2022-10-13
Scatole nere esaurite. E a chi le ha montate «sfilano» i chilometri
L’utenza segnala disagi con il tracciamento: gli apparecchi non si trovano oppure registrano distanze non percorse davvero.Raffaele Cattaneo (Regione Lombardia) su Sala: «Il suo è un provvedimento medievale contro chi arricchisce la città».Segnala a La Verità le tue difficoltà con area B. Scrivici a areab@laverita.infoLo speciale contiene due articoli.Il Move-in si sta rivelando pieno di problemi, soprattutto per chi pensava di usarlo nell’Area B milanese. E intanto bisogna dirlo chiaramente: non ha alcunché di satellitare ed è fonte di errori. Altro che opportunità, il servizio Move-in come soluzione per l’Area B è un vero disastro. La Verità l’aveva scritto già il 15 settembre scorso, quando c’era ancora il tempo per rimandare un provvedimento assurdo. Certo, gli automobilisti interessati a installare i dispositivi sulle loro vetture speravano in un rinvio del provvedimento - e quindi si sono ridotti agli ultimi giorni di settembre per decidere - tuttavia le officine autorizzate per l’installazione dei dispositivi - distribuiti in vendita o comodato d’uso da cinque diverse società convenzionate con Move-in di Regione Lombardia - lamentano poca disponibilità di pezzi e quindi i tempi d’installazione aumentano. E con loro i disagi, a cominciare dal fatto che senza registrazione su due portali non si può prendere l’appuntamento per installare la famigerata «scatola nera». controsensiChi già ce l’ha lamenta invece diversi problemi e poca chiarezza nelle regole d’uso. Con il Move-in installato su ogni categoria di mezzi (benzina euro 0-2 e diesel fino a euro 5), l’automobilista non è più limitato nella circolazione agli orari dell’Area B, ma ha a disposizione un monte chilometri massimo esauribile in un anno. Ma il dispositivo e l’applicazione registrano ogni movimento, anche quelli fatti quando e dove le limitazioni non ci sono. Con il risultato che chi non ha Move-in e usa l’automezzo al di fuori degli orari preclusi non ha ovviamente alcuna limitazione, mentre chi ha aderito si vede scalare i km sempre e comunque. Il monte chilometri è poi punitivo: 2.000 km per una Euro5 diesel, 600 per una vecchia Euro zero o 1 a benzina, che significa meno di 1,6 km al giorno, una vera presa in giro. Il punto è che sul portale di Regione e Comune questo dettaglio si evince ma non è chiaramente esposto. Un po’ come i cartelli dell’Area C e B disposti in città, che non dicono mai a quale distanza inizi il blocco e se c’è possibilità di fare inversione oppure se l’automobilista verrà multato. Passi per i 30+20 euro che si spendono per Move-in il primo anno, l’installatore collega il dispositivo direttamente alla batteria dell’auto, quindi lo si posiziona dove possibile sotto il cofano motore della vettura. Sui dispositivi Move-in c’è un sensore che avverte se questo è stato manomesso o viene staccato dalla sua sede. inadeguatoAbbiamo osservato un dispositivo al suo interno (non diciamo di quale società, ma era stato dichiarato distrutto dopo un incidente), e abbiamo scoperto che di satellitare non c’è alcunché. Infatti, sotto il cofano dell’auto non potrebbe certo ricevere i segnali dal cielo per determinare la posizione, se non in modo marginale e discontinuo. Non sono tutti uguali, ma dentro a questo non abbiamo trovato altro che una specie di telefonino connesso alle reti dati degli operatori, il quale utilizzando le reti cellulari triangola la posizione dell’autoveicolo anche quando è spento il motore, funzionando praticamente 24 ore su 24. Lo chiamano A-Gps (Assisted-Gps) ma non ha alcunché di spaziale. E pur consumando poco, qualora la batteria del mezzo dovesse essere sostituita - in inverno capita - si dovrà tornare al centro di installazione per farlo rimettere al suo posto. Non c’è un vero tracciamento satellitare, non a caso molti utenti lamentano episodi di imprecisione nella localizzazione, oppure conteggi errati dei chilometri effettivamente percorsi, con la sottrazione dal totale ancora disponibile. E ancora, vengono registrati percorsi autostradali inesistenti poiché si percorreva una strada parallela ma attigua a quella a pedaggio. Il dispositivo, comunque, registra anche dove si va, a quale velocità media si guida e fornisce dati a chi può elaborare le abitudini del guidatore, tutti dati che - contratto alla mano - possono essere ceduti in modo anonimo dalle società che garantiscono il servizio (Viasat, Air, Octo e LoJack) a terzi come banche e assicurazioni. Dunque, sul disagio dei milanesi si fa mercimonio. difformità E poco consola che sul sito della Regione vengano poi promessi «premi» tra i quali ulteriori chilometri spendibili. Va bene il business, ma qui l’etica proprio non sanno dove stia di casa. Avrebbe senso se i chilometri venissero scalati soltanto negli orari e nei luoghi nei quali la circolazione è limitata, ma questo nel tempo avrebbe anche mostrato effettivamente le reali lunghezze dei percorsi in auto di un residente in Area B e di chi non lo è. Risultato: Enrico R. di professione impiegato, si è visto conteggiare 130 