delle perquisizioni è stato possibile rinvenire e sottoporre a sequestro criptovalute, dispositivi elettronici, beni di lusso, lingotti d’oro e documentazione di rilevante interesse investigativo.
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