2021-02-04
Arcuri quasi scaduto si rimangia le primule
Il commissario risponde alla Lega: altri ritardi per i padiglioni da 8,5 milioni ma è «permesso» ai Comuni di arrangiarsi e trovare soluzioni migliori. Il bando andrebbe bloccato assieme al capo di Invitalia. La Stato-Regioni apre ai medici di base per le iniezioni.Mentre il mondo delle fiale vaccinali si muove velocemente e la Francia apre, seppure con i distinguo, al russo Sputnik, qui da noi l'impasse e i ritardi legati alla gestione del commissario Domenico Arcuri si sommano in modo esponenziale. Nella riunione di ieri sera della conferenza Stato-Regioni si è discusso per la prima volta concretamente dell'uso dei medici di base. Una tariffa di 10 euro che le Regioni corrisponderebbero al medico di famiglia per la vaccinazione effettuata negli studi medici e 28 euro se la somministrazione avviene a casa. Per rendere lo schema operativo servirà poi un protocollo quadro nazionale. Ai soggetti più anziani, per ora, verrebbero somministrate le fiale Pfizer (ma solo nei centri vaccinali) e Moderna e ai più giovani il vaccino Astrazeneca, a partire dal personale scolastico docente e non docente, forze armate e di polizia, personale carcerario e detenuti. Il tema è «quando?». Non a caso dopo il ritorno di Guido Bertolaso in Lombardia, la Regione sta guidando una sorta di legittima secessione. Ieri il passo è stato quello di chiedere l'attivazione della Protezione civile, la prima vittima del commissario Arcuri. Nella lettera inviata ieri dall'assessore Pietro Foroni al ministro Roberto Speranza, viene inoltre chiesto che ai volontari venga riconosciuto il diritto al mantenimento del posto di lavoro e del trattamento economico previdenziale durante il loro impiego nella campagna vaccinale. «Riteniamo infatti che il contributo della Protezione civile», conclude Foroni, «sia indispensabile per garantire un adeguato supporto logistico». Una mossa nel suo complesso condivisibile, che necessita di coordinamento con le altre Regioni. Ieri sempre in occasione della conferenza le parti hanno convenuto un uguale piano vaccinale. Il problema resta però a monte. È chiaro che la gestione Arcuri non possa più andare avanti. La speranza è che un esecutivo a guida Mario Draghi come primissima cosa si occupi di allontanare dal suo ruolo il dirigente di Invitalia. Troppi errori e lungaggini sono ricaduti sulle spalle degli italiani. Purtroppo anche su altri capitolati di spesa. Basti solo vedere che è accaduto a banchi a rotelle per cui sono stati spesi 461 milioni di euro dei contribuenti. La lista è lunghissima e, mentre l'incaricato Draghi si avvia a fare le consultazioni, si aggiunge di nuovi tasselli. Ieri Arcuri ha risposto nero su bianco a una interrogazione del deputato leghista Daniele Belotti. Obiettivo chiedere l'annullamento del bando di gara dei famosi centri vaccinali a forma di primule da circa 400.000 euro l'uno. I tendoni a forma floreale hanno una storia breve ma intesa. Ideati dall'archistar Stefano Boeri sono rimasti un mero rendering fino al 22 gennaio scorso, quando è stato pubblicato un bando pericolosissimo. Solo sei giorni di anticipo per partecipare a un bando totalmente stravolto rispetto alle dichiarazioni originali. A dicembre Arcuri aveva detto che le primule sarebbero fiorite a primavera in 1.500 piazze italiane, davanti agli ospedali e anche nei campi sportivi. Nei documenti - svelati due settimane fa da La Verità - si legge però che il fabbisogno iniziale è di almeno 21 padiglioni da installare nelle città capoluogo di Regione e provincia, che dovranno essere pronti entro 30 giorni. Poi, in base alle stime della struttura commissariale si potrebbe arrivare fino a 1.200. Un pasticcio, che ha subito richiesto una proroga dei tempi. La scorsa settimana il commissario tramite l'ufficio stampa ha fatto sapere: «A causa dei ritardi reiteratamente comunicati dalle produttrici dei vaccini destinati al nostro Paese nonché, da ultimo, dei candidati vaccini, la tempistica della campagna di vaccinazione ha, suo malgrado, accusato dei rallentamenti». La realtà, come La Verità ha più volte svelato e raccontato, è ben diversa. Il caos dovuto alla gestione della sesta dose presente nelle fiale è servita a prendere tempo e occultare i veri ritardi del piano vaccinale e la drammatica scarsità di personale idoneo alle iniezioni. Adesso resta però innescata la bomba. I 21 padiglioni costeranno oltre 8,5 milioni di euro e avranno per ammissione del commissario soprattutto una funzione distensiva e attrattiva. Insomma puro e inutile marketing. Per fortuna si legge nella risposta a Belotti un sostanziale passo indietro. Arcuri prima ammette che anche le ultime stime erano errate. «Le installazioni avranno inizio a primavera, forse, purtroppo, nella primavera inoltrata, dopo che sarà completata la vaccinazione prioritaria delle persone a maggior rischio sanitario». Poi si rimangia per tre quarti il progetto e «consentirà» alle Regioni e ai Comuni di trovare altre soluzioni spendendo di meno. «È proprio sulla determinazione dei costi», replica Belotti che «i conti non quadrano. Basta chiedere agli addetti ai lavori per capire che per noleggiare una normale tensostruttura rettangolare si spendono annualmente 150.000 euro, tutto compreso, invece degli oltre 400.000 prevista dal bando». Speriamo che l'inutile spesa delle primule sia fermata una volta per tutte assieme al loro ideatore.
La sede della Corta penale internazionale dell’Aia (Ansa)