km quando da tachimetro ne ha fatti 92, tragitto che compie spesso e che tuttavia la app di controllo sul suo telefonino riporta sempre di lunghezza differente, con il risultato che sommando gli errori giorno dopo giorno, il suo monte chilometri è praticamente finito. E siccome il dispositivo non calcola la posizione ma la «triangola», c’è anche chi si è visto conteggiare alcuni chilometri lasciando l’automobile nel garage. A ben guardare, l’uso di Move-in in regione sarebbe anche efficace seppure sia dichiarato «sperimentale», ma la sua associazione all’Area B milanese sta causando non pochi problemi proprio perché il sistema si basa su una tecnologia poco adatta ad aree urbane e sature. Altri e affatto rari problemi affliggono l’applicazione Move-in per i telefonini, che, come tutte le app, funziona meglio su taluni smartphone e peggio su altri. Naturalmente chi è attempato, o poco digitale, non è certo nelle condizioni migliori per utilizzarla. Il nuovo governo dovrebbe certamente mettere mano a queste normative e fare chiarezza a livello nazionale. Abbiamo chiesto un commento a Riccardo Truppo, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale: «Chiudere l’intero territorio cittadino è un metodo medioevale certamente non adeguato. I tentativi di mediazione della Regione Lombardia sono apprezzabili ma non bastano. Speriamo nella nostra iniziativa popolare (la raccolta firme attiva da sabato 8 ottobre, ndr) se decine di migliaia di cittadini si esprimeranno, allora si potrà votare il provvedimento in consiglio. Se malauguratamente l’idea dell’Area B fosse copiata in altre città torneremmo all’Italia dei Comuni del 1200». <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/area-b-move-in-2658444881.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="la-regione-a-sala-stanga-1-milione-di-lombardi" data-post-id="2658444881" data-published-at="1665657280" data-use-pagination="False"> La Regione a Sala: «Stanga 1 milione di lombardi» «Le politiche ambientali vanno fatte su area vasta, come facciamo noi che ci misuriamo sul bacino padano. L’aria inquinata non si ferma ai varchi di area B, come non si ferma in Emilia-Romagna. L’inquinamento è un fenomeno che va studiato a fondo, pensare di risolvere il problema così è sinonimo di scarsa conoscenza dell’argomento o forse è solo un modo per fare cassa: Giuseppe Sala però potrebbe dirlo chiaramente». Raffaele Cattaneo, assessore all’Ambiente di Regione Lombardia, spiega con semplicità come il provvedimento del Comune di Milano di fermare categorie di macchine inquinanti in entrata nel capoluogo lombardo sia del tutto sbagliato. E anzi, sia soprattutto discriminatorio. «Quando Sala parla di 400.000 cittadini penalizzati non dice la verità», aggiunge Cattaneo. «Non sono interessati solo i veicoli della città metropolitana, ma soprattutto quelli che arrivano da fuori. Anche da Roma, ma soprattutto dalle città lombarde. I veicoli Euro5 in Lombardia sono 700.000, gli Euro2 benzina 200.000, gli Euro4 con Fap altri 200.000. Stiamo parlando di più di 1 milione di persone che non possono più venire a Milano». E questo solo se si calcolano i lombardi. Con l’effetto che il capoluogo perda del tutto la sua natura di accoglienza. «Milano è una città che offre servizi che altri posti non offrono, per il lavoro o per gli ospedali», continua Cattaneo. «Sala, quindi, mette in discussione il ruolo che una città come Milano deve avere per il territorio che gli sta intorno. La sua è una scelta medievale, di chiudersi nelle mura, controlla quello che arriva da fuori ma non controllare poi quello che succede dentro le mura». Del resto, un milanese che possiede un veicolo fuori legge può tranquillamente girare all’interno della città, senza mai superare i varchi di accesso. «Un cittadino milanese può tranquillamente infischiarsene. Può girare con il suo Euro5 all’interno di Area B. Quante possibilità ha di essere bloccato in un anno? Per di più ci sono anche le 50 deroghe. Quante probabilità ha un cittadino di essere fermato 50 volte? Zero. Quindi il rischio vero è che questa operazione sia un danno non tanto per i milanesi elettori di Sala, ma soprattutto per quelli che vengono a Milano per lavoro, che poi arricchiscono anche la città». Che spesso sono elettori di centrodestra, perché fuori dal capoluogo, dal punto di vista elettorale, il centrosinistra arranca. Regione Lombardia ha già avviato da 3 anni Move-in, scatoletta nera che ha l’obiettivo di limitare il traffico delle auto più inquinanti ma permette ai proprietari di fare brevi spostamenti. «Fino all’anno scorso avevamo 15.000 utenti, con punte di 18. Dal primo settembre ne abbiamo avuti 1.000 al giorno e poi sono arrivati a 1.500. Sono tre volte tanto quelli che avevano aderito in passato. Il Comune invece di criticare Move-in dovrebbe criticare sé stesso» aggiunge Cattaneo, che non prevede grossi cambiamenti nel futuro. «Sala e la sua giunta sono chiusi a riccio con ragioni ideologiche, infischiandosene del fatto che ci sono moltissimi cittadini che verranno penalizzati».
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