2021-04-03
Anziani vittime della guerra ad Astrazeneca
Berlino continua l'offensiva, seguita dai Paesi Bassi. Ma la sfiducia sparsa a piene mani contro il farmaco anglosvedese colpisce anche qui: molti medici di base lo sconsigliano ai pazienti. E la campagna si inceppa. Il vaccino di Astrazeneca, battezzato Vaxzevria, torna nel mirino. Dopo aver deciso lo scorso 30 marzo di limitarne la somministrazione agli over 60, la Commissione permanente per il vaccino tedesca (Stiko) ha raccomandato a chi ha ricevuto la prima dose di Astrazeneca di fare il richiamo con un altro vaccino. Il ministro alla Sanità, Jens Spahn, si confronterà mercoledì prossimo con i suoi omologhi dei Laender. Ma già ieri ha sottolineato che «la precisazione della Commissione porta chiarezza per i circa 2,2 milioni di cittadini sotto i 60 che nelle ultime settimane hanno avuto una prima somministrazione. Questi potranno ottenere dopo 12 settimane la loro seconda dose con un vaccino che usa la tecnologia Rna messaggero, ossia Biontech o Moderna, oppure in seguito a un'ulteriore valutazione medica individuale anche Astrazeneca». Il 15 marzo è stata proprio la Germania ad affondare il colpo sul vaccino del gruppo anglosvedese, osteggiato ormai da mesi anche da Bruxelles. Seguendo l'indicazione del Paul Ehrlich Institut (cui la stessa Pfizer, prima del rilascio dei vaccini destinati all'Europa, fa testare ogni lotto dal laboratorio ufficiale di controllo dei medicinali) e innescando lo stop alle somministrazioni di Astrazeneca in tutta Europa. Stop poi rimosso dall'Ema il 18 marzo, dopo le opportune indagini. Angela Merkel, che è in campagna elettorale e deve difendere il fortino della Cdu in difficoltà, può del resto contare sull'arsenale di Pfizer-Biontech (tedesca) di cui ha 30 milioni in più degli altri Stati membri. In scia si sono subito mossi però altri satelliti. Come i Paesi Bassi, che ieri hanno sospeso temporaneamente la vaccinazione delle persone di età inferiore ai 60 anni con il Vaxzevria. Il quotidiano olandese Volkskrant riferisce che la misura è stata adottata per precauzione, dopo che sono stati registrati alcuni effetti collaterali (5 casi sospetti su 400.000 vaccinazioni). Ciò ha spinto il ministero della Salute a inviare all'agenzia del farmaco le segnalazioni e a fermare le somministrazioni agli under 60 in attesa della decisione del comitato Prac dell'Ema. La prima a muoversi fissando nuovi paletti in base all'età è stata, però, la Francia, che il 19 marzo ha raccomandato l'uso di Astrazeneca solo per chi ha più di 55 anni. E ieri il segretario di Stato francese per l'Industria, Agnes Pannier-Runacher, si è detta convinta che l'Ue avrà sufficienti dosi di vaccino anti-Covid nel secondo semestre, «tanto che potrebbe fare a meno di quelli di Astrazeneca». In un'intervista radiofonica, Pannier-Runacher ha comunque ribadito la sua fiducia nel processo di autorizzazione a cui è stato sottoposto il Vaxzevria da parte dell'Agenzia europea del farmaco che, ha detto, è considerata «particolarmente severa». La gran confusione attorno al vaccino del gruppo anglosvedese riguarda anche l'Italia. Pare, infatti, che in Veneto alcuni medici - complicando la pianificazione delle dosi nei singoli punti vaccinali - stiano consigliando ai pazienti più anziani di non vaccinarsi con Az ma con altri vaccini. Di certo, Pfizer o Moderna vengono prescritti per coloro che sono considerati «estremamente vulnerabili», ma il tema non è legato all'età quanto alle patologie. Per capirsi, rientrano in questa tipologia anche il quarantenne che ha ricevuto un trapianto o un giovane immunodepresso. Continuare a fare confusione crea problemi anche sotto il profilo logistico: la Usl 6 Euganea di Padova, per esempio, ha bloccato le vaccinazioni agli over 80 fino a mercoledì prossimo. Non perché non sono arrivati meno vaccini, ma perché sono stati utilizzati più Pfizer di quanti ne erano stati messi nel conto. Ma cosa dice l'Aifa? L'agenzia italiana del farmaco spiega che Vaxzevria può essere somministrato anche ai soggetti di età superiore ai 65 anni con esclusione di quelli identificati come estremamente vulnerabili, per i quali è indicato un uso preferenziale dei vaccini a Rna messaggero (in base alla Circolare diffusa dal ministero della Salute l'8 marzo). «Ulteriori evidenze scientifiche resesi disponibili non solo confermano il profilo di sicurezza favorevole relativo al vaccino in oggetto, ma indicano che, anche nei soggetti di età superiore ai 65 anni, la somministrazione del vaccino di Astrazeneca è in grado d'indurre significativa protezione sia dallo sviluppo di patologia indotta da Sars-CoV-2, sia dalle forme gravi o addirittura fatali di Covid-19». Non solo. «Rispetto a quanto osservato nei partecipanti più giovani, reazioni avverse, che sono comunemente previste con la somministrazione di un vaccino, sono state generalmente meno frequenti e più lievi nei partecipanti con più di 65 anni». Sulla basi di queste considerazioni, il gruppo di lavoro su Sars-CoV-2 del Consiglio superiore di sanità ha espresso parere favorevole a somministrare il vaccino anche agli over 65. Tale indicazione, però, «non si applica ai soggetti identificati come “estremamente vulnerabili" in ragione di condizioni di immunodeficienza, primitiva o secondaria a trattamenti farmacologici o per patologia concomitante che aumenti considerevolmente il rischio di sviluppare forme fatali di Covid-19. In questi soggetti, si conferma l'indicazione a un uso preferenziale dei vaccini a Rna messaggero», specifica l'Aifa.
Papa Leone XIV (Ansa)
«Ciò richiede impegno nel promuovere scelte a vari livelli in favore della famiglia, sostenendone gli sforzi, promuovendone i valori, tutelandone i bisogni e i diritti», ha detto Papa Leone nel suo discorso al Quirinale davanti al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Padre, madre, figlio, figlia, nonno, nonna sono, nella tradizione italiana, parole che esprimono e suscitano sentimenti di amore, rispetto e dedizione, a volte eroica, al bene della comunità domestica e dunque a quello di tutta la società. In particolare, vorrei sottolineare l'importanza di garantire a tutte le famiglie - è l'appello del Papa - il sostegno indispensabile di un lavoro dignitoso, in condizioni eque e con attenzione alle esigenze legate alla maternità e alla paternità».
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